Pensione anticipata o di vecchiaia, come centrare l’obiettivo con la pace contributiva

Perché si può andare in pensione prima con la pace contributiva e come recuperare 5 anni sia per la pensione anticipata che per la vecchiaia.
3 mesi fa
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Pensione anticipata contributiva o pensione di vecchiaia contributiva poco importa. Uno strumento introdotto dal governo e confermato dall’INPS con un comunicato ufficiale il 22 luglio scorso permette a molti più lavoratori di prima di poter andare in pensione sia in questo 2024 che nel 2025.

Dopo tre anni di sperimentazione infatti il governo nel 2024 ha deciso di introdurre nuovamente la pace contributiva. E grazie a questo strumento che consente di andare a recuperare fino a 5 anni di contributi, sarà più semplice andare in pensione per chi si trova senza aver raggiunto i 20 anni di contribuzione minima che danno diritto eventualmente, sia alla pensione di vecchiaia che alla pensione anticipata contributiva.

Ma vediamo con l’esattezza di cosa si tratta e che genere di misura è quella che consente di recuperare la contribuzione mancante.

Pace contributiva per andare in pensione prima, come funziona?

La pace contributiva non è altro che uno strumento di riscatto dei contributi che permette a chi ha delle carenze contributive tali da non poter andare in pensione, di metterci una pezza. Allo stesso tempo però è uno strumento che consente anche di arrivare a prendere un trattamento previdenziale più alto. Infatti che ha già raggiunto i requisiti come diritto, può arrivare a sfruttare ulteriori 5 anni di accrediti in modo tale da prendere di più come pensione. Naturalmente parliamo di uno strumento oneroso perché il contribuente deve versare un corrispettivo all’INPS.

Nulla è gratuito quindi. In pratica bisogna versare da soli i contributi in base all’aliquota prevista nel fondo a cui si chiede la pace contributiva è in base alla media delle retribuzioni utili ai fini previdenziali degli ultimi 12 mesi.Un esborso non di poco conto, ma su cui ci sono delle agevolazioni. Va detto infatti che l’onere del riscatto, anche in questo caso come per tutti gli altri riscatti previsti dalla normativa vigente, è scaricabile dal reddito e quindi consente al diretto interessato di recuperare una parte della spesa sostenuta sotto forma di sgravio fiscale.

Oltretutto la pace contributiva offre la possibilità di pagare a rate quanto dovuto. Il versamento può essere spalmato fino a 120 rate mensili e quindi fino a 10 anni. Sempre considerando l’importo minimo della rata che non deve essere inferiore a 30 euro.

Pensione anticipata o di vecchiaia, come centrare l’obiettivo con la pace contributiva

Vediamo adesso cosa si può fare con lo strumento della pace contributiva. La misura quindi, consente di recuperare fino a 5 anni di vuoti contributivi a partire dalla data del primo versamento contributivo e fino al 31 dicembre 2023. La misura riguarda soltanto coloro i quali hanno iniziato a versare dopo il 1995. E non è possibile pertanto, riscattare periodi di carenze contributive antecedenti la data del primo accredito oppure successivi al 31 dicembre 2023.

Con la pace contributiva si possono riscattare cinque anni di periodi vuoti da contribuzione. E in base a ciò che sottolinea l’INPS nel suo comunicato, la facoltà riguarda anche coloro che l’hanno sfruttata nella versione precedente. Perché la misura fu già sperimentata con il decreto numero 4 del 2019 e fu resa valida per il triennio 2019-2021.

