Il Covid ha smosso non poco le carte in tavola, soprattutto per quanto riguarda il mondo lavorativo. Quella della settimana lavorativa corta è una soluzione che all’estero ha trovato terreno fertile, soprattutto grazie allo smart working imposto dalla pandemia. Anche in Italia i risultati sono stati soddisfacenti, ma ad oggi sono ancora poche le aziende che la utilizzano. Intanto, il Governo sta pensando a delle proposte da attuare per agevolare tale trasformazione. Vediamo di quali si tratta.
L’80% degli italiani la vogliono
Un recente studio condotto da NielsenIQ per Pulsee luce & gas, brand digitale di Axpo Italia, ha sondato il terreno per capire quanto gli italiani gradiscano la settimana lavorativa corta.
Naturalmente, per mettere in pratica una soluzione del genere, c’è bisogno di soddisfare anche alcuni risultati, insomma è necessario trovare il giusto compromesso. Per questo motivo, il Governo, che è già alle prese con il superbonus 120 per aumentare le assunzioni a tempo indeterminato, sta ora pensando ad alcune proposte per rendere attuabile nel nostro paese la cosiddetta settimana lavorativa corta. Per quanto riguarda gli stessi dipendenti, tale soluzione permetterebbe anche di risparmiare qualche soldino, poiché per molte famiglie uno dei problemi cardine è quello di come coordinare il lavoro in sede con la gestione dei figli.
Settimana lavorativa corta, le proposte del governo
Per fortuna lo smart working è stato sdoganato anche nel nostro Paese o ora un terzo degli intervistati dello studio succitato afferma di lavorare in modalità remota o ibrida. Tra i vantaggi c’è la riduzione dei tempi di spostamenti, circa 41 minuti al giorno in media, e anche la spesa in termini di risparmio è di non poco conto, circa 124 euro al mese. C’è però anche il rovescio della medaglia, poiché lo smart working può portar anche a delle conseguenze poco positive, come l’isolamento dalla vita sociale, la sedentarietà che va ad incidere sulla salute e la difficoltà di separare il lavoro dalla vita privata. La vorare da casa infatti non offre una scissione netta tra la professione praticata e il proprio spazio nel quale dedicarsi al proprio tempo libero. Ma quali sono le proposte del Governo in tal senso?
Mentre la Grecia va contro corrente e propone la settimana lunga, in Italia qualcuno ci sta provando. Lo scorso aprile Alleanza Verdi e Sinistra aveva proposto la settimana lavorativa da 34 ore e naturalmente con retribuzione invariata. Per promuoverla si includeva un fondo di incentivazione a favore delle aziende che riducono l’orario di lavoro almeno del 10%. Ancora meno ore invece nella proposta di Giuseppe Conte, con l’orario di lavoro che scende a 32 ore settimanali. In questo caso per attuarla si era pensato a incentivi per le imprese, ossia un esonero contributivo previdenziale e assicurativo fino a 8mila euro annui per tre anni. Infine, il Partito Democratico ha proposto la settimana di quattro giorni di lavoro, con un esonero contributivo del 30% per le aziende che la applicheranno.
I punti salienti…
- la settimana lavorativa corta ha dimostrato un certo successo per chi la applica, con migliori risultati a livello produttivo;
- tale soluzione migliora la salute psicofisica dei lavoratori e riduce l’inquinamento;
- in Italia a proporre alcune possibili soluzioni ci hanno pensato il PD, il Movimento 5 Stelle e l’Alleanza Verdi e Sinistra.