Se qualcuno pensa che sia ancora troppo presto per andare subito in pensione, ad esempio chi ha 63 anni e meno di 20 anni di contributi, farebbe bene a leggere quanto segue. Esiste infatti una concreta possibilità di andare in pensione già nel 2025, senza dover aspettare di raggiungere i fatidici 67 anni di età.
Considerando che non vi è certezza su cosa riserverà il futuro, con le numerose ipotesi avanzate sulla legge di Bilancio e i possibili inasprimenti dei requisiti, sfruttare alcune regole attuali per lasciare il lavoro prima potrebbe essere una valida soluzione.
“Buongiorno, sono Paola, una vostra assidua lettrice. Se posso, vorrei chiedere cosa posso fare, allo stato attuale delle cose, per andare in pensione il prima possibile. Vi spiego la mia situazione: lavoro nel settore privato per una compagnia telefonica dal 2020. Ho maturato poco più di 18 anni di contributi tra il 1998 e il 2024. A marzo scorso ho compiuto 63 anni. Prima di trovare questo lavoro, ero moglie, casalinga e madre di 4 figli. Quando potrò andare in pensione?”
Subito in pensione: ecco chi ha l’occasione di anticipare di 36 mesi l’uscita
Chi oggi ha meno di 20 anni di contributi non può andare in pensione, a meno che non rientri nelle deroghe Amato, piuttosto rare da sfruttare, o nelle condizioni previste dall’opzione contributiva, che non è affatto facile da ottenere. Con meno di 20 anni di contributi non ci sono molte soluzioni. Inoltre, una carriera di 20 anni consente di andare in pensione solo a 67 anni con la pensione di vecchiaia, oppure, in determinate condizioni, a 64 anni con la pensione anticipata contributiva.
La nostra lettrice, che ha 18 anni di contributi e 63 anni di età, non soddisfa i requisiti per nessuna delle due misure. Continuando a lavorare, potrebbe raggiungere i 20 anni di contributi tra il 2026 e il 2027, avvicinandosi così al pensionamento di vecchiaia o alla pensione anticipata contributiva.
Pensione anticipata contributiva o pensione di vecchiaia ordinaria
Al momento, la nostra lettrice ha due sole opzioni: una la porta al 2027, con la pensione anticipata contributiva; l’altra al 2028, con la pensione di vecchiaia ordinaria. Nel primo caso, più vantaggioso, deve però raggiungere un importo pensionistico pari ad almeno 2,6 volte l’assegno sociale previsto per quell’anno, considerando che ha avuto 4 figli.
Infatti, la pensione anticipata contributiva richiede almeno 64 anni di età, 20 anni di contributi e un trattamento pari a 3 volte l’assegno sociale. Le donne con figli hanno uno sconto sull’importo minimo richiesto: 2,8 volte l’assegno sociale per chi ha un solo figlio e 2,6 volte per chi, come la nostra lettrice, ha più figli.
Come anticipare di 36 mesi la pensione e andarci già nel 2025
Esiste una possibilità per quei lavoratori che hanno il primo accredito contributivo successivo al 31 dicembre 1995. Se ci sono periodi di vuoto contributivo tra l’anno del primo accredito (non prima del 1° gennaio 1996) e il 31 dicembre 2023, questi lavoratori possono acquistare fino a 5 anni di contributi.
Versando il corrispettivo del riscatto, è possibile coprire i periodi di vuoto contributivo. E raggiungere i 20 anni minimi necessari sia per la pensione di vecchiaia che per la pensione anticipata contributiva.
Nel caso della nostra lettrice, se ha le risorse economiche necessarie, potrebbe acquistare i due anni mancanti per raggiungere i 20 anni di contributi. Oppure potrebbe acquistare fino a 5 anni di vuoti contributivi per superare i 20 anni di contributi, necessari per ottenere una pensione che soddisfi il requisito delle 2,6 volte l’assegno sociale, permettendole di andare in pensione già nel 2025. Questa possibilità prende il nome di “Pace Contributiva”. I contributi acquistati possono essere utilizzati sia per maturare il diritto alla pensione che per aumentare l’importo della stessa.
La Pace Contributiva per andare prima in pensione
Per capire quanto dovrebbe versare, la nostra lettrice deve prima calcolare la media delle retribuzioni utili ai fini previdenziali percepite negli ultimi 12 mesi. E poi calcolare il 33% di tale media. L’aliquota contributiva del Fondo Pensioni Lavoro Dipendente, a cui versa per il lavoro che svolge, è infatti pari al 33%.
Per ogni anno di riscatto, dovrà versare l’importo risultante dal 33% della retribuzione media degli ultimi 12 mesi.
Ciò che versa potrà anche essere portato in deduzione dal reddito con il modello 730 del 2025. Riducendo così la base imponibile su cui viene calcolata l’IRPEF. Inoltre, potrà scegliere di pagare a rate l’onere del riscatto. Tuttavia, nel suo caso, il tempo è limitato, poiché deve completare i 20 anni di contributi entro i primi mesi del 2025. Altrimenti, l’onere del riscatto potrebbe essere versato anche in 10 anni, con 120 rate mensili.
Per quanto riguarda la deducibilità dalle tasse, vale il principio di cassa. Si può scaricare dal reddito di un anno quanto versato in rate nell’anno d’imposta precedente.