Pensioni a 66 anni nel 2025, il sistema contributivo agevola le uscite

Pensioni a 66 anni nel 2025 molto più facili da centrare per chi ha avuto dei figli, perché nel sistema contributivo le agevolazioni ci sono.
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2 mesi fa
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Pensioni a 66 anni nel 2025 molto più facili da centrare per chi ha avuto dei figli, perché nel sistema contributivo le agevolazioni ci sono.
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Anche un anticipo di pensione di soli 12 mesi rappresenta un grande beneficio. Per chi non vede l’ora di lasciare il lavoro, persino un anno di anticipo può risultare di fondamentale importanza. Per le lavoratrici che hanno avuto figli, questa uscita potrebbe essere più semplice nel 2025, grazie a due misure che permettono a chi ha compiuto 66 anni di andare in pensione, una volta maturati i canonici 20 anni di contributi. Rispondendo a una domanda di una nostra lettrice, esamineremo quali possibilità esistono per ottenere il diritto alla pensione, tenendo conto sia dell’età anagrafica che contributiva, nel 2025.

“Buongiorno, sono una vostra fedele lettrice da anni. Apprezzo molto i vostri approfondimenti. Vorrei sapere se potete spiegare come si può andare in pensione anticipata contributiva per chi, come me, è madre di tre figli. Mi sorgono dubbi sulle mie possibilità di andare in pensione il prossimo anno. A febbraio compirò 66 anni e, se i miei calcoli sono corretti, a marzo avrò 20 anni di contributi. In base al mio stipendio, che è variato da 800 a 1.000 euro al mese, temo che difficilmente raggiungerò una pensione di 1.400 euro al mese. Questo significa che non posso andare in pensione, giusto?”

Pensioni a 66 anni nel 2025: il sistema contributivo facilita l’uscita

La pensione anticipata contributiva è spesso fonte di dubbi e incertezze. Pur essendo chiari i requisiti, è l’importo minimo da raggiungere che spesso genera confusione. La pensione anticipata contributiva spetta a chi, non avendo versato contributi prima del 1996, raggiunge:

  • almeno 64 anni di età;
  • almeno 20 anni di contributi;
  • una pensione non inferiore a 3 volte l’assegno sociale.

Mentre età e contributi sono facili da comprendere, anche un solo contributo versato prima del 1996 esclude la possibilità di usufruire di questa misura. Tuttavia, il vincolo dell’importo minimo richiede ulteriori chiarimenti, poiché potrebbe diventare un ostacolo insormontabile per molti lavoratori.

Pensioni e assegno sociale: quando l’importo minimo può bloccare il pensionamento

L’importo minimo della pensione, che deve essere pari a 3 volte l’assegno sociale, corrisponde a circa 534,41 euro al mese moltiplicato per 3.

Questo valore è basato sull’importo mensile dell’assegno sociale nel 2024. Nel 2025, con un tasso di inflazione stimato dall’ISTAT dell’1,6%, l’assegno sociale arriverà a circa 543 euro al mese. Di conseguenza, per poter usufruire della pensione anticipata contributiva nel 2024, è necessario un importo minimo mensile di circa 1.603 euro, che salirà a 1.629 euro nel 2025.

Per le donne, le soglie si abbassano in base al numero di figli avuti. Ad esempio, per chi ha avuto un solo figlio, basta una pensione pari a 2,8 volte l’assegno sociale (1.496 euro al mese nel 2024 e 1.520 euro al mese nel 2025). Per le donne con più figli, l’importo minimo richiesto scende a 2,6 volte l’assegno sociale (1.389 euro al mese nel 2024 e 1.411 euro al mese nel 2025).

Chi non raggiunge l’importo minimo richiesto non può accedere alla pensione anticipata a 64 anni, e lo stesso vale per le donne che, come la nostra lettrice, raggiungeranno 66 anni di età e 20 anni di contributi nel 2025.

Pensioni a 66 anni: per chi ha figli è più semplice

Per la nostra lettrice, tuttavia, le speranze di pensionamento non sono svanite. Anzi, potrebbe esserci un’opportunità. Crediamo infatti che stia commettendo un errore considerando solo la pensione anticipata contributiva. Lei soddisfa i requisiti per accedere alla pensione di vecchiaia ordinaria, anche con contributi esclusivamente post-1996.

La pensione di vecchiaia, che solitamente richiede 67 anni di età e 20 anni di contributi, ha un limite di importo minimo pari all’assegno sociale. Questo significa che nel 2025 si potrà andare in pensione con un importo di circa 543 euro al mese, un traguardo più accessibile per chi ha accumulato pochi contributi.

Ma perché stiamo parlando di pensione a 66 anni? Perché chi non ha versato contributi prima del 1996 può beneficiare di un’ulteriore agevolazione grazie ai figli.

L’età pensionabile può essere ridotta di 4 mesi per figlio, fino a un massimo di 12 mesi di riduzione.

Pertanto, chi come la lettrice ha avuto 3 figli o più, può andare in pensione a 66 anni con 20 anni di contributi, evitando così il problema dell’importo minimo richiesto per la pensione anticipata contributiva. Naturalmente, il vantaggio si riduce per chi ha avuto meno figli: con due figli, l’età pensionabile scende a 66 anni e 4 mesi, mentre con un solo figlio a 66 anni e 8 mesi.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

4 Comments

  1. Il sistema pensione è sempre un dilemma ho due anni di apprendistato fatti nel 1980 l’anno di militare e 35 anni di contributi e lavoro ancora quando potrò e se vedrò la pensione 😉😉😉😉😉

  2. Un saluto a tutti Voi !
    Ho 63 anni e a 19 avevo gia oltre i 4 anni tra apprendistato e contributi. Nell anno 96 avevo oltre15 anni di contributi e il prossimo dicembre 2024 chiudo l anno con 45 di contributi. Come e’ possibile che l Inps mi sottrae il 30% dalla pensione perche’ non ho 67 anni ?

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