Annullamento e sospensione di una cartella esattoriale, ecco quando e come fare

Ecco come chiedere annullamento e sospensione di una cartella esattoriale di cui è dubbia la legittimità. Come funziona la normativa.
2 settimane fa
3 minuti di lettura
Pace fiscale e Rottamazione debiti bollette
Foto: Web

Le cartelle esattoriali sono un argomento sempre più rilevante, e lo sono per due semplici motivi. In primo luogo, è stata recentemente introdotta una riforma della riscossione, i cui effetti si inizieranno a percepire dal primo gennaio prossimo. Tra i cambiamenti previsti, si parla di discarico automatico di alcune cartelle obsolete di oltre 5 anni e di piani di rateizzazione più lunghi per i contribuenti. In secondo luogo, come spesso accade in questo periodo dell’anno, il decreto fiscale, collegato alla legge di Bilancio, potrebbe portare ulteriori novità, come l’ipotesi di una nuova rottamazione delle cartelle.

Chi si trova a dover gestire cartelle esattoriali può valutare, anche senza sanatorie o agevolazioni, l’opzione di non pagare. Prima di richiedere una rateizzazione, magari sfruttando i piani più lunghi che saranno presto disponibili, è consigliabile verificare se ci siano le condizioni per l’annullamento o la sospensione di una cartella. La procedura per ottenere uno di questi risultati non è complessa.

“Buongiorno, mi chiamo Sofia, sono una vostra lettrice affezionata e mi sono arrivate due cartelle relative al bollo auto del 2015 e alla tassa sui rifiuti del 2017. Pensavo di essere in regola con i pagamenti, ma a quanto pare non è così. Tuttavia, mi sembra strano, poiché sono sempre stata puntuale nel versamento delle tasse. Potete aiutarmi a capire come evitare di pagare quanto richiesto dall’Agenzia delle Entrate Riscossione? Secondo me ci sono degli errori.”

Annullamento e sospensione di una cartella esattoriale: ecco quando e come fare

Non è raro che un contribuente riceva una cartella esattoriale, e non è raro dimenticarsi di aver saltato il pagamento di una multa o di una tassa. Può anche capitare che il pagamento effettuato sia inferiore al dovuto, magari a seguito di controlli amministrativi. In generale, quando arriva una cartella esattoriale, è perché il contribuente ha omesso di pagare qualcosa.

Tuttavia, gli errori non sono infrequenti. Possono derivare dall’Agenzia delle Entrate Riscossione, incaricata della riscossione, oppure dall’ente che ha emesso la richiesta di pagamento.

Per esempio, una tassa dovuta a un ente (come un Comune per i rifiuti, lo Stato per l’IRPEF o la Regione per il bollo auto) potrebbe essere stata già pagata, ma per vari motivi è diventata comunque oggetto di una cartella. Potrebbero esserci vizi nelle notifiche o il debito potrebbe essere prescritto. In questi casi, il contribuente ha il diritto di richiedere l’annullamento o la sospensione della cartella esattoriale. Vediamo come procedere.

Le opzioni a disposizione dei contribuenti: cosa fare di fronte a una cartella esattoriale

Come indicato sul sito dell’Agenzia delle Entrate, il contribuente che ritiene infondata la richiesta contenuta in una cartella ha la possibilità di agire. Può rivolgersi direttamente all’ente che ha incaricato l’Agenzia delle Entrate Riscossione di incassare il debito, chiedendo il riesame della cartella e ottenendo, eventualmente, la sospensione del pagamento fino al termine dell’accertamento. In alcuni casi, può ottenere l’annullamento del debito, in parte o totalmente, attraverso il meccanismo dell’autotutela.

Dal punto di vista operativo, ci sono due alternative. La prima è recarsi presso gli uffici territoriali dell’ente che ha emesso la cartella, previo appuntamento. Il contribuente può presentare l’istanza di riesame direttamente allo sportello. La seconda opzione è procedere online, accedendo ai servizi telematici con SPID, CIE o CNS nell’area riservata ai cittadini sui siti delle amministrazioni. Per esempio, se il debito è relativo all’IRPEF, è possibile utilizzare la sezione “Consegna documenti e istanze” sul sito dell’Agenzia delle Entrate.

Attenzione ai termini: non sbagliare le tempistiche

È importante sottolineare che, come indicato sul sito dell’Agenzia delle Entrate, presentare un’istanza di riesame non sospende automaticamente i termini per proporre un ricorso formale.

La richiesta di riesame non interrompe né sospende i termini per presentare un eventuale ricorso. Se l’ente decide di accogliere la richiesta del contribuente, magari perché quest’ultimo ha fornito prove del pagamento delle tasse contestate, l’atto viene annullato, con tanto di sgravio delle somme iscritte a ruolo, e l’Agenzia delle Entrate Riscossione viene incaricata di cancellare la cartella esattoriale. In questo caso, l’attività di recupero dell’agente della riscossione si interrompe.

Annullamento e sospensione di una cartella esattoriale: anche il ricorso è un’opzione

Se il pagamento è stato effettuato prima della formazione del ruolo, se c’è stato un provvedimento di sgravio emesso dall’ente creditore, o se la cartella è caduta in prescrizione o decadenza, il contribuente ha il diritto di richiederne la sospensione direttamente all’Agenzia delle Entrate Riscossione. La richiesta deve essere presentata entro 60 giorni dalla notifica della cartella. Queste azioni possono essere intraprese autonomamente, senza necessità di un legale, a meno che non si intenda avviare una vera e propria causa.

In alternativa, il contribuente può presentare un ricorso formale contro la cartella esattoriale entro 60 giorni dalla notifica. Il ricorso può essere indirizzato alla Corte di Giustizia Tributaria di primo grado e, anche in questo caso, può essere accompagnato da una richiesta di sospensione della cartella, da presentare alla stessa Corte, in alternativa alla richiesta di sospensione direttamente all’ente creditore.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

sul tema FISCO

Bond Maldive a rischio crac
Articolo precedente

Il turismo non salva le Maldive dal default, bond sukuk a rischio rimborso

pensione a 63 anni
Articolo seguente

Via dal lavoro nel 2025 a 63 anni ma con quale pensione? Ecco la guida