Novità importanti in arrivo sulle pensioni, perché il governo starebbe per intervenire sulla previdenza nella prossima legge di Bilancio. Al netto delle varie problematiche di cassa che come sempre vanno considerate per quanto concerne le pensioni. Ed al netto del freno che anche all’interno della maggioranza del governo qualcuno vorrebbe adottare nel varo di nuove misure di pensionamento anticipato. Ecco la riforma delle pensioni in via di studio. Con qualche novità che potrebbero interessare molti lavoratori. Perché sono tanti che sperano in un cambio di rotta con misure più favorevoli come età di uscita.
La proroga delle misure in scadenza nel 2024
Partiamo da quello che rischia di scomparire da gennaio perché si tratta di misure che hanno una data di cessazione prefissata al 31 dicembre 2024. Parliamo di Ape sociale e di opzione donna. Le due misure da anni fanno parte integrante del nostro sistema pensioni e quindi sono misure che probabilmente continuano a godere di un discreto appeal nei lavoratori. La scadenza di opzione donna come quella dell’Ape sociale potrebbe slittare di ulteriori 12 mesi. Infatti stando alle ultime indiscrezioni, difficilmente il governo chiuderà questi strumenti. E come ogni anno, la proroga di queste misure finisce con l’essere una sorta di soluzione tampone da parte dell’esecutivo. Anche nel 2025 quindi, le lavoratrici che rientrano nelle ristrette platee di riferimento di opzione donna potrebbero trovare in questa misura un canale di uscita anticipato. E per gli altri anche l’anticipo pensionistico sociale continuerà a rappresentare un assegno ponte per la pensione futura.
Ecco la riforma delle pensioni e sarà addio alla legge Fornero, ma come? Novità 2025
Potrebbero avere la possibilità di andare in pensione ancora a 63 anni e 5 mesi di età con 30 o 36 anni di contributi, i caregiver, gli addetti alle mansioni gravose, i disoccupati e gli invalidi. E a 61 anni senza figli, o a 59 anni con due o più figli e 60 anni con un solo figlio, potrebbero andare in pensione le donne con 35 anni di contributi e il loro scivolo contributivo anticipato.
Calcolo contributivo sempre meno penalizzante ecco perché la riforma delle pensioni può partire da quota 41
L’idea di proporre una pensione tagliata a chi opta per anticipare l’uscita è sempre in auge. E a dire il vero il taglio di assegno più anni passano, meno grave sarebbe per i lavoratori. Perché effettivamente sono sempre meno i lavoratori che vantano una carriera lunga oltre 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995. E sono quelli che hanno già raggiunto i 18 anni a quella data, i più penalizzati da misure che già oggi liquidano una pensione con il sistema contributivo. Esattamente come fanno per esempio quota 103 e opzione donna.