Niente Assegno di Inclusione o Supporto Formazione e Lavoro se nell’ISEE si commette questo errore

Ecco quando per colpa di un ISEE sbagliato, si perde il diritto all'Assegno di Inclusione e al Supporto Formazione e Lavoro.
6 mesi fa
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assegno di inclusione e supporto formazione e lavoro
Foto © Pixabay

Perdere il diritto all’Assegno di Inclusione o al Supporto Formazione e Lavoro per un errore molto comune che oggi emerge più facilmente che in passato. Parliamo delle due misure che hanno preso il posto del Reddito di Cittadinanza, fondamentali per singoli o famiglie prossime alla soglia della povertà.

Perdere il diritto a un sussidio per chi ne ha strettamente bisogno non è certo una bella cosa, e se ciò avviene per un errore comune ma poco noto, è ancora peggio. Un nostro lettore ci dimostra come questa situazione non sia rara.

Vale sia per il Supporto Formazione e Lavoro che per l’Assegno di Inclusione.

“Buonasera, mi chiamo Andrea, ho 40 anni e ho serie difficoltà economiche e lavorative. Non trovo un’occupazione stabile ormai da tempo. Vivo in Basilicata e, come saprete, le possibilità sono poche da noi. Ho chiesto il Supporto Formazione e Lavoro, ma da 3 mesi non avevo notizie, aspettando solo l’accoglimento della domanda dato che ho ISEE zero e redditi zero. Invece, adesso, dopo 3 mesi, mi arriva la triste notizia che la mia domanda è sospesa in attesa di nuovi documenti. Mi dicono che il mio stato di famiglia rilevato dall’ANPR è diverso da quello che ho dichiarato nell’ISEE. Vivo da solo da anni, solo che mia sorella, oggi sposata, non ha mai cambiato residenza e risulta ancora nella mia stessa abitazione, che per giunta è la casa di mia nonna, ereditata dai miei genitori. Come si fa in questi casi? Per me non ci sono sussidi?”

Niente Assegno di Inclusione o Supporto Formazione e Lavoro se nell’ISEE si commette questo errore

Negli anni di funzionamento del Reddito di Cittadinanza, molte problematiche riscontrate oggi da chi chiede l’Assegno di Inclusione o il Supporto Formazione e Lavoro non esistevano. Questo perché i meccanismi delle banche dati non erano ancora così oliati e non impedivano il via libera alle pratiche di sussidio di fronte a qualsiasi anomalia.

Oltretutto, la maggiore rigidità delle nuove misure rispetto alla precedente ha stretto ulteriormente i requisiti per i beneficiari. Anche sugli ISEE c’è stato un deciso giro di vite. Ad esempio, molti CAF hanno negato l’ISEE monocomponente a soggetti non autonomi redditualmente, costringendoli a rientrare nel nucleo familiare di origine, creando difficoltà nelle richieste di Assegno di Inclusione e Supporto Formazione e Lavoro.

Il caso del nostro lettore è differente, poiché parte sempre dall’ISEE, ma fa riferimento a una situazione che emerge sempre grazie all’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (ANPR).

Non si può aggirare ciò che è inscritto nell’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (ANPR)

L’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente è una banca dati di tutti gli Uffici Anagrafe dei vari Comuni Italiani. L’INPS può interrogare questa banca dati quando deve concedere una prestazione a un richiedente, partendo dall’ISEE di quest’ultimo. Dichiarare il falso nella DSU (Dichiarazione Sostitutiva Unica) per ottenere l’ISEE è un falso ideologico, una sorta di falso in atto pubblico.

Naturalmente, il nostro lettore, come si evince da ciò che scrive, non ha volutamente celato la composizione del suo nucleo familiare per ottenere un sussidio. Probabilmente non sapeva che nell’ISEE e nelle DSU va indicato l’esatto nucleo familiare come registrato in Anagrafe. In pratica, il lettore si trova con un ISEE errato, poiché avrebbe dovuto includere anche la sorella.

Per questo l’INPS ha sospeso l’istruttoria della domanda di Supporto Formazione e Lavoro. Sarebbe stato lo stesso per l’Assegno di Inclusione. Probabilmente, questi controlli con il Reddito di Cittadinanza erano meno frequenti, causando situazioni simili a quella descritta dal lettore.

I nuclei familiari dell’ISEE devono essere gli stessi presenti nell’ANPR

Per ovviare a questo inconveniente e tornare ad essere potenzialmente beneficiario di un sussidio, esistono alcune soluzioni.

La prima è far spostare la residenza alla sorella o a qualsiasi altro componente del nucleo familiare che effettivamente risiede altrove. In questo modo, quando l’INPS interrogherà la banca dati dell’ANPR, non troverà più discordanze tra il nucleo familiare dichiarato nella DSU e quello presente in banca dati.

Oppure, si può rispondere all’INPS dimostrando come il soggetto presente nel nucleo familiare. Ma che risiede altrove, sia già incluso in altri ISEE e quindi non andrebbe messo in quello del richiedente. Prendendo il caso del nostro lettore, potrebbe essere che la sorella abbia fatto un ISEE con il marito e quindi si trova nella condizione paradossale in cui l’INPS chiede che compaia anche in un secondo ISEE.

La prima soluzione è comunque la più veloce. Solo così si evita lo stop all’Assegno di Inclusione e al Supporto Formazione e Lavoro.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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