Pensioni anticipate Ape sociale e quota 41, necessario passare dalla Naspi o no?

Andare in pensione anticipata con Ape sociale o quota 41 precoci si può fare solo dopo la Naspi? Ecco i chiarimenti per queste due misure.
2 mesi fa
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Pensioni anticipate Ape sociale e quota 41, necessario passare dalla Naspi o no?
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C’è una misura che, per determinati lavoratori, merita un approfondimento, poiché consente di ottenere la pensione anticipata molto prima. Infatti, permette di lasciare il lavoro a 63 anni e 5 mesi di età, ma solo se vengono soddisfatti tutti i requisiti necessari. La misura si chiama Ape Sociale e tra i lavoratori interessati possono esserci anche gli edili.

Si tratta di una delle attività lavorative gravose che rientrano in questa misura, così come rientrano nella quota 41 per i precoci. Un quesito di un nostro lettore ci offre l’occasione di correggere un’errata interpretazione normativa che molti lavoratori, soprattutto nell’edilizia, applicano a entrambe le misure citate.

“Buongiorno, mi chiamo Stefano e sono un lavoratore edile. Faccio il manovale da sempre e ho maturato 36 anni di contributi proprio nel mese di luglio 2024. Di questi, come si evince dal mio estratto conto certificativo, 32 sono di lavoro e 4 sono di indennità di disoccupazione. Come potete immaginare, il lavoro che ho svolto fin da giovane, ora che ho 64 anni, è stato sempre intermittente, con diversi periodi di disoccupazione.

Oggi sto valutando l’idea di lasciare il lavoro con l’Ape Sociale, anche in considerazione di quanto avete scritto in un altro articolo, sul fatto che forse l’Ape Sociale nel 2025 non ci sarà più. Tuttavia, un collega mi dice che per andare in pensione con l’Ape Sociale dovrei prima prendere la Naspi e solo al termine della stessa potrò presentare domanda. A conti fatti, per prendere tutta la Naspi, dovrei arrivare a marzo 2025. E se l’Ape Sociale non ci fosse più, cosa dovrei fare? Vorrei un vostro parere.”

Pensioni anticipate con Ape Sociale e Quota 41: è necessario passare dalla Naspi?

La pensione con l’Ape Sociale, così come quella con la Quota 41 per i lavoratori precoci, si rivolge alla stessa platea di riferimento, naturalmente rispettando i diversi requisiti previsti da ciascuna misura.

Possono accedere alla misura, infatti, gli invalidi, se hanno almeno il 74% di invalidità civile certificata, oppure i caregiver, cioè i soggetti che assistono un familiare disabile secondo la legge 104. Tuttavia, il richiedente la pensione e il disabile devono convivere (nella stessa casa o anche solo nello stesso numero civico, ma in interni differenti) da almeno 6 mesi.

Anche i disoccupati possono accedere alle due misure, purché abbiano terminato di percepire l’intera Naspi spettante dopo aver perso l’ultima occupazione in maniera involontaria (come prevede la Naspi stessa). In questo caso, per la Quota 41 c’è un vincolo in più: il lavoratore deve aver terminato di percepire la Naspi da almeno 3 mesi prima di poter presentare domanda di pensione. Per l’Ape Sociale, invece, non è previsto il periodo di attesa di 3 mesi.

Infine, Quota 41 e Ape Sociale si applicano anche ai lavori gravosi. Ci sono 15 attività abbastanza comuni, il cui elenco è consultabile sul sito INPS nelle schede di entrambe le misure. Queste includono, ad esempio, gli edili, le maestre di asilo e scuola dell’infanzia, gli infermieri e le ostetriche, i camionisti e i facchini. In ogni caso, l’attività lavorativa deve essere stata svolta da almeno 6 anni negli ultimi 7, o da almeno 7 anni negli ultimi 10.

Pensioni anticipate: ecco i requisiti delle due misure

Per l’Ape Sociale, servono 30 anni di contributi per invalidi, caregiver e disoccupati e 36 anni di contributi per i lavori gravosi. Inoltre, l’interessato deve aver compiuto almeno 63 anni e 5 mesi di età. Per la Quota 41, invece, non c’è un limite di età, ma bisogna avere almeno 41 anni di contributi versati, di cui almeno 35 devono essere effettivi da lavoro e quindi senza alcun figurativo da Naspi, da altre indennità di disoccupazione o da indennità di malattia. Inoltre, almeno un anno di contributi deve essere stato versato prima del compimento dei 19 anni da parte del diretto interessato, indipendentemente dalla continuità o dalla frammentarietà dell’anno di versamento.

L’Ape Sociale è una misura che scade il 31 dicembre 2024 e al momento non vi è certezza di una sua eventuale proroga. La Quota 41 per i precoci, invece, dovrebbe restare anche nel 2025, a meno che non entri in vigore la tanto attesa e discussa Quota 41 per tutti, che renderebbe la misura per i precoci inutile, inglobandola nella nuova.

Ecco le differenze tra disoccupati e lavori gravosi: le due condizioni non vanno di pari passo

Come detto in precedenza, i contributi necessari per i disoccupati e per i lavoratori dei settori gravosi, nel caso dell’Ape Sociale, mostrano che i due gruppi di potenziali beneficiari della misura (ma lo stesso vale per la Quota 41 per i precoci) sono differenti. Questo significa che il disoccupato è in una situazione diversa rispetto all’addetto ai lavori gravosi.

Il nostro lettore è un lavoratore edile e, da ciò che ci scrive, sembra avere i requisiti per l’Ape Sociale. La conferma è nel suo estratto conto certificativo. Se quanto ci dice sui 36 anni di versamenti è corretto, potrebbe andare in pensione come lavoratore edile. Non dovrebbe essere necessario prendere interamente la disoccupazione (Naspi) prima di andare in pensione. A meno che qualcosa non vada nella tipologia di lavoro gravoso che svolge. In sede di istruttoria della domanda, sarebbe utile partire dalla consueta istanza di certificazione del diritto. Questa è necessaria affinché l’INPS confermi il diritto alla pensione con l’Ape Sociale.

Basta poco per perdere il diritto alla pensione anticipata per lavoro gravoso

Per confermare il lavoro gravoso, è necessario che nei contratti di lavoro e nelle buste paga siano presenti le voci che l’INPS richiede per certificare come gravosa l’attività. Inoltre, bisogna verificare se il lettore ha completato i 6 anni di lavoro nell’edilizia negli ultimi 7 anni o i 7 anni negli ultimi 10.

Se, ad esempio, negli ultimi 7 anni ha avuto 5 anni di lavoro e 2 di figurativi da Naspi, non può andare in pensione.

In quel caso, dovrebbe passare dalla Naspi, prendendola interamente prima di presentare domanda di pensione con l’Ape Sociale. Tuttavia, dovrà attendere che il governo confermi o meno la misura con la futura legge di bilancio. Se l’Ape Sociale è confermata anche per l’anno successivo, allora può procedere con la pensione. In caso contrario, se la misura cessa come previsto il prossimo 31 dicembre, non potrà farlo.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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