Accordo fisco e partita IVA: correttivi al concordato preventivo biennale

Il 26 luglio 2024 il Consiglio dei Ministri ha accolto le richieste approvando il correttivo al concordato preventivo biennale
4 mesi fa
2 minuti di lettura
concordato preventivo biennale
Foto © Licenza Creative Commons

È stato approvato in via definitiva il primo decreto legislativo correttivo della riforma fiscale, che apporta significative modifiche al concordato preventivo biennale, disciplinato dal D.lgs. 13/2024. Questo strumento innovativo consente ai contribuenti di accettare un reddito proposto dall’Agenzia delle Entrate, basato su dati in suo possesso e informazioni fornite dal contribuente stesso. Accettando questa proposta, i contribuenti pagheranno le imposte su tale reddito per due anni (2024 e 2025), o per un solo anno (2024) nel caso dei contribuenti forfettari, evitando ulteriori controlli fiscali.

Il concordato preventivo, introdotto per semplificare e migliorare il rapporto tra contribuenti e amministrazione fiscale, ha inizialmente registrato una bassa adesione, con poche partite IVA che hanno scelto di aderirvi. Questa scarsa partecipazione ha spinto le associazioni di categoria a richiedere al governo modifiche e correttivi. Il governo ha accolto queste richieste, e il Consiglio dei Ministri del 26 luglio 2024 ha approvato diverse modifiche significative.

Accolte le richieste di categoria

Su tutte, sono state accolte le richieste di correttivi al concordato preventivo biennale avanzate dai commercialisti nelle scorse settimane.

Una delle principali novità introdotte è un regime di tassazione opzionale sul reddito incrementale concordato, con aliquote variabili dal 10% al 15% a seconda dell’affidabilità fiscale del singolo contribuente. Questo cambiamento mira a rendere più attraente l’adesione al concordato preventivo, incentivando i contribuenti a dichiarare un reddito maggiore rispetto a quello dichiarato nel periodo di imposta precedente.

I criteri per il calcolo del reddito concordato, definiti dal D.lgs. 13/2024 e dai relativi decreti attuativi (DM 14 giugno 2024 per i soggetti ISA e DM 15 luglio 2024 per i contribuenti forfettari), non subiranno modifiche sostanziali. Pertanto, i redditi concordati stimati per il 2024 e il 2025 (solo per il 2024 nel caso dei contribuenti forfettari) saranno, nella maggior parte dei casi, superiori a quelli dichiarati per l’anno fiscale 2023.

Concordato preventivo biennale: i correttivi

Le prime anticipazioni indicano l’introduzione di un sistema a tre aliquote, che aumentano al diminuire del punteggio ISA (indici sintetici di affidabilità) risultante dal modello REDDITI 2024 (anno d’imposta 2023).

In particolare, si prevede una flat tax con le seguenti aliquote:

  • 10% per i contribuenti con punteggio ISA 8, 9 o 10;
  • 12% per i contribuenti con punteggio ISA 6 o 7;
  • 15% per i contribuenti con punteggio ISA 5 o inferiore.

Rimane, tuttavia, l’incognita su come verranno trattati i contribuenti in regime forfettario, poiché questi sono esclusi dal sistema di punteggio ISA. Questo aspetto necessita di ulteriori chiarimenti per garantire che anche i forfettari possano beneficiare delle nuove disposizioni in modo equo e trasparente.

Considerazioni al concordato preventivo biennale

Il nuovo regime di tassazione introdotto dal D.lgs. 13/2024 con il concordato preventivo biennale rappresenta un tentativo di rendere il sistema fiscale italiano più efficiente e meno gravoso per i contribuenti. L’obiettivo è quello di incentivare una maggiore trasparenza e collaborazione tra contribuenti e amministrazione fiscale, riducendo al contempo il carico burocratico e i controlli fiscali.

L’introduzione di correttivi con aliquote variabili basate sull’affidabilità fiscale mira a premiare i contribuenti più virtuosi, incentivando comportamenti fiscali corretti e la dichiarazione di redditi realistici. Questo sistema progressivo dovrebbe contribuire a una maggiore equità fiscale, assicurando che i contribuenti con un comportamento fiscale più affidabile possano beneficiare di aliquote più favorevoli.

Riassumendo

  • Approvato il primo decreto legislativo correttivo della riforma fiscale per il concordato preventivo biennale.
  • Introduzione di un regime di tassazione opzionale sul reddito incrementale concordato.
  • Aliquote variabili dal 10% al 15% in base all’affidabilità fiscale.
  • Criteri di calcolo del reddito concordato rimangono invariati rispetto ai decreti attuativi.
  • Incognita per i contribuenti forfettari esclusi dal sistema di punteggio ISA.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

rottamazione cartelle
Articolo precedente

Nuova rottamazione delle cartelle, ecco 3 novità tra proroghe, slittamento dei pagamenti e nuove sanatorie

domanda pensione
Articolo seguente

CPB, come anticipare la pensione risparmiando sulle imposte da pagare allo Stato