Grazie a un quesito davvero unico nel suo genere, possiamo vedere quanto la normativa pensionistica in Italia consenta ai lavoratori, a volte inconsapevoli delle possibilità. Infatti, un nostro lettore ci chiede come deve fare ora che ha terminato di prendere la NASpI e si trova senza lavoro e senza reddito. Una condizione che può essere comune a molti, ma che per lui è risolvibile, poiché possiamo dirgli che, a sua insaputa, può tranquillamente andare in pensione con 65 anni di età e 38 anni di contributi, a cui aggiungere i 2 anni figurativi per la sua ultima NASpI percepita.
“Buongiorno, mi chiamo Salvatore Pio e ho compiuto 65 anni a gennaio 2024. Ho smesso di lavorare a dicembre 2021 e poi ho preso la NASpI per 24 mesi, fino a gennaio 2024. Da allora sto erodendo i miei risparmi, e anche aggiungendo la NASpI supero a malapena i 40 anni di contributi. Non ho i requisiti per le pensioni anticipate, né per Quota 41 o Quota 103. Sono disperato perché, da ciò che ho capito, dovrei aspettare fino a gennaio 2026, quando compirò 67 anni, senza lavoro, disoccupazione e pensione. Il governo sembra non voler varare misure più favorevoli. Se tutto resta così, sono rovinato. I risparmi di una vita di sacrifici non mi basteranno per altri due anni.”
A 65 o 66 anni bastano anche 38 anni di contributi se sei senza lavoro da tre anni
Perdere il lavoro, ricevere per due anni la NASpI e poi trovarsi senza sostentamento è una situazione estrema, ma purtroppo reale. In tarda età, ricostruirsi professionalmente non è semplice. Tuttavia, prima di disperarsi, è meglio valutare tutte le opzioni. Ci possono essere soluzioni alternative che il contribuente potrebbe non conoscere.
Non parliamo dell’Assegno di Inclusione, poiché difficilmente il nostro lettore potrebbe ottenerlo, dato che ha dei risparmi superiori ai 6.000 euro e l’ISEE del 2024 si riferisce ai redditi e patrimoni del 2022, quando percepiva la NASpI e superava i limiti previsti.
A sorpresa in pensione con 65 o 66 anni: ecco chi dovrebbe crederci
Se abbiamo compreso bene ciò che il lettore ci dice, dal punto di vista anagrafico e contributivo, al 31 dicembre 2021 si trovava in una situazione che poteva dargli diritto a una pensione già allora. Potrebbe aver preferito la NASpI, senza sapere che al termine di essa avrebbe potuto sfruttare il diritto alla pensione con Quota 100. Infatti, chi al 31 dicembre 2021 aveva 62 anni e 38 anni di contributi, oggi potrebbe andare in pensione sfruttando quel diritto, anche se Quota 100 non è più attiva. Questo significa che un lavoratore che ha maturato il diritto può ancora usufruirne.
Come sfruttare la pensione Quota 100 a 65 anni
Chi, per qualsiasi motivo, è rimasto fermo ai contributi versati al 31 dicembre 2021, o ha continuato a lavorare o ha percepito la NASpI, può sfruttare quel canale di uscita. Quota 100, infatti, permetteva di lasciare il lavoro con un calcolo misto della prestazione, ma solo per chi raggiungeva almeno 62 anni di età e 38 anni di versamenti entro il 31 dicembre 2021. Quindi, chi ha 65 anni oggi e 38 anni di contributi completati nel 2021, può ancora sfruttare Quota 100.
Meglio le misure del passato: chi può, farebbe bene a sfruttarle
Un ragionamento simile vale per chi oggi ha 66 anni e aveva completato 38 anni di contributi nel 2022. Un soggetto che nel 2022 aveva 64 anni e non poteva sfruttare Quota 100 nel 2021 perché non aveva i 38 anni di versamenti, potrebbe sfruttare Quota 102, introdotta nel 2022. Quota 102 richiede almeno 64 anni di età e 38 anni di contributi, ed è sfruttabile anche oggi. Anche questa misura, con calcolo misto, è migliore di Quota 103, che prevede il calcolo contributivo.