Il calo dei rendimenti si prende una pausa sul sell-off ai danni dei Treasuries

Il calo dei rendimenti sovrani si è arrestato nelle ultime sedute dopo che i dati sul lavoro negli Stati Uniti hanno zavorrato i Treasuries.
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Calo dei rendimenti in pausa sul sell-off dei Treasuries
Calo dei rendimenti in pausa sul sell-off dei Treasuries © Licenza Creative Commons

Mentre è sostanzialmente certo che la Banca Centrale Europea (BCE) taglierà i tassi di interesse nell’Eurozona per la terza volta già in questo mese di ottobre, il calo dei rendimenti sul mercato si sta prendendo una pausa. Dal 2,13% di venerdì scorso il decennale tedesco offre oggi il 2,25%. Una brusca risalita, che risente del sell-off accusato dai Treasuries. Nello stesso arco di tempo, la scadenza decennale americana è risalita dal 3,85% ad oltre il 4%. La data chiave è stata proprio il venerdì 4 ottobre. I dati sul lavoro negli Stati Uniti per il mese di settembre sono risultati ben superiori alle attese, mentre la disoccupazione è scesa e i salari orari sono cresciuti sopra le previsioni.

Riviste attese sui tassi Fed

A seguito di tali numeri, il mercato ha rivisto le sue previsioni sui tassi della Federal Reserve. Se prima era certo che vi sarebbe stato un secondo taglio dello 0,50% a novembre, adesso sconta all’89% che sarà dello 0,25%. Una revisione delle aspettative che ha invertito il calo dei rendimenti anche nell’Eurozona. Il BTp a 10 anni è passato dall’offrire il 3,38% al 3,57% attuale. Ciò che accade sul principale mercato obbligazionario del mondo ha immediate e dirette ripercussioni altrove. Il cambio euro-dollaro è sceso repentinamente sotto la soglia di 1,10, segnalando una Fed possibilmente meno espansiva di quanto si fosse creduto.

Lo spread Treasury-Bund resta in area 175 punti base o 1,75%. Allo stato attuale, i tassi sui depositi della BCE sono al 3,50% e quelli della Fed al 5%. Entro fine anno, stando al mercato, scenderebbero rispettivamente al 3% e al 4,50%. Per il breve termine, quindi, la divergenza monetaria rimarrebbe intatta. Proprio per questa ragione il calo dei rendimenti si è arrestato. C’è anche il fattore energia a rilevare. A seguito delle tensioni tra Israele e Iran, il prezzo del Brent è rincarato di oltre il 10% in poche sedute, salendo fino ad oltre 80 dollari al barile.

Il gas europeo, invece, resta del 20% sotto i livelli di un anno fa, pur in risalita a 40 euro per Mega-wattora con l’avvicinarsi dell’inverno.

Calo dei rendimenti in pausa

Il costo dell’energia influenza le aspettative d’inflazione e gli stessi rendimenti sovrani, il cui calo nei mesi passati ha risentito proprio della disinflazione in corso. Resta il fatto che il BTp a 10 anni renda oltre mezzo punto percentuale dei massimi toccati agli inizi di luglio. E nel frattempo lo spread è sceso da 160 a 130 punti base. I rendimenti americani ai massimi da oltre tre mesi stanno sospendendo il rally, pronto a ripartire con nuovi, eventuali dati macro deboli nell’Eurozona e/o negli Stati Uniti.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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