Controlli conto: con la presunzione bancaria ogni movimento in entrata o in uscita è sospetto

Occhio ai controlli sul conto corrente poiché con la presunzione bancaria ogni movimento in entrata o in uscita è sospetto.
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3 mesi fa
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controlli conto corrente
Foto © Pixabay

Con la presunzione bancaria ogni movimento sul conto corrente è sospetto. Come canta Claudio Baglioni con il brano Questo piccolo grande amore: “Lei mi guardava con sospetto, poi mi sorrideva e mi teneva stretto stretto. Ed io, io non ho mai capito niente, visto che oramai non me lo levo dalla mente che lei, lei era un piccolo grande amore”. La fiducia è alla base di ogni relazione, sia nella sfera privata che in quella professionale. Per questo motivo, nel momento in cui viene tradita, si rischia di compromettere irreparabilmente un rapporto.

Lo sa bene l’Agenzia delle Entrate che si ritrova spesso a dover fare i conti con dei contribuenti che agiscono in malafede per accedere ad agevolazioni e contributi fiscali pur non avendone diritto. Una situazione, purtroppo, alquanto comune che porta l’Amministrazione Finanziaria a dover effettuare continuamenti controlli al fine di contrastare l’evasione fiscale.

Controlli conto: con la presunzione bancaria ogni movimento in entrata o in uscita è sospetto

In particolare a finire nel mirino del Fisco sono i conti correnti. Proprio quest’ultimi sono stati di recente oggetto di due sentenze della Corte di Cassazione, ovvero la numero 21220 e la numero 21214, emanate in data 30 luglio 2024. Grazie a quest’ultime i giudici hanno ribadito la piena applicabilità della cosiddetta presunzione bancaria, prevista dall’articolo 32, primo comma, n. 2, del Decreto del Presidente della Repubblica numero 600 del 29 settembre 1973, sui versamenti sul conto corrente. La novità introdotta da tali sentenze è da rinvenire nel fatto che la presunzione bancaria non riguarda solamente i redditi d’impresa, ma anche a quelli da lavoro autonomo. Entrando nei dettagli, così come riportato anche su Fisco Oggi, la rivista online dell’Agenzia delle Entrate, i giudici di legittimità hanno precisato che:

“con riferimento “ai versamenti effettuati su un conto corrente dal professionista o lavoratore autonomo”, questi debbano essere posti alla base della quantificazione del reddito, e il contribuente sarà onerato di fornire prova contraria alla relativa presunzione legale. Tale convincimento trae origine da una lettura organica del primo comma del richiamato articolo 32, che nella parte riferibile ai versamenti, anche nella sua versione originaria, utilizza il termine reddito, mentre quando trattava i prelevamenti utilizzava la dicotomia ricavi/compensi, cosicché l’espunzione del termine compensi non può che riguardare la sola presunzione sui prelievi“.

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Anche per quanto concerne i compensi, viene riportato sempre su Fisco Oggi, resta comunque ferma per l’Amministrazione finanziaria la facoltà di:

“utilizzare i prelevamenti, non riconducibili a alcun beneficiario o non registrati nelle scritture contabili, ai fini di dimostrare l’inattendibilità delle scritture medesime o anche quale elemento indiziario valido al fine di corroborare presunzioni semplici, comprovanti l’utilizzo da parte del libero professionista delle somme prelevate per acquisti inerenti alla produzione del reddito”.

Dal punto di vista pratico, pertanto, vuol dire che per via della presunzione bancaria i vari movimenti, sia in entrata che in uscita, sul conto corrente possono finire sotto la lente di ingrandimento del Fisco.

  Quest’ultimo, in caso di sospetti, potrà chiedere delucidazioni ai contribuenti. Sarà compito dei soggetti interessati presentare l’opportuna documentazione per dimostrare di aver agito in modo del tutto legale. Nel caso in cui non si riesca a dimostrare di aver agito in regola, bisogna pagare quanto richiesto dall’amministrazione finanziaria, onde evitare di incorrere in spiacevoli situazioni come, ad esempio, il pignoramento.

Veronica Caliandro

In InvestireOggi.it dal 2022 si occupa di articoli e approfondimenti nella sezione Fisco. E’ Giornalista pubblicista.
Laureata in Economia Aziendale, collabora con numerose riviste anche su argomenti di economia e attualità. Ha lavorato nel settore del marketing e della comunicazione diretta, svolgendo anche attività di tutoraggio.

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