Ristorante scatena il web, bisogna ordinare almeno due portate

Polemiche da social, il web si scatena sul ristorante di Camogli, dove è obbligatorio ordinare almeno due portate a testa.
4 mesi fa
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ristorante

Si fa quel che si può per sbarcare il lunario, e probabilmente il ristorante di Camogli, in provincia di Genova, ha pensato bene di adottare una politica “discutibile” pur di rimanere a galla. Di cosa stiamo parlando? Della scelta di obbligare gli avventori ad ordinare almeno due portate. Entrando più nel dettaglio, però, ci accorgeremo che la scelta del titolare è prettamente economica, e non si tratta di una speculazione atta a voler guadagnare più del dovuto.

Il web si scatena

Oggi il miglior giudice rimane il web, naturalmente siamo sarcastici, in realtà i social sono il posto peggiore per esprimere le proprie idee, poiché vige l’effetto Gige.

Di cosa si tratta? Parliamo di un racconto citato da Platone, nel quale un certo Gige trova un anello magico che lo rende invisibile (molto simile all’incipit de Lo Hobbit con Bilbo protagonista). Lo scaltro Gige, però, utilizza questo anello per compiere le peggiori nefandezze al fine di ottenere un tornaconto personale. Platone ci vuole dire che, quando è sicuro di farla franca (perché non visto), l’uomo è capace di qualsiasi cattiveria. Ed ecco che questo racconto sembra calzare a pennello per i leoni da tastiera dei social. Secondo molti sociologi infatti il web ha messo in pratica il cosiddetto effetto Gige, ossia la sicurezza di non essere visti e quindi vomitare sugli altri utenti le peggiori accuse e critiche.

Sostanzialmente è quanto accaduto proprio alla titolare del ristorante di Camogli, in provincia di Genova, con gli internauti che hanno aspramente criticato la scelta dello stesso di obbligare i loro clienti a ordinare almeno due portate a testa. A parte il fatto che un gestore del locale può scegliere la politica del proprio esercizio come meglio crede, nel rispetto della legge, ovviamente. Ma come detto, la scelta in questione è motivata da ragioni economiche.

La titolare ha infatti espresso il suo dispiacere sul web e ha ribadito che è stata l’unica soluzione possibile al fine di evitare tagli al personale o ridurre la qualità dei suoi prodotti.

Ristorante da due portate minimo

A ferragosto i numeri dei ristoranti sono stati da record, ma durante il resto dell’anno ci sono anche momenti di forte crisi. In passato, anche altri ristoranti hanno fatto scelte impopolari e sono poi stati costretti a tornare sui propri passi. Quello di Camogli però non ha la minima intenzione di farlo e va avanti per la sua strada con la politica delle due portate minime a testa. Insomma, chiarite le ragioni che hanno spinto il ristorante ligure a scegliere questa linea, possiamo dire che comunque non è nemmeno poi così singolare come evento. Anzi, c’è stato sicuramente di molto più originale. Gli utenti del web hanno storto ancor di più il naso per la scelta del ristorante di Ortisei di far pagare 3 euro in più per ogni piatto vuoto aggiunto.

E che dire poi di quel cliente che, nella zona del Porto di Palermo, ha visto nello scontrino la voce “apertura tappo” per la bottiglia di spumante che aveva pagato? Un servizio che a quanto pare è costato ben 8 euro. Il titolare si è scusato dicendo che si trattava di un errore di trascrizione, avrebbero dovuto scrivere “servizio al tavolo”, cosa che in effetti in alcuni bar francesi si paga. Certo, 8 euro per tale servizio sembrano in effetti un prezzo un tantino eccessivo, per usare un eufemismo.

I punti chiave…

  • ristorante in provincia di Genova obbliga i clienti a ordinare almeno due portate;
  • il web si scatena attaccando la gestione dell’esercizio;
  • la titolare si difende affermando che si tratta di scelta obbligata per far fronte ai costi.

Daniele Magliuolo

Redattore di InvestireOggi.it dal 2017 nella sezione News, si occupa di redazione articoli per il web sin dal 2010.
Tra le sue passioni si annoverano cinema, filosofia, musica, letteratura, fumetti e altro ancora. La scrittura è una di queste, e si dichiara felice di averla trasformata in un vero e proprio lavoro.
Nell'era degli algoritmi che archiviano il nostro sentire al fine di rinchiuderci in un enorme echo chamber, pone al centro di ogni suo articolo la riflessione umana, elemento distintivo che nessuna tecnologia, si spera, potrà mai replicare.

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