La Cgia di Mestre ha fatto la sua previsione, nel 2024 saranno tre le Regioni italiane a portarsi sulle spalle il Paese. Il Pil in crescita evidenzia come Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto si trasformeranno nel cuore pulsante della nostra economia. I dati parlano chiaro, lo sforzo condiviso delle tre regioni messe assieme arriva a produrre il 31% del Pil nazionale, ma ci sono numeri ulteriori che ci danno la misura di quel che gli esperti predicono. Andiamoli a scoprire insieme.
L’economia sta tutta lì
C’è chi perde il suo status quo di cuore pulsante dell’Economia e chi arriva a sostituirlo degnamente.
In Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto è anche prodotto il 53% dell’export italiano, inoltre in queste tre Regioni risiedono 19 milioni di italiani, stiamo parlando praticamente del 33% della nostra popolazione. Sì, avete capito bene, un terzo degli italiani ci vive, e questo appunto perché sono le Regioni che offrono più possibilità ai cittadini e che quindi stanno trainando tutta l’economia del nostro Paese. Gli studi effettuati dagli esperti ci dicono che la crescita della Lombardia quest’anno dovrebbe salire dello 0,95%, il Pil emiliano dovrebbe invece crescere dello 0,86% e il Veneto dello 0,80%. In termini di crescita della ricchezza la Valle D’Aosta dovrebbe ottenere di più, visto che le previsioni parlano di 0,81%, ma il suo Pil assoluto è molto modesto.
Tre Regioni a trainare l’economia
I magnifici 3 non possono certo fare miracoli, ma abbiamo già visto che è grazie a loro che l’economia italiane sta reggendo l’urto di crisi e inflazioni varie. Secondo la Banca d’Italia quest’anno mostrerà una crescita comunque abbastanza limitata. A dare la spinta in più saranno sostanzialmente export e turismo. In linea generale comunque tutte le Regioni del nostro Paese stanno producendo numeri in crescita dopo la fase Covid. Naturalmente, va meno bene nelle regioni del mezzogiorno, dove la crescita è più lenta, ma comunque presente. Ecco la classifica:
- Lombardia: +0,95%
- Emilia-Romagna: +0,86%
- Valle d’Aosta: +0,81%
- Veneto: +0,80%
- Trentino-Alto Adige: +0,72%
- Toscana: +0,69%
- Lazio: +0,68%
- Umbria: +0,67%
- Friuli-Venezia Giulia: +0,67%
- Liguria: +0,65%
- Piemonte: +0,65%
- Campania: +0,57%
- Marche: +0,50%
- Sardegna: +0,49%
- Sicilia: +0,46%
- Basilicata: +0,37%
- Puglia: +0,36%
- Abruzzo: +0,23%
- Calabria: +0,23%
- Molise: +0,22%
Interessante anche il quadro offerto sulle province, ecco quelle che mostrano i dati più alti in merito alla crescita del Prodotto Interno Lordo nazionale:
- Milano: +1,14%
- Pavia: +1,01%
- Vicenza: +0,98%
- Bologna: +0,95%
- Modena: +0,92%
- Pordenone: +0,88%
- Firenze: +0,85%
- Gorizia: +0,84%
- Arezzo: +0,82%
- Belluno: +0,80%
I dati ci dicono però che ci saranno anche situazioni a dir poco negative, con città che indirizzate verso la recessione economica. Stiamo parlando di Crotone e Isernia, entrambe con -0,13%. Peggio ancora Ragusa con -0,14%, mentre Vibo Valentia sprofonda addirittura a -0,23%. Non proprio tutte tutte hanno ottenuto miglioramenti dopo il periodo Covid, per quanto riguarda il valore aggiunto. Rimangono infatti alcune zone critiche, parliamo in questo caso di Fermo con -2,06%, L’Aquila con -2,14%, Sondrio con -3,26% e Firenze con -3,68%, quest’ultima in particolare fa non poca sorpresa.
Riassumendo…
- Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto sono le tre Regioni dal Pil più alto, ma non solo;
- il 33% degli italiani risiede in queste tre regioni;
- in generale tutte le Regioni registrano una crescita post-Covid, ma quelle del Sud sono molto più lente.