Pensioni 2025 con l’Ape sociale, si potrà andare in pensione a 63 anni anche l’anno prossimo?

Pensioni 2025 con l’Ape sociale, si potrà andare in pensione a 63 anni anche l’anno prossimo ma come funzionerebbe l'eventuale proroga?
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Pensioni 2025 con l’Ape sociale, si potrà andare in pensione a 63 anni anche l’anno prossimo?
Foto © Investireoggi

La principale misura che i lavoratori vorrebbero vedere confermata oltre la sua scadenza del 31 dicembre 2024 è senza dubbio l’Ape sociale. Si tratta, infatti, di una delle misure più utilizzate negli ultimi anni per andare in pensione un po’ prima. La paura che tutto si blocchi è molto diffusa, ma, anche se non ci sono ancora conferme ufficiali, sembra che l’orientamento del governo sia quello di una proroga.

“Gentile esperto, sono un vostro assiduo lettore e non è la prima volta che vi scrivo.

Torno a contattarvi poiché ho letto che si può dare per certa la conferma dell’Ape sociale. In base alle sue conoscenze, mi può dire se è vero? E, in caso, quando si potrà avere l’ufficialità? Compio 63 anni e mezzo a febbraio 2025. Ho esaurito tutta la Naspi a maggio 2024. Sono disoccupato e l’Ape sociale è la mia speranza. La ringrazio per l’attenzione. Cordiali saluti.”

Pensioni 2025 con l’Ape sociale: si potrà andare in pensione a 63 anni anche l’anno prossimo?

Probabilmente, questa paura è destinata a finire presto, ma al momento è comune a molti lavoratori. Si tratta della paura di non trovare più, nel 2025, un canale di uscita agevolato come l’Ape sociale.

La misura, pur essendo particolare e quasi più assistenziale che previdenziale, consente oggi di andare in pensione con 63 anni e mezzo di età, mentre in passato permetteva di andare in pensione già a 63 anni esatti. I 5 mesi in più sono stati introdotti nel 2024, grazie all’ultima legge di Bilancio del governo.

Le speranze di chi, come il nostro lettore, aspetta buone notizie sono rivolte alla nuova manovra finanziaria, poiché l’Ape sociale rappresenta per molti l’unica soluzione per poter andare in pensione subito. Molti nati nel 1962 vedono in questa misura una possibilità concreta di pensionamento. Dopo l’ultimo incontro al Ministero dell’Economia e delle Finanze, i commenti dei sindacati hanno rafforzato l’ipotesi di una conferma della misura.

Nulla è ancora ufficiale, ma se venisse confermata, come sarebbe la misura?

Ripetiamo, si tratta solo di indiscrezioni e non di notizie ufficiali. Tuttavia, il governo sembra allontanare gradualmente l’idea di una riforma del sistema già nel 2025. Pare ci sia una maggiore propensione a mantenere l’attuale situazione, rimandando eventuali cambiamenti significativi al sistema pensionistico al futuro, probabilmente entro la fine della legislatura.

Questo significherebbe che anche l’Ape sociale rimarrebbe una misura accessibile a chi, nel 2025, completerà sia i 63 anni e mezzo di età sia i contributi necessari, che variano a seconda della categoria di appartenenza. Di fatto, l’Ape sociale continuerebbe a essere riservata alle stesse quattro categorie attuali, con tutti i requisiti specifici che ciascun appartenente a ogni categoria deve soddisfare.

L’Ape sociale nel 2025: come funziona?

Vediamo un rapido riepilogo delle caratteristiche dell’Ape sociale, che, se prolungata nel 2025, dovrebbe rimanere invariata. La misura prevede un assegno pensionistico basato su dodici mensilità, non tredici, con un importo massimo di 1.500 euro annui. L’Ape sociale continuerà a non essere reversibile in caso di decesso prematuro del pensionato e non prevede maggiorazioni, integrazioni o assegni familiari, anche se spettanti. Inoltre, non è indicizzata all’inflazione.

In sostanza, l’Ape sociale resta un reddito ponte che accompagna il lavoratore fino al raggiungimento dei 67 anni, quando subentrerà la pensione di vecchiaia ordinaria. Una volta raggiunta quell’età, l’Ape sociale decade e l’interessato deve richiedere la pensione di vecchiaia.

Anche nel 2025, l’Ape sociale dovrebbe prevedere il divieto di cumulare i redditi da pensione con quelli da lavoro. Chi usufruisce dell’Ape sociale non potrà lavorare, a meno che non svolga attività di lavoro autonomo occasionale, purché non superi un reddito aggiuntivo di 5.000 euro all’anno.

I beneficiari dell’Ape sociale 2025: come funziona la pensione anticipata con questa misura?

Come già accennato, per andare in pensione con l’Ape sociale nel 2025 sarà necessario avere 63 anni e 5 mesi di età e un numero di anni di contributi prefissato, variabile in base alle categorie di appartenenza. Ma chi sono i beneficiari dell’Ape sociale 2025? Con 30 anni di contributi possono accedere alla misura i disoccupati, gli invalidi e i caregiver.

I disoccupati devono aver perso il lavoro involontariamente e devono aver terminato di percepire la Naspi, anche se una recente sentenza della Cassazione ha stabilito che non è necessario aver percepito la Naspi per accedere all’Ape sociale: basta essere disoccupati.

Gli invalidi devono avere un’invalidità pari almeno al 74% per poter accedere all’Ape sociale. I caregiver, invece, devono assistere un familiare disabile ai sensi della legge 104 da almeno 6 mesi. Devono inoltre convivere con il disabile da almeno 6 mesi, nella stessa abitazione o con lo stesso numero civico, anche se in interni diversi.

I familiari da assistere possono essere il coniuge o un parente di primo grado. Possono anche essere parenti o affini di secondo grado, a condizione che la persona assistita sia priva di genitori e coniuge, oppure che i genitori e il coniuge abbiano superato i 70 anni o siano essi stessi affetti da patologie invalidanti che impediscano loro di prestare assistenza.

Pensioni a 63 anni per i lavori gravosi: ecco come

L’Ape sociale 2025 dovrebbe continuare a essere accessibile ai lavoratori impiegati in una delle 15 mansioni di lavoro gravoso previste attualmente. L’attività di lavoro gravoso deve essere svolta per almeno 7 degli ultimi 10 anni, o per almeno 6 degli ultimi 7 anni. Per i lavori gravosi non bastano 30 anni di contributi: è necessario averne maturati 36.

Le attività lavorative che rientrano nei lavori gravosi dovrebbero rimanere, salvo novità nella legge di Bilancio, le seguenti 15:

  • Facchini
  • Camionisti
  • Infermieri e ostetriche di sala operatoria e sala parto
  • Macchinisti e personale ferroviario viaggiante
  • Addetti alle pulizie senza qualifica
  • Addetti all’assistenza di persone non autosufficienti
  • Agricoltori
  • Siderurgici
  • Pescatori
  • Marittimi
  • Conciatori di pelli e pellicce
  • Gruisti
  • Edili
  • Netturbini
  • Maestre ed educatori di asilo nido o scuola dell’infanzia.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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