Decorrenza delle pensioni, attenzione, basta poco per perdere mesi di prestazione

Decorrenza delle pensioni: cosa cambia da misura a misura tra finestre e regole che si basano anche sulla presentazione delle domande.
3 mesi fa
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Ci sono dei casi abbastanza comuni a tanti lavoratori che finiscono con il far perdere diversi mesi di pensione agli stessi contribuenti. Per scarsa comprensione delle modalità con cui l’INPS eroga le prestazioni o per distrazione, molti lavoratori rischiano di perdere mesi di pensione. Un errore comunissimo può mettere a repentaglio mesi di pensione, tutto dipende dalle regole di decorrenza delle pensioni.

Non parliamo solo di finestre mobili, ma anche delle decorrenze classiche, dove molti contribuenti sbagliano il calcolo.

Diverse prestazioni pensionistiche, soprattutto quelle anticipate rispetto all’età pensionabile di 67 anni, finiscono per essere calcolate erroneamente sulla decorrenza del trattamento. Basta rimandare di un solo giorno la domanda di pensione per perdere un rateo di pensione che non si recupererà mai più.

Decorrenza delle pensioni: attenzione, basta poco per perdere mesi di prestazione

Anche un solo giorno di ritardo nel presentare la domanda di pensione può far perdere un mese di prestazione, indipendentemente dal fatto che il contribuente abbia completato i requisiti per la pensione. Rispondendo al quesito di un nostro lettore, dimostreremo come perdere un mese di pensione sia una cosa assai comune.

“Buonasera, mi chiamo Renato e sto per andare in pensione con la quota 41 come lavoratore precoce. Andrò in pensione con questa misura perché assisto mia madre invalida ormai da anni e soprattutto perché convivo con lei. Devo rassegnare le dimissioni dal mio posto di lavoro perché l’INPS mi ha detto che per la quota 41 è necessaria la cessazione dell’attività lavorativa. Con il mio datore di lavoro abbiamo concordato che devo dare 15 giorni di preavviso.

Dal momento che ho già completato 41 anni di contributi versati e quindi ho già maturato il diritto alla pensione, ho deciso di dare le dimissioni il 5 agosto, in modo tale da liberarmi per il 20 agosto dal lavoro. Poi avevo pensato di andare al patronato a presentare la domanda di pensione i primi di settembre quando tornerò dalle vacanze.

Un mio collega di lavoro però mi dice che presentando la domanda a settembre andrò in pensione solo a ottobre. Io invece sostengo che, dal momento che interromperò il lavoro il 10 agosto, la mia pensione decorrerà proprio dal mese di agosto e quindi prenderò il primo rateo a settembre. Ho ragione io o lui?”

Ecco come si calcola la decorrenza di una pensione

La decorrenza dei trattamenti previdenziali può sembrare semplice da comprendere, ma in realtà è tutto il contrario. In linea di massima, le misure pensionistiche funzionano nel seguente modo: prendiamo ad esempio la pensione di vecchiaia ordinaria.

Presentando la domanda di pensione in tempo, e quindi prima di compiere i 67 anni di età, il lavoratore otterrà la pensione a partire dal primo giorno del mese successivo al raggiungimento dei requisiti. Se compie 67 anni ad agosto, andrà in pensione dal primo settembre. Se invece presenta la domanda a settembre, andrà in pensione solo ad ottobre, anche se ad agosto ha completato i requisiti.

Pensioni di vecchiaia e pensioni anticipate: tra finestre e regole sulla decorrenza dei trattamenti

Il lavoratore che intende andare in pensione con la quiescenza di vecchiaia ordinaria a 67 anni di età dovrebbe presentare la domanda di pensionamento prima di compiere 67 anni e prima di maturare il diritto a questa pensione, che necessita di 20 anni di contributi versati.

Rimandare la domanda comporta la perdita di mesi di prestazione, e non si ha diritto agli arretrati solo perché sono stati completati 67 anni di età e 20 anni di contributi versati nei mesi precedenti. Le pensioni decorrono dal primo giorno del mese successivo al raggiungimento dei requisiti o dal primo giorno del mese successivo alla presentazione della domanda.

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Questo ragionamento riguarda anche altre prestazioni dell’INPS.

In alcuni casi, ci sono prestazioni che prevedono le cosiddette finestre. Una di queste misure è proprio la quota 41 per i precoci, che prevede 3 mesi di finestra.

Significa che al raggiungimento dei 41 anni di contributi, per percepire il primo rateo di pensione, il diretto interessato deve aspettare tre mesi. Ma se la domanda come precoce arriva oltre i 41 anni di contributi, e magari oltre i 3 mesi di finestra, la decorrenza parte dal primo giorno del mese successivo alla domanda.

Il nostro lettore deve prestare attenzione. Se ha già completato i 41 anni di contributi nei mesi passati e oggi ne ha almeno 41,3, farebbe bene a presentare domanda di pensione ad agosto, come suggerisce il suo collega, perché così prenderebbe la pensione dal primo settembre. Se invece presenterà domanda a settembre, prenderà il primo rateo a ottobre.

Non ci sono possibilità di preservare il diritto alla decorrenza della prestazione posticipando la domanda di pensione. Una pensione non può mai decorrere dalla metà di un mese perché non si può prendere una pensione solo per alcuni giorni.

Presentare la domanda di pensione il primo agosto, piuttosto che il 10, il 20 o anche il 31, non cambia le cose: la decorrenza in questi casi sarebbe sempre dal primo di settembre, cioè dal primo giorno del mese successivo alla domanda.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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