A cosa servono i contributi se non vedrai mai la pensione?

I contributi pensionistici non servono solo per la pensione futura. Perché pagarli se se il pensionamento si allontana sempre più?
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2 mesi fa
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contributi pensione
Foto © Pixabay

La parola “pensione” evoca generalmente immagini di tranquillità e stabilità economica durante l’età della vecchiaia. Tuttavia, il contesto lavorativo e previdenziale odierno è in continua evoluzione e, con esso, anche la percezione del futuro pensionistico. Una domanda che sempre più lavoratori si pongono è: a cosa servono i contributi pensione se non vedrò mai la pensione?

Questo quesito nasce da un senso di incertezza e scetticismo nei confronti del sistema previdenziale. Le riforme pensionistiche, l’allungamento dell’età pensionabile e l’instabilità economica possono far sembrare la pensione un traguardo irraggiungibile.

Tuttavia, analizzare meglio la domanda rivela che i contributi pensionistici non sono solo un “biglietto d’ingresso” per la pensione futura, ma rappresentano anche una sorta di “tutel” che vale la pena conoscere.

Cosa sono i contributi pensione: i tre tipi

I contributi pensionistici sono importi versati regolarmente all’ente previdenziale di riferimento (come l’INPS in Italia) durante la vita lavorativa di una persona. Possono essere suddivisi in contributi obbligatori, figurativi e volontari:

  • Contributi obbligatori: versati dal lavoratore e dal datore di lavoro, in percentuale diversa, in base alla retribuzione.
  • Contributi figurativi: riconosciuti in caso di periodi di inattività lavorativa per maternità, malattia, cassa integrazione, ecc.
  • Contributi pensione volontari: versati direttamente dal lavoratore per coprire buchi contributivi e aumentare l’importo pensionistico.

Questi contributi, accantonati durante l’intera carriera, rappresentano la base per il calcolo della pensione futura. Ma anche se la pensione sembra lontana, è importante non sottovalutare il loro ruolo.

Perché sono fondamentali?

Indipendentemente dal fatto che si riesca o meno a raggiungere la pensione, i contributi offrono una serie di tutele importanti. Tra queste tutele, le principali sono:

  • invalidità e inabilità: se il lavoratore si trova in condizioni di salute che ne impediscono la continuazione del lavoro, i contributi versati possono dar luogo a prestazioni economiche come la pensione di invalidità;
  • superstiti: in caso di decesso del lavoratore, i familiari superstiti (come coniuge e figli) possono beneficiare di una pensione di reversibilità;
  • assistenza sanitaria: in molti paesi, compresa l’Italia, l’accesso a determinate cure mediche e assistenze sanitarie è vincolato al versamento dei contributi.

Anche se può sembrare controintuitivo, dunque, i contributi pensionistici rappresentano un vero e proprio “patrimonio personale”.

Ogni contributo versato contribuisce a costruire una sorta di fondo che, sebbene vincolato, rimane a disposizione del lavoratore sotto forma di prestazioni. L’eventuale pensione, l’indennità di disoccupazione e altre misure di sostegno economico sono legate a questo patrimonio.

Contributi pensione e e politiche di previdenza sociale

Molti lavoratori giovani o precari tendono a sottovalutare l’importanza dei contributi pensionistici, poiché vedono la pensione come un traguardo troppo distante o incerto. Tuttavia, le politiche di previdenza sociale attuali si basano su un principio di solidarietà intergenerazionale. Questo significa che i contributi dei lavoratori attivi vengono utilizzati per pagare le pensioni degli anziani di oggi. Questo sistema può sembrare iniquo per chi teme di non beneficiare mai dei contributi versati, ma è essenziale per il funzionamento dell’intero meccanismo pensionistico.

Un altro aspetto importante è l’opportunità di riscattare i periodi di studio universitario o integrare i contributi con quelli versati all’estero. Queste opzioni, sebbene richiedano una spesa aggiuntiva, possono influire positivamente sull’importo della pensione futura.

Riassumendo…

  • I contributi pensionistici garantiscono tutele previdenziali come invalidità e pensione di reversibilità per i superstiti.
  • Ogni contributo rappresenta un patrimonio personale che offre diritti previdenziali e assistenza sanitaria
  • I contributi versati aumentano l’importo della pensione e possono anticiparne l’età
  • La previdenza sociale è basata su contributi attuali per finanziare le pensioni odierne.
  • Monitorare la posizione previdenziale e considerare il contributo volontario aiuta a ottimizzare i benefici futuri.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

2 Comments

  1. nessuno nega quanto sopra pero’ un giovane ha VISTO la nonna percepirla a 55, il nonno a 65,e con calcolo su ultimi 2 anni versati, il padre a 67 con calcilo misto (una miseria) e lui se ci saranno le condizioni OLTRE 70 anni con calcolo punitivo rispetto ai nonni…per non palare delle baby vitalizi e reversibilita’ generose, direi che fanno bene se possono a espatriare

  2. Sono salvatore marano e ok circa 43 anni di contributi e 61 di eta ho presentato la domanda ha giugno con la famosa finestra aperta e limps mi ha riferito che per poter sfruttare della pensione non era possibile perché dovevo prima dare le dimissioni dal lavoro volevo saper nel momento che do le dimissioni quanto tempo devo 9attendere per il prima mensilità della pensione. ,ho se resto ha lavoro dopo posso incontrare problemi

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