Nuovo record per l’occupazione ad agosto, focus su giovani e donne

Anche i numeri di agosto segnano un nuovo record per l'occupazione italiana. Vediamo meglio i dati che riguardano giovani e donne.
3 ore fa
2 minuti di lettura
Occupazione in Italia, focus su giovani e donne
Occupazione in Italia, focus su giovani e donne© Licenze Creative Commons

Anche i dati sull’occupazione italiana nel mese di agosto sono stati positivi. L’Istat ha rivisto altresì al rialzo i numeri di luglio, quando le persone al lavoro sono risultate essere 24 milioni e 35 mila, più dei 24 milioni e 9 mila della stima preliminare. Due mesi fa, invece, sono saliti al nuovo record storico di 24 milioni e 80 mila unità, segnando una crescita su base annuale di 494 mila e mensile di 45 mila. In termini percentuali, il tasso si è attestato al 62,3%. E’ sceso al 6,2% il tasso di disoccupazione (minimo dal 2007), mentre gli inattivi sono leggermente risaliti al 33,4%.

Cresce l’occupazione stabile

A luglio l’occupazione aveva sfondato per la prima volta la barriera delle 24 milioni di unità. Nel dettaglio, ad agosto sono risultati al lavoro 13 milioni 839 mila uomini e 10 milioni 241 mila donne. Il tasso di occupazione tra i primi è salito al 71,1%, tra le seconde è appena sceso al 53,5%. Nei dodici mesi sono aumentati di 516 mila i contratti di lavoro a tempo indeterminato, salendo a quota 16 milioni 106 mila. Il numero dei lavoratori autonomi è salito di 123 mila unità a 5 milioni 163 mila, mentre è sceso di 114 mila unità il numero dei contratti a tempo determinato a 2 milioni 811 mila.

Questione femminile

Alla luce di questi dati, possiamo fornire qualche analisi supplementare. Il mercato del lavoro è composto attualmente dal 57,5% di uomini e solamente per il 42,5% di donne. E questo, nonostante le seconde incidano per quasi il 50% (49,6%) sul numero complessivo delle persone in età lavorativa. Se il tasso di occupazione femminile in Italia fosse uguale a quello maschile, ci sarebbero al lavoro circa 3 milioni 370 mila donne in più. Invece, il peso di queste ultime è altissimo tra i 12 milioni 909 mila inattivi, cioè sulle persone in età lavorativa che non lavorano e che non cercano attivamente alcun lavoro. Ebbene, esse incidono per il 63,3% del loro ammontare.

  • Classe di età: numero occupati (incidenza sull’occupazione complessiva) persone in età lavorativa
  • 15-24 anni:     1,189 mln                (4,9%)                                            5,828 mln
  • 25-34 anni:     4,237 mln                (17,6%)                                          6,185 mln
  • 35-49 anni:     8,892 mln                (36,9%)                                         11,459 mln
  • 50-64 anni:     9,761 mln                (40,5%)                                         15,347 mln

Pochi giovani al lavoro

In altre parole, sono donne due persone su tre che “scelgono” di non lavorare.

E veniamo adesso ai giovani. Il tasso di occupazione tra coloro che hanno un’età compresa tra 15 e 24 anni è soltanto del 20,4%. Nel dettaglio, lavorano appena 1 milioni 189 mila giovanissimi su una popolazione complessiva di riferimento di 5 milioni 828 mila unità. Anche volendo sottrarre il numero degli studenti iscritti all’università e degli studenti frequentanti le scuole superiori dai 15 anni insù, otteniamo che oltre 1 milione e 100 mila giovani non lavorano e non cercano neppure un’occupazione.

A conti fatti, il numero di occupati fino a 34 anni di età incide per appena il 22,5% del totale. In questa classe di età, però, rientra il 31% delle persone in età lavorativa. Dunque, il restante 77,5% degli occupati ha un’età pari o superiore ai 35 anni. In compenso, i giovani fino a 34 anni rappresentano il 46% degli inattivi.

Problema per l’occupazione resta il Sud

Se ancora ve ne fosse stato bisogno, questi dati confermano quanto sappiamo da sempre: giovani e donne sono il ventre molle dell’occupazione italiana. A dire il vero, lo è anche il Sud. Qui, a lavorare (in regola) è meno di una persona su due tra 15 e 64 anni. Ed è tutta qui la problematica occupazionale. Sono nel Meridione a lavorare troppo pochi giovani e troppe poche donne. Se i dati si fermassero al Centro, l’Italia sarebbe grosso modo in linea con le classifiche europee. Invece, siamo ultimi per occupazione complessiva e quella femminile, nonché primi per tasso di inattività.

[email protected] 

 

 

 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
Il suo motto è “Il lettore al centro grazie a una corretta informazione”; ogni suo articolo si pone la finalità di accrescerne le informazioni, affinché possa farsi un'idea dell'argomento trattato in piena autonomia.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

come si calcola l'IMU
Articolo precedente

Come calcolare l’IMU: istruzioni e strumenti utili

Pensioni flessibili nel 2025 ma partendo da un premio a chi resta al lavoro oltre l'età pensionabile e ritoccando di nuovo il meccanismo della rivalutazione delle pensioni.
Articolo seguente

Pensioni flessibili 2025, un premio a chi resta al lavoro, ma come funziona questo bonus?