In una Germania in recessione si vota in tre regioni chiave l’1 settembre, governo verso la disfatta

L'economia in Germania si trova di fatto in una condizione di recessione e il governo rischia la disfatta definitiva al voto nei Laender.
3 mesi fa
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Germania in recessione, governo tedesco verso KO
Germania in recessione, governo tedesco verso KO © Licenza Creative Commons

La recessione in Germania non è ufficiale, in quanto tecnicamente il Pil dovrebbe contrarsi per due trimestri di seguito. Tuttavia, è da due anni che si contrae a trimestri alterni e il 2023 si chiuse con un -0,3%. La contrazione è tornata a manifestarsi nel secondo trimestre, quando l’economia tedesca ha registrato un calo congiunturale dello 0,1%. E ieri è arrivata un’altra batosta dall’indice Zew, che capta il sentiment economico. E’ precipitato da 41,8 a 19,2 punti, persino sotto le attese di 34. L’ultima volta che si era avuto un calo analogo fu nel luglio del 2022, in piena crisi energetica.

In questa situazione molto difficile a settembre andranno al voto tre Laender, i corrispondenti delle regioni italiane, ma con molta maggiore autonomia. Trattasi di Turingia, Sassonia e Brandeburgo. Tutti e tre si trovano ad est e appartenevano all’allora Ddr, la Germania comunista.

Destra euro-scettica in spolvero

I sondaggi sono più che impietosi per il cancelliere Olaf Scholz e la sua maggioranza. Insieme, i tre partiti che lo sostengono (socialdemocratici, verdi e liberali) otterrebbero appena il 12% dei consensi in Turingia, il 14% in Sassonia e salendo fino a meno del 30% in Brandeburgo. I primi due Laender voteranno l’1 settembre, il terzo giorno 22. In Turingia trionferebbe Alternativa per la Germania, la destra euro-scettica accusata dagli altri partiti di simpatizzare per il nazismo. Avrebbe il 30% dei consensi, davanti anche al 22% dei cristiano-democratici. In Sassonia, sarebbe testa a testa sopra il 30% tra i due. In Brandeburgo, invece, AfD tornerebbe prima con il 25%, seguita dal 19,3% dei socialdemocratici.

Elezioni in Turingia, sondaggi
Elezioni in Turingia, sondaggi © Licenza Creative Commons
Elezioni in Sassonia, sondaggi
Elezioni in Sassonia, sondaggi © Licenza Creative Commons
Elezioni in Brandeburgo, sondaggi
Elezioni in Brandeburgo, sondaggi © Licenza Creative Commons

Da notare che la cosiddetta “sinistra rossobruna” di Sarah Wagenknecht (Bsw) otterrebbe il 19% in Turingia, il 12% in Sassonia e il 17% in Brandeburgo.

In Turingia, un altro 15% andrebbe alla Linke. In pratica, in questo land i due terzi dei consensi sarebbero conquistati da partiti “anti-sistema”. C’è la concreta possibilità che non si riesca a formare un governo regionale capeggiato da uno dei partiti tradizionali. Una disfatta particolarmente devastante per la coalizione di governo. Se i dati venissero confermati, sarebbe travolta. I liberali resterebbero fuori da tutti i tre Landtage. I verdi rischiano in tutti e tre, mentre i socialdemocratici in due di loro.

Governo già bocciato alle elezioni europee

Non è forse soltanto la recessione in Germania a spiegare un disastro elettorale di queste proporzioni. E’ vero che anche nei primi anni di governo la cancelliera Angela Merkel perse quasi ovunque nelle elezioni regionali, salvo vincere per quattro volte consecutive le elezioni federali. Ma mai il suo partito sprofondò a percentuali insignificanti. Qui, siamo dinnanzi a un intero blocco politico che rischia di essere spazzato via a ogni livello. Il campanello d’allarme era suonato fortissimo alle elezioni europee di due mesi fa, quando i socialdemocratici scesero in terza posizione, dietro a conservatori e destra radicale. Insieme, i tre partiti della maggioranza hanno ottenuto poco più del 31%.

In buona sostanza, oggi come oggi meno di un tedesco su tre rivoterebbe per questo governo. Una delegittimazione pesante, seppure informale. La coalizione potrà restare in sella fino alla scadenza naturale della legislatura tra tredici mesi. Ciò non toglie che si stia distinguendo per un’insipienza e un’agenda dalle conseguenze catastrofiche per l’economia tedesca e, per estensione, quella europea. I verdi hanno sequestrato il cuore manifatturiero del continente con un programma ideologico e devastante per l’industria nazionale.

Recessione in Germania auto-inflitta da agenda ideologica

La recessione in Germania si spiega anche, se non soprattutto, tramite l’ostinazione con cui il politicamente insignificante Scholz ha deciso di dare seguito a misure di politica economica aberranti nel nome dell’ambientalismo bieco.

Non è detto che riesca a superare indenne il mese di settembre. Le elezioni anticipate a Berlino sono quasi un tabù, ma nel 2005 furono chieste e ottenute da un altro cancelliere socialdemocratico, il ben più carismatico Gerhard Schroeder dopo la disfatta nella storica roccaforte rossa del Nord-Reno-Vestfalia. Ci sarà il bis a distanza di quasi venti anni?

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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