Il mondo delle imprese impari dal successo di Stefano De Martino e il flop di Amadeus

Il successo di Stefano De Martino su Rai Uno e il flop di Amadeus sul Nove sono una lezione impartita a tutto il mondo delle imprese.
2 mesi fa
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Stefano De Martino, cosa insegna il suo successo
Stefano De Martino, cosa insegna il suo successo © Licenza Creative Commons

E’ passato circa un mese dall’esordio di Stefano De Martino come conduttore di “Affari Tuoi” su Rai Uno e i dati relativi agli ascolti dicono che finora la scommessa di Viale Mazzini si è rivelata vincente. Il “gioco dei pacchi”, com’è popolarmente noto tra gli italiani”, vanta uno share del 5% superiore a quello segnato nello stesso periodo da Amadeus. Ormai, la percentuale si aggira intorno al 24-25%, arrivando fino a 5 milioni e mezzo di telespettatori.

De Martino batte Amadeus

A distanza di diverse settimane non sembra più molto probabile che i numeri siano dettati dal semplice effetto curiosità.

E la cosa più importante per la tv di stato consiste nel fatto che gli ascolti di De Martino siano finanche cresciuti quando sono iniziati “Striscia La Notizia” su Canale 5 e “Chissà chi è” di Amadeus sul Nove. Il timore razionale era che parte dello share sarebbe andato perduto in favore, soprattutto, dell’ex conduttore Rai.

Invece, puntata dopo puntata gli ascolti di Amadeus, già partiti male, vanno scemando. Martedì sera, lo share è stato di appena il 2,4%, corrispondente a poco più di mezzo milione di telespettatori. Sono livelli inferiori alla media della stessa rete per la fascia oraria preserale. Persino trasmissioni come “Cash or Trash” facevano meglio. E fa meglio anche “Case a Prima Vista” su Real Time, altro canale del gruppo Discovery Italia.

Messaggio positivo per il mercato del lavoro

Sulle possibili ragioni del flop abbiamo e hanno scritto anche troppo. Molto meno indagato è il successo di De Martino. Conduttore giovane, che piace al pubblico non solo delle ragazzine, come ci si immaginava prima di questa esperienza. L’ex ballerino di “Amici” sta sorprendendo positivamente sulle sue doti artistiche. Comunque la si pensi, il suo gradimento è un messaggio positivo per il mercato del lavoro. Siamo abituati e persino assuefatti all’idea che i contratti migliori debbano essere riservati ai seniores in ogni categoria.

E’ indubbio che l’esperienza conti, che i giovani debbano fare la gavetta e che spesso commettano l’errore di voler rivoluzionare tutto, come se quello che è stato costruito prima di loro non valesse nulla.

Non è un mistero, però, che l’Italia non sia un Paese per giovani. Lo scomparso presidente emerito Francesco Cossiga chiamava “giovani” anche coloro che avevano 50 anni di età, perché sosteneva che in politica tali fossero. Non aveva torto. Nel Bel Paese lo stesso mercato del lavoro è in mano agli over. Le migliori opportunità raramente vengono offerte a un ventenne o trentenne. Non si tratta semplicemente di premiare l’esperienza, bensì dell’italica diffidenza verso chi non ha i capelli brizzolati. Quando nella corsia di un ospedale vediamo un medico chirurgo sui 30 anni, quasi istintivamente ci vengono i brividi alla schiena. Vogliamo essere rassicurati dalla presenza di un medico anziano. Lo stesso quando saliamo su un aereo e vediamo un pilota fresco in cabina.

L’usato sicuro non sempre una garanzia

De Martino ha sfatato il mito per cui solo l’usato sicuro possa portare risultati soddisfacenti. Nessuno lo sta rimarcando, mentre se avesse fallito, oggi scriveremmo tutti che certe cose sono per i “grandi”. Discovery voleva fare la rivoluzione sul mercato televisivo senza investire in volti nuovi e nemmeno in contenuti innovativi. Gli è andata bene con Fabio Fazio e prima ancora con Maurizio Crozza. Con Amadeus finora ha toppato. Non sarebbe stato meglio spendere i 10 milioni di euro di contratti e 100 milioni di investimenti in quattro anni promessi per “creare” nuovi volti e contenuti per la tv?

Le scorciatoie spesso portano bene, ma non sempre. C’è da dire che solo in Italia possiamo considerare ancora giovane un ragazzo di 35 anni (compiuti oggi) e che da circa un quindicennio bazzica nella tv con diversi ruoli.

De Martino vendica quella generazione invisibile a cui quasi mai viene accordata fiducia, essendo scartata in favore dei soliti noti (non ignoti!). E’ così anche in politica e in ogni ambito della vita sociale. Girano gli stessi nomi, molto spesso con una supponenza autoreferenziale insopportabile.

Tanti De Martino senza contratto sul mercato del lavoro

State certi che il successo non basterà. Per anni e anni il campano dovrà sorbirsi improbabili paragoni con i “giganti” della tv, che tali sono perlopiù in considerazione della loro età avanzata o della scomparsa. Le imprese piccole, medie e grandi prendano nota: anziché snobbare le forze fresche del mercato del lavoro, trovino il coraggio di puntarvi con l’offerta di contratti migliori. Certo, non siamo tutti De Martino e la vita quotidiana non è un gioco televisivo. Ma anche la tv è un mercato e quanto sta accadendo in queste settimane ci racconta di una domanda di novità, che spesso resta inevasa per la paura dell’offerente di compiere un azzardo.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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