Pensioni 2025: in arrivo una nuova Fornero?

Il Governo italiano si è impegnato con l'UE per rivedere i criteri di accesso alla pensione, si prospetta una nuova Legge Fornero
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Come cambiano gli importi delle pensioni nel 2025, per uscire a 64 anni cosa cambia?
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E se ci aspettasse una nuova Fornero con effetti già sulle pensioni 2025?

Non si tratta di una provocazione. Infatti, nel piano strutturale di bilancio che l’Italia invierà all’Europa, si parla espressamente di allungamento della vita lavorativa per la sostenibilità del sistema previdenziale.

Si tratta di impegni dichiarati verso l’Europa che potrebbero inasprire ulteriormente i requisiti anagrafici e contributivi per andare in pensione.

Prima di entrare nello specifico della questione vediamo prima cos’è il piano strutturale di bilancio e perchè ci può dire molto su quelli che saranno i prossimi interventi sulle pensioni 2025.

Cos’è il piano strutturale di bilancio di medio termine?

Il Piano strutturale di bilancio di medio termine è un documento che è richiesto dalle nuove regole europee di riforma della governance.

Queste richiedono che la programmazione economica e di bilancio sia definita attraverso l’elaborazione di un Piano strutturale di bilancio (PSB) di medio termine di durata quinquennale.

Il monitoraggio del rispetto degli impegni presi nel PSB deve avvenire attraverso una Relazione sui progressi compiuti, a cadenza annuale.

Dunque si tratta di veri e propri impegni ossia interventi dichiarati all’UE con i quali i singoli paesi membri mettono in atto i propri obiettivi di politica-economica.

Il Piano strutturale di bilancio è stato definitamente approvato dal Consiglio dei ministri, dopo un primo passaggio il 17 settembre 2024, il 27 settembre 2024.

Si tratta del primo Piano strutturale.

Come si legge nel documento in parola la nuova disciplina di bilancio europea si focalizza sulla  sostenibilità del debito seguendo la cosiddetta Debt Sustainability Analysis (DSA) stabilita in sede
UE. Gli Stati membri con deficit eccessivi o elevato debito pubblico devono adottare tutte le misure necessarie per raggiungere una riduzione del debito pubblico.

Nel documento in parola il Governo rivede al ribasso la stima di quest’anno del deficit in termini di PIL dal 4,3 percento indicata nel Documento di Economia e Finanza (DEF) di aprile al 3,8 per cento.

  E’ conferma l’obiettivo di ridurre l’indebitamento a meno del 3 per cento del PIL nel 2026.

Pensioni 2025: in arrivo una nuova Fornero?

Chiaro che la riduzione del debito pubblico comporta una sorta di spending review; dunque una più efficiente programmazione della spesa pubblica.

Il Piano strutturale di bilancio contiene degli obiettivi di intervento anche sulle pensioni. A oggi, lo dicono i numeri il nostro sistema previdenziale non è sostenibile.

Anche l’INPS ha evidenziato come l’Italia sia la nazione UE che spende di più per le pensioni. Se l’andamento rimane questo ci sarà chi pagherà per andare in pensione. Pagherà in termini di requisiti anagrafici e contributivi più restrittivi.

La necessità di un cambio di rotta viene messa nero su bianco dal Governo Meloni nel Piano strutturale:

L’allungamento della vita lavorativa costituisce una necessità, condivisa da quasi tutti i Paesi avanzati, per la sostenibilità dei sistemi previdenziali. Sono allo studio del Governo incentivi alla permanenza nel mercato del lavoro. Al fine di assicurare una partecipazione attiva al mercato del lavoro, in linea con le tendenze demografiche, il Governo si impegna a introdurre modifiche sui criteri di accesso al pensionamento. Inoltre, si prevede di rivedere e superare l’obbligatorietà di ingresso in quiescenza dei dipendenti pubblici definendo soluzioni che consentano un allungamento della vita lavorativa, permettendo alla PA di trattenere le risorse ad elevato know-how e di conseguire un efficace passaggio di consegne.

Nei fatti, potrebbe aspettarci una nuova legge Fornero.

Dunque le prospettive sono quelle di:

  • una vita lavorativa più lunga;
  • requisiti anagrafici e contributivi per la pensione più stringenti.

A oggi, la pensione di vecchiaia richiede una verifica non solo di un requisito anagrafico ma anche di uno contributivo: è necessario avere almeno 67 anni e aver versato contributi per almeno 20 anni.

Tuttavia, l’INPS nel rapporto annuale  ha evidenziato che l’età effettiva di pensionamento è ancora relativamente bassa (64 anni e 2 mesi). Ciò a causa dell’esistenza di numerosi canali di uscita anticipata dal mercato.

Dunque nel medio termine il Governo potrebbe intervenire rivedendo verso l’alto i requisiti richiesti per andare in pensione.

Riassumendo…

  • Nel piano strutturale di bilancio si parla espressamente di allungamento della vita lavorativa;
  • il Governo si impegna a introdurre modifiche sui criteri di accesso al pensionamento;
  • sono allo studio del Governo incentivi alla permanenza nel mercato del lavoro sulla scia del bonus Maroni.

Andrea Amantea

Giornalista pubblicista iscritto all’ordine regionale della Calabria, in InvestireOggi da giugno 2020 in qualità di redattore specializzato, scrive per la sezione Fisco affrontando tutte le questioni inerenti i vari aspetti della materia. Ha superato con successo l'esame di abilitazione alla professione di Dottore Commercialista, si occupa oramai da diversi anni, quotidianamente, per conto di diverse riviste specializzate, di casi pratici e approfondimenti su tematiche fiscali quali fatturazione, agevolazioni, dichiarazioni, accertamento e riscossione nonché di principi giurisprudenziali espressi in ambito di imposte e tributi.

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