Per gli affetti da patologie fisiche o psichiche il sistema previdenziale ed assistenziale non lesina misure di aiuto. Il sistema previdenziale e assistenziale offre numerose misure di sostegno per coloro che sono affetti da patologie fisiche o psichiche. Tuttavia, per ottenere alcuni tipi di aiuto, è necessario raggiungere un elevato grado di invalidità. Ad esempio, per ottenere l’indennità di accompagnamento, è richiesto il 100% di invalidità con difficoltà persistenti nello svolgimento delle attività quotidiane. Questa è una misura prettamente assistenziale, che prescinde dal lavoro svolto e dai contributi versati.
Perché si può andare in pensione a partire dai 56 anni con diverse variabili anche per invalidi non gravi
Un invalido al 74% ha a disposizione almeno tre misure che gli consentono di andare in pensione anticipatamente. Ad esempio, una di queste è la pensione senza limiti di età, conosciuta come quota 41 per i lavoratori precoci. È sufficiente avere il 74% di invalidità per rientrare nelle categorie a cui la misura si rivolge.
L’interessato, oltre a essere riconosciuto invalido civile con un grado di invalidità non inferiore al 74%, deve aver maturato almeno 41 anni di contributi, di cui 35 effettivi da lavoro, esclusi quindi i contributi figurativi da malattia e disoccupazione. Inoltre, è fondamentale aver versato almeno 12 mesi di contributi prima del compimento dei 19 anni, anche se questo anno di contribuzione è stato discontinuo.
Pensioni per invalidi al 74%: a 63,5 anni di età si può, ma a 56 anni serve l’80% di invalidità pensionabile
Nel 2024 l’età utile per accedere all’Anticipo Pensionistico Sociale (APE social) è aumentata di 5 mesi, ma rimane il vantaggio per alcune categorie di contribuenti, tra cui gli invalidi civili con un’invalidità minima del 74%.
Per le donne invalide al 74%, esiste anche la possibilità di accedere alla pensione con l’Opzione Donna. Le invalide civili al 74% senza figli possono andare in pensione se, nel 2023, hanno raggiunto i 61 anni di età e i 35 anni di contributi. Se l’interessata ha avuto un solo figlio, può andare in pensione a 60 anni di età, sempre con 35 anni di contributi. In presenza di due o più figli, è sufficiente aver raggiunto i 59 anni di età e i 35 anni di versamenti entro il 31 dicembre 2023.
L’invalidità specifica può consentire un anticipo pensionistico anche di 11 anni
Indipendentemente dal numero di figli, e quindi senza i vincoli dell’Opzione Donna, esiste una misura molto favorevole: la pensione di vecchiaia anticipata con invalidità pensionabile. Questa misura è rivolta a chi ha un’invalidità minima dell’80%, ma non civile, bensì pensionabile.
Le commissioni mediche dell’INPS stabiliscono se l’invalidità riconosciuta è specifica per il lavoro svolto dall’interessato. Se la riduzione della capacità lavorativa all’80% o più compromette la capacità di svolgere il proprio lavoro, le donne possono andare in pensione a 56 anni e gli uomini a 61 anni.
Per accedere a questo vantaggio è necessaria una carriera contributiva di almeno 20 anni. È importante sottolineare che non si tratta di un’invalidità generica o civile, ma di un’invalidità specifica. Questa differenza è fondamentale, poiché ci possono essere lavoratori con un’invalidità specifica superiore a quella civile.
Ad esempio, chi soffre di un problema agli occhi che non consente di svolgere lavori in cui la vista è essenziale (come nel caso degli orologiai) può avere un’invalidità civile bassa, ma un’invalidità pensionabile elevata, che consente di andare in pensione anticipatamente, già a 56 anni per le donne e 61 per gli uomini.