Al termine della giornata di ieri è stato fissato il pricing per il nuovo bond emesso da Rai. L’importo da 300 milioni di euro ha attirato ordini per 3,6 miliardi. Il taglio minimo di 100.000 euro chiarisce che il collocamento è stato riservato agli investitori istituzionali. La cedola lorda annua è del 4,375%. Il prezzo di aggiudicazione è stato di 99,60 centesimi, per cui il rendimento alla scadenza dei 5 anni risulta del 4,466%, a premio di circa 160 punti base sul tasso “midswap”. Era stimato inizialmente a +215 punti base, per cui l’alta domanda ha ridotto il rendimento di oltre mezzo punto percentuale durante il collocamento.
Bond Rai, nuova offerta da 300 mln
E’ in corso di emissione nella giornata di oggi un nuovo bond di Rai, la società radiotelevisiva pubblica. Citi e Unicredit stanno agendo in qualità di global coordinators e joint bookrunners. L’importo offerto è di 300 milioni di euro e la durata è fissata in cinque anni. Gli ordini si sarebbero attestati sopra i 4 miliardi. Il collocamento è stato riservato agli investitori istituzionali. Il pricing è atteso in giornata.
Indicazioni di prezzo
Secondo le prime indicazioni, il bond Rai starebbe offrendo un rendimento a premio di 215 punti base sul tasso “midswap”. Poiché esso risulta al 2,90% per la scadenza quinquennale, il rendimento viaggerebbe attorno al 5%. E questo dovrebbe essere all’incirca il tasso annuale lordo della cedola. E’ probabile, tuttavia, che nel corso del collocamento si registri un restringimento dello spread e che il rendimento finale venga fissato al ribasso rispetto alla guidance iniziale. E, infatti, nel primo pomeriggio si parlava già di un abbassamento a 160-165 punti, sostanzialmente in linea con l’emissione passata. Anche il tasso cedolare si ridurrebbe di circa mezzo punto percentuale rispetto alle prime stime.
A cosa servirà il nuovo bond della Rai? A pagare, anzitutto, l’obbligazione in scadenza a fine anno per il medesimo importo.
Bond Rai e cessione Rai Way
Oltre al bond la Rai sarà interessata prossimamente dalla cessione di una quota dello stato in Rai Way, la società a capo delle torri di trasmissione. Dal 65% attuale la presenza pubblica scenderebbe al 55%, facendo incassare al Tesoro circa 130 milioni di euro. E sempre Rai Way verrebbe fusa con Ei Towers, controllata da Mediaset. L’operazione consentirebbe la nascita di un unico operatore delle torri nazionale, anche se ad oggi gli ostacoli sono stati perlopiù di natura politica.