Pensioni e vantaggi per le lavoratrici con più figli, ecco l’elenco delle agevolazioni

Come funzionano le agevolazioni sulle pensioni per le lavoratrici con figli, sia per quelle anticipate che per quelle di vecchiaia.
2 mesi fa
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Andare in pensione nel 2025 è un obiettivo che molti contribuenti hanno programmato o preso in considerazione. Tuttavia, non è ancora del tutto chiaro quali saranno le nuove misure per il pensionamento nel 2025. Ciò che è certo, però, è che alcune misure attualmente in vigore saranno ancora attive nel 2025, offrendo così la possibilità di pensionamento per molti. Per le donne, in particolare, le opportunità di pensionamento anticipato potrebbero essere ancora più favorevoli, soprattutto per le lavoratrici madri, che possono contare su diversi vantaggi legati al numero di figli avuti.

Pensione anticipata contributiva: un’opportunità per le donne, con vantaggi legati all’inflazione

La pensione anticipata contributiva è una misura unica, che offre vantaggi significativi sia in termini di età di uscita che di carriera contributiva. Non esistono altre misure pensionistiche, non destinate agli invalidi, che permettano di andare in pensione a 64 anni con soli 20 anni di contributi, rispetto ai 67 anni richiesti per la pensione di vecchiaia ordinaria. Tuttavia, esistono alcuni vincoli. La pensione anticipata contributiva riguarda solo chi ha iniziato a versare contributi dopo il 1995 o chi ha optato per il sistema contributivo. Inoltre, è necessario raggiungere una soglia minima di importo della pensione, altrimenti l’INPS non concede il trattamento.

Proprio su questo punto, le lavoratrici madri possono beneficiare di un vantaggio. Vediamo in dettaglio quale tipo di beneficio offrono i figli avuti alle lavoratrici.

Pensioni per le lavoratrici: tutte le agevolazioni previste per il 2025

Per accedere alla pensione anticipata contributiva, è necessario che l’importo della pensione sia pari o superiore a tre volte l’assegno sociale. Nel 2025, l’assegno sociale subirà un aumento, sebbene più modesto rispetto agli incrementi del 2023 e del 2024. L’inflazione, infatti, è attualmente all’1,6%, secondo i dati più recenti dell’ISTAT. Questo significa che l’assegno sociale, che era aumentato di oltre 30 euro all’anno negli ultimi due anni (passando da 468 euro nel 2022 a 503 euro nel 2023 e a 534 euro nel 2024), nel 2025 aumenterà di circa 8 euro.

Assegno sociale e collegamento con i trattamenti pensionistici

Questa notizia, pur non del tutto positiva, favorisce chi intende andare in pensione a 64 anni con la pensione anticipata contributiva. Nel 2025, sarà necessario avere un trattamento pensionistico leggermente superiore a 1.626 euro lordi al mese, considerando che l’assegno sociale sarà intorno ai 542 euro. Un piccolo aumento rispetto ai 1.602 euro necessari nel 2024.

Le lavoratrici madri, tuttavia, godono ancora di un vantaggio in base al numero di figli avuti. Le donne con due o più figli potranno andare in pensione con un trattamento pari o superiore a 2,6 volte l’assegno sociale (circa 1.410 euro al mese), mentre chi ha avuto un solo figlio potrà farlo con un trattamento pari o superiore a 2,8 volte l’assegno sociale (circa 1.517 euro al mese).

I figli avuti contribuiscono anche al calcolo della pensione

I vantaggi per le madri non si limitano all’importo minimo per il pensionamento anticipato contributivo. Infatti, grazie alla Legge n. 335 del 1995, nota come riforma Dini, il legislatore ha introdotto un’ulteriore agevolazione per le madri: la possibilità di scegliere tra anticipare l’età pensionabile o ottenere un calcolo più favorevole della pensione, a seconda del numero di figli avuti.

Le madri possono quindi decidere se anticipare l’uscita rispetto ai 64 anni previsti per la pensione anticipata contributiva o ai 67 anni per la pensione di vecchiaia, oppure optare per un calcolo della pensione più vantaggioso, accettando di dover lavorare fino a 64 o 67 anni. Questo beneficio è riservato alle lavoratrici che hanno iniziato a versare contributi dopo il 31 dicembre 1995, indipendentemente dalla natura dei contributi.

Come calcolare meglio il proprio trattamento

Per le pensioni nel 2025, il vantaggio di essere madre si traduce in uno sconto di quattro mesi sull’età pensionabile per ogni figlio, fino a un massimo di un anno.

In pratica, una madre con tre o più figli potrà andare in pensione a 66 anni anziché a 67 con la pensione di vecchiaia, o a 63 anni anziché a 64 con la pensione anticipata contributiva.

Oppure, la madre può rinunciare allo sconto sull’età di uscita e beneficiare di un calcolo più favorevole della pensione, avvicinandosi più facilmente al limite del 2,6 volte l’assegno sociale richiesto per il pensionamento anticipato contributivo. In questo caso, la lavoratrice mamma può optare per un calcolo della pensione con un coefficiente di trasformazione più favorevole, che aumenta in base al numero di figli.

Pensioni e vantaggi per le lavoratrici con più figli: l’elenco delle agevolazioni

I coefficienti di trasformazione sono fattori moltiplicativi utilizzati per calcolare l’importo della pensione, basandosi sul montante contributivo rivalutato. Questi coefficienti aumentano con l’età:

  • 57 anni: 4,270%
  • 58 anni: 4,378%
  • 59 anni: 4,493%
  • 60 anni: 4,615%
  • 61 anni: 4,740%
  • 62 anni: 4,882%
  • 63 anni: 5,028%
  • 64 anni: 5,184%
  • 65 anni: 5,352%
  • 66 anni: 5,531%
  • 67 anni: 5,723%
  • 68 anni: 5,931%
  • 69 anni: 6,154%
  • 70 anni: 6,395%
  • 71 anni: 6,655%

Maggiore è l’età di uscita, migliore è il coefficiente, poiché a parità di montante contributivo, si ottiene una pensione più elevata. Per esempio, una madre con almeno tre figli, che sceglie di uscire a 64 anni, può beneficiare del coefficiente riservato ai 66 anni. Questo comporta una differenza significativa: con un montante di 400.000 euro, la pensione a 66 anni sarebbe di circa 22.124 euro lordi all’anno, mentre a 64 anni sarebbe di circa 20.736 euro.

Questa differenza può essere decisiva, soprattutto perché un montante di 350.000 euro non sarebbe sufficiente per garantire una pensione anticipata contributiva di 1.410 euro al mese, come richiesto nel 2025. Tuttavia, utilizzando il coefficiente maggiorato di due anni, la lavoratrice con lo stesso montante di 350.000 euro potrebbe avere diritto a una pensione di quasi 1.490 euro al mese.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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