In pensione prima o una pensione più alta, nel 2024 la scelta che può cambiare la vita

Una pensione prima o una pensione più alta, per le lavoratrici la scelta è più ampia: due diversi vantaggi alternativi tra loro.
3 mesi fa
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In pensione a 63 anni o addirittura prima, ecco come si può fare subito
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Nel 2024, ci sono lavoratori che hanno maturato o stanno per maturare il diritto alla pensione anticipata. In altre parole, questi lavoratori possono andare in quiescenza anche se non hanno ancora raggiunto i fatidici 67 anni, l’età stabilita dal sistema italiano per accedere alla pensione di vecchiaia. Le regole del nostro sistema pensionistico sono particolari e pongono i lavoratori che hanno maturato il diritto di uscire dal lavoro prima dei 67 anni di fronte a una domanda cruciale: conviene optare per una pensione anticipata o per una pensione più alta? È una domanda che, ad esempio, si è posta una nostra lettrice.

“Buonasera, sono Sara, lavoratrice e madre di 4 figli. Nel 2025 compirò 64 anni e avrò accumulato 20 anni di contributi. Non ho contributi versati prima del 1996, quindi miro alla pensione anticipata contributiva. Vorrei porvi alcune domande:

  1. Che vantaggi ho se posticipo la pensione e resto al lavoro per altri 3 anni?
  2. Se lascio comunque il lavoro l’anno prossimo, cosa guadagno aspettando i 67 anni per presentare la domanda di pensione?
  3. Quali vantaggi offre la legge in considerazione del fatto che ho avuto 4 figli?

Vi ringrazio anticipatamente per la vostra eventuale risposta e per i vostri preziosi consigli.”

Una pensione anticipata o una più alta? Nel 2024, una scelta che può cambiare la vita

In linea generale, chi posticipa la pensione e rimanda la sua uscita dal mondo del lavoro riceve un importo più alto rispetto a chi sceglie di uscire dal lavoro anticipatamente. Tuttavia, la decisione tra una pensione anticipata o una più alta deve essere presa dal lavoratore stesso, in base alle proprie esigenze e circostanze personali.

Inoltre, ci sono lavoratori a cui il sistema previdenziale riserva regole particolari che possono portare a una pensione agevolata in termini di età di uscita o a una pensione di importo significativamente più alto rispetto al normale. Vediamo di cosa si tratta.

Le alternative disponibili per andare in pensione

Lasciare il lavoro a 64 anni con 20 anni di contributi è possibile. Anticipare quindi la pensione di 3 anni rispetto ai 67 anni, chiudendo i versamenti contributivi a 20 anni anziché a 23, comporta inevitabilmente una pensione più bassa rispetto alla pensione di vecchiaia ordinaria. Due lavoratori con lo stesso stipendio percepiranno due pensioni nettamente diverse in base alla scelta che faranno. Chi esce a 64 anni lo farà con 20 anni di contributi, mentre chi posticipa la pensione uscirà a 67 anni con 23 anni di contributi (perché continuerà a lavorare e versare contributi fino a quell’età).

Versare 3 anni in più di contributi è importante, così come lo è uscire a 67 anni anziché a 64, sia per il calcolo della pensione sia per l’importo del trattamento. Il nostro sistema contributivo è semplice da comprendere: più contributi si versano, più alta sarà la pensione. Questo perché il montante contributivo, ovvero il “salvadanaio” in cui confluiscono i contributi, viene riempito di ulteriori somme.

Per questo motivo, è evidente la convenienza di rimanere al lavoro altri 3 anni, anche se si sono già raggiunti i 64 anni di età e i 20 anni di contributi necessari per la pensione anticipata contributiva. Ma c’è altro da considerare.

Per le lavoratrici, la scelta è più ampia

Infatti, un lavoratore che esce a 64 anni con 20 anni di contributi riceverà una pensione calcolata con coefficienti di trasformazione meno favorevoli rispetto a chi sceglie di posticipare l’uscita di 3 anni. A 64 anni, infatti, la pensione è calcolata con un coefficiente più basso rispetto a quello applicato a 67 anni.

In pratica, anche interrompendo la carriera a 20 anni, senza nuovi versamenti tra i 64 e i 67 anni, la pensione salirebbe comunque. Tuttavia, la nostra lettrice ha la possibilità di sfruttare altre agevolazioni che possono facilitare l’accesso alla pensione anticipata contributiva o consentire di anticipare di qualche anno l’uscita rispetto ai 67 anni, anche scegliendo di proseguire la carriera.

Come sfruttare al massimo la normativa in vigore

Una lavoratrice che ha iniziato a versare contributi previdenziali dopo il 1° gennaio 1996 può andare in pensione a 64 anni con 20 anni di contributi, accedendo a quella anticipata contributiva. Tuttavia, può anche scegliere di andare in pensione di vecchiaia ordinaria a 67 anni, sempre con 20 anni di contributi.

In entrambi i casi, può usufruire di uno sconto di 4 mesi per figlio sull’età pensionabile, fino a un massimo di 12 mesi di sconto. Ciò significa che per la pensione anticipata contributiva potrebbe uscire a 63 anni se ha avuto 3 o più figli. E per quella di vecchiaia potrebbe farlo a 66 anni. Questa è solo una delle opzioni disponibili per una lavoratrice che ha iniziato a versare contributi dopo il 31 dicembre 1995.

Rinunciando allo sconto sull’età, potrebbe invece ottenere una pensione più alta. In pratica, se ha avuto uno o due figli, uscendo a 64 anni di età, l’importo sarebbe calcolato come se l’uscita fosse a 65 anni. Se esce a 67 anni, sarebbe calcolata come se l’uscita fosse a 68 anni. I coefficienti, come detto, sono più favorevoli con l’aumentare dell’età. Se ha avuto 3 o più figli, la pensione a 64 anni sarebbe calcolata con il coefficiente dei 66 anni, mentre quella a 67 anni con i coefficienti dei 69 anni.

Perché una pensione più alta è importante anche per il diritto all’uscita

Un vantaggio evidente che assume ancora più rilevanza a causa delle regole del sistema previdenziale in regime di calcolo contributivo. I “nuovi iscritti”, ovvero coloro che hanno iniziato a versare contributi solo dal 1996 in poi, devono rispettare vincoli più stringenti per ottenere la pensione. È necessario raggiungere un importo minimo della prestazione.

Infatti, la pensione di vecchiaia a 67 anni con 20 anni di contributi è ammessa solo se l’importo è pari o superiore a quello dell’assegno sociale. Per quelle anticipate contributive, i vincoli sono ancora maggiori. Si può uscire a 64 anni con 20 anni di contributi solo se l’importo è pari ad almeno 3 volte l’assegno sociale.

In presenza di due o più figli, una lavoratrice (e solo lei, poiché per gli uomini non è previsto) può ottenere la pensione anticipata contributiva. Ma solo se l’assegno è pari ad almeno 2,6 volte l’assegno sociale. Con un solo figlio, il trattamento non deve essere inferiore a 2,8 volte l’assegno sociale.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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