Obbligazioni “inverse floater”, ecco perché attirano il mercato con il taglio dei tassi

Ecco cosa sono le obbligazioni "inverse floater", come funzionano e perché con il taglio dei tassi di interesse diventano allettanti.
2 settimane fa
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BTp a lungo termine penalizzati da BCE
BTp a lungo termine penalizzati da BCE © Licenza Creative Commons

Il mercato obbligazionario ha accusato un colpo durissimo nel biennio passato, a causa dell’improvviso ritorno dell’inflazione a livelli che non si vedevano da quaranta anni. Ciò ha spinto le banche centrali ad alzare i tassi di interesse per cercare di stabilizzare i prezzi al consumo. I rendimenti di mercato sono esplosi e le quotazioni sono precipitate. Per le scadenze più lunghe, un bagno di sangue. Ora che l’inflazione sta rientrando, gli istituti iniziano a tagliare i tassi.

E questo sembra un buon momento per comprare titoli del debito, in particolare per una categoria specifica: le obbligazioni “inverse floater”.

Bond con cedole strutturate

Dicevamo, le lunghe scadenze hanno subito perdite in conto capitale spaventose. Erano state emesse fino al periodo del Covid a tassi che oggi definiremmo ridicoli. Pensate che il bond a 100 anni dell’Austria, collocato sul mercato nel giugno del 2020, stacca cedola dello 0,85%. Naturale che ancora oggi si acquisti per meno di 48 centesimi, a meno della metà del suo valore. Il periodo brutto, però, sembra alle spalle. Per chi entrasse oggi sul mercato, le opportunità non mancherebbero. Si compra a cedole alte e/o prezzi bassi.

Le obbligazioni inverse o reverse floater presentano una peculiarità che li rende ulteriormente appetibili agli occhi degli investitori. Le loro cedole sono variabili e legate ai tassi di mercato, ma in funzione inversa. Quando questi salgono, la cedola scende; quando scendono, le cedole salgono. E’ chiaro che la direzione che stanno prendendo in questa fase i tassi nel mondo sia calante. E ciò avvantaggia i possessori di questi particolari titoli, soprattutto se acquistati in periodi non sospetti.

Esempio pratico con bond Goldman Sachs

In un certo senso, possiamo affermare che chi investe sulle obbligazioni inverse floater, sta scommettendo al ribasso sui tassi. E ciò implica che si attende un calo dell’inflazione e magari anche un periodo di crisi dell’economia.

Abbiamo preso come esempio il bond di Goldman Sachs, la cui emissione in dollari risale al dicembre del 2019 e con scadenza nel dicembre 2026 (ISIN: XS2080969665). Allora, i tassi negli Stati Uniti erano superiori a quelli europei, ma molto inferiori a quelli attuali. Nessuno avrebbe immaginato che ci sarebbe stato il Covid e subito dopo un periodo di reflazione devastante.

Goldman emise il bond con cedola fissa del 3,50% annuale per il primo biennio. Successivamente, la cedola fu fissata variabile secondo il seguente schema: 3,50% – tasso swap Usd a 10 anni. Concesse agli obbligazionisti un floor dell’1% lordo e impose un cap del 3,50%. Oggi, il tasso di riferimento viaggia sopra il 3,40%. Pertanto, e solo grazie al floor previsto, l’obbligazionista incassa la cedola minima. Considerate che tale tasso è arrivato a superare il 4,60% nella primavera scorsa. Era all’1,85% alla data di emissione.

In pratica, le obbligazioni inverse floater convengono quando i tassi scendono inaspettatamente o in misura superiore alle attese. Nel caso di Goldman Sachs, ad esempio, la quotazione è già risalita dai 78 centesimi di due anni fa ai 90 attuali. Man mano che il mercato ha fiutato la fine del ciclo monetario restrittivo, ha acquistato il bond per approfittare dell’atteso taglio dei tassi futuro. E’ evidente che, una volta scontato, si rifletta nei prezzi. E il rendimento scenderà fino a portarsi sostanzialmente in linea con quello offerto da obbligazioni ordinarie di pari durata residua.

Obbligazioni inverse floater da maneggiare con cura

Per quanto detto, le obbligazioni inverse floater vanno maneggiate con cura. Sono molto allettanti quando i tassi appaiono già alti, mentre andrebbero scartate dai più quando sono bassi. Ed è importante arrivare in tempo. Come detto, una volta che il mercato metabolizza un taglio imminente dei tassi e lo sconta appieno, il cosiddetto “alpha” per l’investitore si azzererà.

Allo stato attuale, l’ingresso degli Stati Uniti nella recessione e altri fattori depressivi per i prezzi al consumo avrebbero un impatto ulteriormente favorevole sul mercato obbligazionario, tra cui questi particolari bond strutturati.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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