Pensioni 2025: verso la rivalutazione piena per tutti?

La Manovra 2025 si concentra sulla possibile rivalutazione delle pensioni 2025, con l’obiettivo di adeguarle all’inflazione piena
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Foto © Pixabay

Il tema delle pensioni sarà uno degli argomenti centrali nella discussione della Manovra 2025, che si sta delineando sotto la guida del governo di Giorgia Meloni. In un incontro a Palazzo Chigi il 25 settembre, l’esecutivo ha condiviso i punti principali del Piano strutturale di bilancio con rappresentanti di sindacati e imprese, in preparazione al Consiglio dei ministri previsto per il 27 settembre. Tra i vari temi discussi, uno dei più rilevanti è quello della “rivalutazione pensioni 2025”, una misura che sta generando grande interesse e preoccupazione, soprattutto tra i pensionati e i lavoratori vicini alla pensione.

La rivalutazione delle pensioni 2025 in risposta all’inflazione

Al centro della discussione c’è la possibile rivalutazione piena degli assegni pensionistici, un adeguamento necessario per mantenere il potere d’acquisto dei pensionati di fronte all’aumento dell’inflazione. Il governo sta infatti valutando la possibilità di allineare le pensioni al tasso di inflazione senza distinzione per fasce, come, invece, avvenuto fino al 2024. Dunque, non una rivalutazione pensioni con benefici sono per importi bassi.

Una misura che avrebbe un impatto significativo sulle finanze pubbliche, ma anche sulla qualità della vita di milioni di cittadini. Tuttavia, nonostante l’importanza di questa iniziativa, non vi è ancora certezza riguardo alla sua attuazione.

Ad oggi, si parla soltanto di una proposta in fase di studio, senza un piano dettagliato su come il governo intenda implementarla. È noto che l’esecutivo stia valutando diverse opzioni, ma la mancanza di indicazioni precise lascia i pensionati in una situazione di incertezza.

Le risorse finanziarie necessarie per la rivalutazione pensioni 2025

Uno dei principali nodi da sciogliere riguarda il reperimento delle risorse per finanziare la piena rivalutazione delle pensioni. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha sottolineato la necessità di mantenere un approccio “prudente e responsabile”, facendo intendere che le decisioni saranno prese in modo graduale e ponderato. Le risorse necessarie potrebbero derivare da un ulteriore taglio alla spesa pubblica e da contributi ottenuti attraverso la tassazione degli extraprofitti delle imprese, che negli ultimi anni hanno registrato guadagni superiori alla media.

L’idea di utilizzare gli extraprofitti come fonte di finanziamento è stata già discussa in altre occasioni, e il governo sembra intenzionato a proseguire su questa strada, almeno in parte. Tuttavia, la gestione di questi fondi richiederà grande attenzione per evitare squilibri economici e sociali, e per garantire che le risorse siano distribuite equamente.

Le priorità del governo nella Manovra 2025

Nonostante l’attenzione mediatica si concentri sulla questione pensionistica, è evidente che il governo abbia anche altre priorità per la Manovra 2025. Tra queste, spicca la volontà di rendere stabili e strutturali alcune misure già in corso, come la riduzione del cuneo fiscale per i lavoratori con redditi medio-bassi e la riforma delle aliquote IRPEF. Questi provvedimenti, se confermati, rappresenteranno un passo importante per il rilancio dell’economia e il miglioramento delle condizioni di vita dei lavoratori italiani.

Questa attenzione verso i lavoratori dipendenti, e in particolare quelli con redditi più bassi, mostra la volontà dell’esecutivo di ridurre il carico fiscale su chi ha maggiori difficoltà economiche, cercando al contempo di incentivare la produttività e la crescita del Paese. Tuttavia, il bilancio tra queste misure e la rivalutazione delle pensioni resta delicato, e non è ancora chiaro come il governo intenda gestire entrambe le questioni all’interno del quadro delle risorse disponibili.

Pensionamento anticipato: sul futuro si affaccia Quota 41

Un altro tema che resta sul tavolo, oltre che la rivalutazione pensioni 2025, è quello delle misure per il pensionamento anticipato, come la possibile introduzione della cosiddetta “Quota 41“. Questa misura, voluta dalla Lega, consentirebbe ai lavoratori di andare in pensione una volta maturati 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età anagrafica. Al momento, però, non vi sono conferme ufficiali circa l’introduzione o il mantenimento di questa opzione, lasciando molti lavoratori incerti sul proprio futuro pensionistico.

Quota 41 rappresenta una proposta particolarmente apprezzata dai sindacati, che vedono in essa una soluzione per coloro che hanno iniziato a lavorare in giovane età e che si trovano vicini alla pensione senza aver raggiunto l’età minima richiesta dalle attuali normative. Tuttavia, il costo di una tale misura potrebbe rivelarsi proibitivo per le casse dello Stato, specialmente se considerato insieme alla rivalutazione delle pensioni e agli altri provvedimenti in programma.

Le richieste dei sindacati: non solo rivalutazione pensioni 2025

Durante l’incontro del 25 settembre, i sindacati hanno espresso chiaramente le loro preoccupazioni e aspettative riguardo alle pensioni, chiedendo al governo rassicurazioni su interventi concreti e tempestivi. In particolare, hanno sollecitato un piano preciso per la rivalutazione pensioni 2025 e la conferma delle misure di pensionamento anticipato. Tuttavia, le risposte dell’esecutivo sono state piuttosto caute. C’è da decidere cosa fare con quelle misure in scadenza a fine anno (Quota 103, Opzione donna, Ape sociale, ecc.).

Il ministro Giorgetti ha ribadito che l’approccio del governo sarà caratterizzato da “prudenza e responsabilità”, il che implica che le decisioni verranno prese con attenzione per garantire la sostenibilità delle finanze pubbliche. La manovra sarà progettata in modo da rispettare i vincoli di bilancio, senza tuttavia sacrificare le esigenze delle categorie più fragili, come i pensionati e i lavoratori a basso reddito.

Riassumendo

  • Il governo Meloni valuta la rivalutazione piena delle pensioni 2025 in risposta all’inflazione.
  • Le risorse potrebbero derivare da tagli alla spesa e dalla tassazione degli extraprofitti delle imprese.
  • Il governo ha anche altre priorità, come la riduzione del cuneo fiscale e la riforma IRPEF.
  • La proposta di Quota 41 per il pensionamento anticipato resta incerta e senza conferme ufficiali.
  • I sindacati chiedono rassicurazioni su pensioni e misure per il pensionamento anticipato.
  • L’approccio del governo sarà prudente per mantenere la sostenibilità delle finanze pubbliche.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

1 Comment

  1. Pensate a persone ultrasessantenni che hanno perso lavoro e, non sanno cosa fare. Chi lavora, che lavori e che aspettano i vs 67 anni come da legge vs stabilita

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