In pensione anche prima delle età pensionabili ordinarie, ecco come

Dal momento che la misura riguarda i contributivi puri, si aprono scenari interessanti dal punto di vista anagrafico per poter andare in pensione sia in questi restanti mesi del 2024 che nel 2025. Infatti grazie alla pace contributiva chi ha iniziato a versare dopo il 1995 può avere accesso sia alla pensione di vecchiaia a 67 anni di età che alla pensione anticipata contributiva a 64 anni di età. Ed anche se non sono stati raggiunti i 20 anni di versamenti.
Considerando il fatto che per i contributivi puri nel caso di lavoratrici donne, i figli avuti possono ridurre fino ad un anno l’età di uscita, sia per la pensione anticipata contributiva che per la pensione di vecchiaia, grazie a questo strumento c’è chi potrà uscire dal lavoro a 63 anni.

Nel sistema contributivo le donne possono avere diritto ad uno scontro di quattro mesi per ogni figlio avuto fino a massimo 12 mesi per chi ha avuto 3 o più figli. Quindi, le lavoratrici possono anticipare la pensione anticipata contributiva già a 63 anni di età. Oppure la pensione di vecchiaia già a 66 anni.

Pace contributiva per le anticipate e per la vecchiaia

Con la pace contributiva si può riempire quella carriera carente che invece non dà possibilità di andare in pensione. La pensione di vecchiaia si prende con 67 anni di età e con 20 anni di contributi versati. Per la pensione anticipata contributiva servono invece 64 anni di età e almeno 20 anni di contributi versati. Riscattando fino a 5 anni di vuoti contributivi gli interessati a cui manca qualche anno di contributi, ed hanno dei vuoti, possono evitare di dover rimandare la pensione a 71 anni, quando in effetti basterebbero 5 anni di versamenti.

Ma devono essere periodi effettivamente vuoti. Cioè privi di qualsiasi contribuzione. Non si possono coprire periodi che per un motivo o per l’altro erano privi di versamenti ma su cui c’è qualche anomalia proveniente dal datore di lavoro di quell’epoca o da problematiche relative a contribuzione figurativa o da lavoro autonomo non versati.

Cosa fare prima di pensare di usare la pace contributiva

Il pagamento della pace contributiva può essere anche a rate. Ma è evidente che chi deve andare in pensione subito o nel 2025, farebbe bene a fare bene i calcoli. Per poter godere del pensionamento il corrispettivo del riscatto deve essere versato interamente prima di presentare la domanda di pensione. Quindi chi decide di pagare a rate deve verificare di poter arrivare ai 20 anni di contributi versati nel momento giusto e cioè quando compie 67 anni di età oppure 64 anni di età (o 63 e 66 per via dei figli avuti come spiegato in precedenza).


Un altro aspetto da considerare è quello dei vincoli di importo delle pensioni che i contribuenti devono rispettare per accedere alla pensione come contributivi puri.
Perché la pensione di vecchiaia oltre all’età ed ai contributi, prevede che la pensione non deve essere inferiore all’importo dell’assegno sociale altrimenti non viene concessa. La pensione anticipata contributiva invece per venire assegnata deve essere pari ad almeno 2,8 volte l’assegno sociale con un solo figlio avuto 2,6 volte l’assegno sociale con più figli avuti. Per le donne senza figli e per tutti gli uomini invece la pensione non può essere inferiore a 3 volte l’assegno sociale. Inutile riscattare i contributi se c’è il rischio di non raggiungere gli importi minimi delle prestazioni. In questo caso infatti a prescindere dal riscatto la pensione resterebbe impossibile.

La guida alla domanda, ecco come funziona per la pensione di vecchiaia o per l’anticipata

Per poter sfruttare la pace contributiva come specifica l’INPS nel suo comunicato serve presentare una domanda. Infatti occorre un’istanza telematica secondo la procedura prevista dal sito istituzionale dell’Istituto Previdenziale. Una domanda che può essere fatta tramite un patronato oppure anche sfruttando l’area riservata ai servizi del cittadino sul sito istituzionale dell’INPS, area riservata accessibile tramite autenticazione con le credenziali del Sistema pubblico gli identità digitale (Spid), con una Carta d’identità elettronica (Cie) o con la Carta nazionale dei servizi (Cns).

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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