Il tema delle multe, in particolare quelle emesse dagli autovelox, continua a suscitare accese discussioni tra gli automobilisti e le amministrazioni. Gli autovelox, strumenti di controllo della velocità, sono spesso percepiti come un mezzo utilizzato dai Comuni per fare cassa, piuttosto che come strumenti di prevenzione. Nonostante le rassicurazioni delle istituzioni, la percezione negativa rimane diffusa tra i cittadini.
Il governo, attraverso il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ha più volte espresso dubbi sull’uso eccessivo di questi dispositivi.
Autovelox: uno strumento necessario o abusato?
Il dibattito sugli autovelox è uno dei nodi centrali della riforma. Secondo il governo, è necessario contrastare l’uso indiscriminato di questi dispositivi, poiché alimentano sospetti e polemiche tra i cittadini. L’idea diffusa è che alcuni Comuni abusino di questi strumenti per aumentare le entrate, piuttosto che per garantire la sicurezza stradale. La questione è resa ancora più complessa dalle storie di cronaca che spesso emergono, come quella di Fleximan, una figura controversa che ha ottenuto una certa notorietà per aver sabotato diversi autovelox, guadagnandosi persino il sostegno di alcuni utenti.
A sottolineare l’ampio utilizzo degli autovelox in Italia, una ricerca recente ha rivelato che il nostro Paese è secondo al mondo per il numero di rilevatori di velocità installati, superato solo dal Brasile. In questo contesto, la pressione per una regolamentazione più rigorosa è aumentata, tanto che anche alcuni tribunali stanno iniziando a prendere posizione contro l’utilizzo improprio di questi strumenti.
Multe autovelox, ill caso di Marsala
Un esempio emblematico di questa battaglia legale arriva dal Tribunale di Marsala, dove una sentenza recente ha respinto il ricorso di un Comune contro l’annullamento di cinque multe per eccesso di velocità. Il dispositivo fisso utilizzato dalla Polizia Municipale non era stato omologato correttamente, e il giudice ha accolto le argomentazioni del legale del conducente multato. Questo caso evidenzia un aspetto critico dell’uso degli autovelox: non è sufficiente che il dispositivo sia autorizzato, ma deve anche essere omologato secondo la normativa vigente. La Cassazione, con un’ordinanza del 2024, ha confermato questa distinzione tra approvazione e omologazione, creando un precedente importante per altre contestazioni future.
Con la riforma del Codice della Strada in attesa di approvazione definitiva, il futuro delle multe e degli autovelox in Italia rimane incerto. È evidente che il governo intende regolamentare l’uso di questi dispositivi, evitando che diventino una mera fonte di entrate per i Comuni. Allo stesso tempo, è necessario garantire la sicurezza stradale, bilanciando le esigenze di controllo con il rispetto dei diritti degli automobilisti. L’attenzione si concentra ora sul Senato, che dovrà esaminare nel dettaglio la proposta di riforma e valutare eventuali modifiche. Nel frattempo, i cittadini e gli automobilisti continuano a fare i conti con un sistema di multe che, tra omologazioni mancate e dispositivi non regolari, lascia spazio a contestazioni e ricorsi.
I punti chiave…
- Gli autovelox sono spesso visti come strumenti per fare cassa, nonostante le rassicurazioni delle amministrazioni, e il governo ha espresso perplessità sul loro uso indiscriminato.
- Il Tribunale di Marsala ha confermato che gli autovelox devono essere non solo autorizzati, ma anche omologati correttamente, annullando multe basate su dispositivi non conformi.
- La riforma del Codice della Strada, che prevede cambiamenti importanti anche per l’uso degli autovelox, è in attesa di approvazione dal Senato.