Indici economici dell’Europa in calo, la stagnazione è prossima

Per l'Europa c'è un nuovo rischio, quello della stagnazione, fenomeno economico che si verifica quando gli ordini industriali crollano.
2 mesi fa
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Europa
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La si potrebbe definire una situazione di stallo, ma in realtà potrebbe essere considerata l’inizio della fine. La stagnazione è un fenomeno economico che deve preoccupare non poco, l’Europa sta infatti registrando valori di produzione e di reddito che non crescono, né diminuiscono, quindi si trovano stagnanti, da qui il termine. A complicare le cose però ci pensa puntuale come sempre l’inflazione. Nonostante l’andamento sopra descritto, infatti, questa continua a salire.

Uno degli indicatori principali per valutare l’andamento dell’economia dell’Eurozona è il Purchasing Managers’ Index (PMI), che riflette l’orientamento dei responsabili degli acquisti nel settore manifatturiero e dei servizi.

Questo articolo offre un’analisi approfondita delle ultime tendenze economiche in Europa, con particolare attenzione agli indicatori PMI e agli effetti di questi dati sulla crescita e sull’occupazione.

La flessione dell’attività economica in Europa

Nel mese di settembre, l’attività economica del settore privato dell’Eurozona ha registrato una contrazione significativa, stando ai dati previsionali dell’indagine PMI. Si tratta della prima volta in sette mesi che la produzione segna un declino. Questo rallentamento è particolarmente evidente nel calo dei nuovi ordini, che hanno subito la contrazione più marcata da gennaio. La riduzione della domanda ha provocato un effetto a catena che ha coinvolto sia il mercato del lavoro, con un taglio dei posti di lavoro, sia l’inflazione, con una riduzione dei costi di produzione e dei prezzi di vendita.

L’indice PMI composito della produzione è sceso a 48,9 punti a settembre, rispetto ai 51 punti di agosto. Questo indicatore riveste un ruolo cruciale nel monitoraggio dell’economia: un valore superiore a 50 indica una fase di espansione economica, mentre un valore inferiore segnala una contrazione. Con il valore di settembre sceso al livello più basso degli ultimi otto mesi, l’economia europea sembra essere diretta verso una fase di stagnazione prolungata.

Il settore dei servizi, che tradizionalmente tende a essere più stabile rispetto al manifatturiero, ha visto anch’esso una flessione, con l’indice PMI dei servizi sceso da 52,9 a 50,5 punti, il valore più basso da sette mesi. Ancora peggiore è la situazione del settore manifatturiero, che ha registrato un calo da 45,8 a 44,5 punti, segnando il livello più basso da nove mesi.

Le principali economie europee in difficoltà

I dati economici mostrano che le principali economie dell’Eurozona stanno affrontando difficoltà crescenti. In Germania, la prima economia del continente, si è entrati in una fase di recessione tecnica. L’indice PMI dei servizi è sceso da 51,2 a 50,6 punti, mentre quello manifatturiero ha registrato un ulteriore calo, passando da 42,4 a 40,3 punti. Anche la Francia, seconda economia dell’Eurozona, non è esente da queste difficoltà. A settembre, l’indice PMI composito francese è crollato a 47,4 punti, il valore più basso da gennaio. Questo dato arriva dopo che ad agosto si era registrato un picco di 53,1 punti, il massimo degli ultimi 27 mesi.

Il calo è stato particolarmente pronunciato nel settore dei servizi, con l’indice sceso a 48,3 punti rispetto ai 55 punti di agosto, il valore più basso da sei mesi. Il manifatturiero francese, invece, ha visto un lieve miglioramento, con l’indice che è passato da 43,9 a 44 punti, seppur ancora ben al di sotto della soglia dei 50 punti che segna l’espansione economica. In Italia, il quadro economico era già preoccupante ben prima della pubblicazione dei dati PMI. L’Istat aveva rilevato un calo della produzione industriale dello 0,9% a luglio, con settori chiave come l’industria automobilistica (-35%) e il tessile-abbigliamento (-18%) che hanno subito contrazioni molto significative.

Europa a rischio

Guardando al futuro, il rischio di una stagnazione prolungata per l’Eurozona diventa sempre più concreto. Il calo dei nuovi ordini, insieme a una domanda debole, spinge molte aziende a rivedere i propri piani aziendali, riducendo investimenti, assunzioni e produzione.

Questa situazione crea un effetto domino sull’intera economia, con conseguenze negative per l’occupazione e la crescita.

La Banca Centrale Europea (BCE) osserva con attenzione l’evoluzione della situazione. Sebbene l’inflazione nei prezzi di acquisto e di vendita stia rallentando, l’inflazione nel settore dei servizi rimane elevata, rappresentando un ulteriore motivo di preoccupazione. Alcuni analisti ipotizzano che la BCE potrebbe essere costretta a intervenire con ulteriori misure, come un possibile taglio dei tassi di interesse già nel mese di ottobre, per stimolare la ripresa economica e contenere gli effetti della recessione.

In sintesi…

  • contrazione servizi e settore manifatturiero, situazione preoccupante per l’Europa;
  • Germania, Francia e Italia stanno mostrando preoccupanti segni di debolezza;
  • compito dei Governi è ridurre la recessione per stimolare la crescita economica.

Daniele Magliuolo

Redattore di InvestireOggi.it dal 2017 nella sezione News, si occupa di redazione articoli per il web sin dal 2010.
Tra le sue passioni si annoverano cinema, filosofia, musica, letteratura, fumetti e altro ancora. La scrittura è una di queste, e si dichiara felice di averla trasformata in un vero e proprio lavoro.
Nell'era degli algoritmi che archiviano il nostro sentire al fine di rinchiuderci in un enorme echo chamber, pone al centro di ogni suo articolo la riflessione umana, elemento distintivo che nessuna tecnologia, si spera, potrà mai replicare.

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