Come recuperare i vecchi lavori con il bonus ristrutturazione nel 730 (quesito)

Il fatto di non aver detratto la spesa fin dall'inizio non compromette il bonus ristrutturazione, ma serve tutta la documentazione
2 mesi fa
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Bonus ristrutturazione
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In redazione di Investire Oggi è arrivato un quesito molto interessante che riguarda il bonus ristrutturazione.

“Nel 2022 ho effettuato dei lavori di ristrutturazione dell’immobile in cui vivo con la mia famiglia. Lo scorso anno non ho potuto scaricare la prima quota di spesa perché ero risultato incapiente ossia non avevo Irpef da pagare. In realtà poi mi sono accorto di non aver indicato un reddito da locazione che mi avrebbe permesso di non perdere la 1° quota di detrazione. A ogni modo, nella dichiarazione di quest’anno posso indicare entrambe le rate 2022 e 2023? Oppure posso presentare una dichiarazione integrativa per il 2022?” 

Il bonus ristrutturazione. Solo per quote annuali

Innanzitutto è necessario ribadire che la detrazione bonus ristrutturazione può essere indicata in dichiarazione dei redditi per quote annuali; dieci per la precisione.

Cosicché, per una spesa pari a 20.000 euro il contribuente può detrarre il 50% ossia 10.000 euro per quote annuali, da 1.000 euro ciascuno.

Visti i continui cambiamenti normativi conviene fare i lavori con il bonus ristrutturazione al più presto.

Detto ciò, la singola quota annuale può essere utilizzata fino a copertura dell’Irpef dovuta in quello specifico anno. La parte in eccesso è persa nel senso che non può essere cumulata con la quota di detrazione spettante per l’anno successivo.

Per legittimare la spettanza della detrazione, servono una serie di documenti. La documentazione che serve per detrarre la spesa dei lavori con il bonus ristrutturazione è stata individuata con il provvedimento dell’Agenzia delle entrate, Prot. n. 2011/149646 del 2 novembre 2011 sui documenti per il bonus 50%.

I documenti necessari

Tale provvedimento prevede che il contribuente deve essere in possesso di:

  • abilitazioni amministrative richieste dalla vigente legislazione edilizia in relazione alla tipologia di lavori da realizzare (Concessione, autorizzazione o comunicazione di inizio lavori);
  • per gli immobili non ancora censiti, domanda di accatastamento;
  • ricevute di pagamento dell’imposta comunale sugli immobili, se dovuta;
  • delibera assembleare di approvazione dell’esecuzione dei lavori, per gli interventi riguardanti parti comuni di edifici residenziali, e tabella millesimale di ripartizione delle spese;
  • in caso di lavori effettuati dal detentore dell’immobile, se diverso dai familiari conviventi, dichiarazione di consenso del possessore all’esecuzione dei lavori;
  • comunicazione preventiva indicante la data di inizio dei lavori all’Azienda sanitaria locale, qualora la stessa sia obbligatoria secondo le vigenti disposizioni in materia di sicurezza dei cantieri;
  • fatture e ricevute fiscali comprovanti le spese effettivamente sostenute;
  • ricevute dei bonifici di pagamento.

Se per il tipo di lavori effettuati non sono previste abilitazioni amministrative, servirà una dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà in cui sia indicata la data inizio dei lavori ed attestata la circostanza che gli interventi di ristrutturazione edilizia posti in essere rientrano tra quelli agevolabili.

Come recuperare i vecchi lavori con il bonus ristrutturazione nel 730

In merito al quesito, fermo retando il possesso della suddetta documentazione, si ritiene percorribile la seguente soluzione:

  • presentazione di una dichiarazione integrativa per l’anno 2021 con l’indicazione del reddito da locazione e della prima rata di detrazione;
  • inserimento della 2° rata di detrazione nella dichiarazione dei redditi da presentare quest’anno per il periodo d’imposta 2023.

Non è più possibile cedere le rate residue di detrazione dopo le novità introdotte con il DL 39/2024.

Riassumendo…

  • Il bonus ristrutturazione può essere indicato in dichiarazione dei redditi per quote annuali;
  • le singole quote annuali possono essere utilizzata fino a copertura dell’Irpef dovuta in quello specifico anno;
  • è possibile recuperare con dichiarazione integrativa la prima quota di detrazione non inserita nel 730;
  • il contribuente deve essere in possesso di tutta la documentazione richiesta per legge.

 

Andrea Amantea

Giornalista pubblicista iscritto all’ordine regionale della Calabria, in InvestireOggi da giugno 2020 in qualità di redattore specializzato, scrive per la sezione Fisco affrontando tutte le questioni inerenti i vari aspetti della materia. Ha superato con successo l'esame di abilitazione alla professione di Dottore Commercialista, si occupa oramai da diversi anni, quotidianamente, per conto di diverse riviste specializzate, di casi pratici e approfondimenti su tematiche fiscali quali fatturazione, agevolazioni, dichiarazioni, accertamento e riscossione nonché di principi giurisprudenziali espressi in ambito di imposte e tributi.

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