A Milano arriva la pizza da 1.500 euro e il titolare dice che è pure “regalata”

La pizza a 1500 euro a Milano è l'ennesima trovata di marketing di chi punta ad attirare quel segmento "extra-lusso" della clientela.
2 ore fa
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Pizza da 1500 euro a Milano
Pizza da 1500 euro a Milano © Licenza Creative Commons

Dimenticate la pizza da Briatore a “soli” 17 euro a Napoli. Roba per straccioni. A Milano è arrivata la pizza a 1500 euro. Gnam, gnam. Chissà che bontà! A proporla è lo stilista tedesco (tedesco!!!) Philip Plein, che nel capoluogo lombardo sta aprendo un albergo di lusso da lui firmato in via Manin, nell’ex quartier generale di Krizia. La struttura si compone di 16 camere deluxe, ciascuna dotata di sauna e palestra personali.

Pizza 1500 euro con impasto di champagne

In occasione della Fashion Week, è stato già possibile in anteprima visitare la struttura e degustare questa famosa pizza da 1500 euro.

Famosa, nel senso che ha fatto parlare di sé per il prezzo, nell’attesa che escano i primi pareri, possibilmente oggettivi, su qualità e sapore. Perché costa così tanto? A quanto pare, l’impasto è fatto lievitare con lo champagne. Tant’è che Plein sostiene che già il solo vino francese costerebbe questa cifra, per cui nei fatti la starebbe “regalando”.

Insomma, lo stilista ci starebbe praticando un prezzo politico. Siccome abbiamo sgamato da tempo, specie in era social, come funzioni il marketing, sappiamo già che la pizza a 1500 euro servirà semplicemente come richiamo. Per chi? Evidentemente, per chi ha tanto denaro da spendere per avere ciò che i comuni mortali riescono a consumare per una cifra media di 100 volte in meno. Il costo di una serata non si esaurisce con i 1500 euro. Non vuoi bere un Dom Pérignon Vintage 2013 a soli 240 euro a bottiglia? Non osiamo immaginare che si possano prendere come antipasto le popolane patatine fritte. Plein sarà pure tedesco, ma crediamo che aborrirebbe al solo pensiero. E poiché quasi certamente andrebbe a raccogliere personalmente il tubero nei campi, il prezzo sarebbe in linea con il resto del menù.

Etica versus business

Ogni volta che ci ritroviamo dinnanzi a notizie del genere, si accende lo stanco dibattito tra favorevoli e contrari.

I primi sostengono che ognuno abbia il diritto di scegliere di comprare o consumare dove meglio creda, spendendo quanto desideri. I secondi ne fanno spesso una questione morale. C’è la fame nel mondo, molti non arrivano alla fine del mese, mentre alcuni spendono per una borsa o una pietanza quello che per moltissimi sarebbe l’equivalente di uno o più stipendi mensili. Anche in questo caso, una pizza da 1500 euro grosso modo è pari allo stipendio medio di un lavoratore italiano.

In questi anni ha fatto molto discutere Salt Bae, un ristoratore turco che fattura milioni e milioni all’anno grazie alla sua specialità: servire le carni impreziosite di granella d’oro fatta scivolare appositamente attraverso il suo gomito. Anche in quel caso ci si ritrova a spendere migliaia di euro per prodotti che altrove costerebbero centinaia di volte in meno.

Il moralismo non ci azzecca nulla con l’economia. Il business presuppone che tu possa vendere al prezzo che vuoi. Se sei bravo e fortunato, troverai chi compra. E siamo tutti felici e contenti. Nessuno estorce nulla a nessuno. E’ il libero mercato, bellezza. Noi vogliamo aprire una parentesi, comunque, su un altro aspetto. La pizza a 1500 euro quale segmento di clientela avrà? Scartando la classe operaia e media, è di tutta evidenza che si rivolgerà agli italiani con grosse disponibilità finanziarie. Saranno verosimilmente manager e imprenditori. Poi può capitare che anche il cassintegrato per la voglia di fare il gradasso o di togliersi uno sfizio, entri nel locale a svuotarsi il conto. Ma non fa testo.

Spagnoli sconfitti da mentalità dinamica inglese

Chi ha il coraggio di spendere per una pizza 1500 euro? Più che ragionare di categorie socio-economiche, dovremmo concentrarci sulla relazione con il denaro. Gli assegniamo il giusto valore? L’etica non c’entra.

C’entra la necessità di capire se la società odierna sia capace di razionalizzare a sufficienza sulle alternative di spesa. Qualcuno disse che “non si può essere ricchi e stupidi per più di una generazione”. Significa che, prima o poi, i soldi finiscono e molti figli di papà conoscono solo il modo di spenderli, non anche di generarli.

La storia è una maestra di vita, ma senza alunni. Quando Cristoforo Colombo scoprì le Americhe, i popoli europei che si affacciavano sull’Atlantico partirono subito alla conquista delle nuove terre. Gli spagnoli batterono tutti nel tempo e occuparono la stragrande parte del nuovo continente, mentre gli inglesi furono relegati nella parte più settentrionale. I primi caricarono le navi di oro estratto dalle miniere del Sud America, portandolo in patria. Sarebbero potuti diventare una potenza egemone, mentre fu lì l’inizio del loro declino. Tanti preziosi servirono solamente ad adornare case e corpi di nobili sfarzosi. Gli inglesi sfruttarono le terre conquistate per produrre ricchezza e divennero un impero senza eguali per secoli. Ancora oggi gran parte del loro potere geopolitico ed economico deriva da quel periodo aureo.

Pizza 1500 euro segno di declino culturale

Chi sperpera i denari per gonfiare il proprio ego, prima o poi si ritroverà in possesso solo di quest’ultimo. La mentalità da nobili decaduti serpeggia sempre più spesso tra l’aristocrazia industriale italiana, quasi che vivesse una sorta di sindrome da fine impero. Siamo certi che molti dei suoi figli affolleranno le file dinnanzi al nuovo albergo ultra-chic di Milano. Consumeranno una pizza da 1500 euro, che magari le loro stesse papille gustative malediranno, al solo fine di esibire una riccanza fine a sé stessa, slegata dalla capacità produttiva. Penseranno di contribuire alla creazione di ricchezza e lo rivendicheranno con orgoglio, ma saranno sempre più simili agli spagnoli del sedicesimo secolo.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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