Le pensioni anticipate 2025, come si uscirà dal lavoro e con quali misure

Pensioni 2025 anticipate e non, ecco che pensioni potranno sfruttare i contribuenti nel 2025 in base a ciò che si apprende adesso per la legge di Bilancio.
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“Stiamo lavorando alla conferma delle misure in vigore quest’anno, con un potenziamento della previdenza complementare, in modo tale da far dialogare i due pilastri del sistema: la pensione obbligatoria e la pensione integrativa.” Queste sono, in sintesi, le dichiarazioni del sottosegretario al Ministero del Lavoro, il leghista Claudio Durigon. Per quanto riguarda le pensioni anticipate del 2025, ci saranno diverse possibilità.

Le sue parole suggeriscono che le novità per il 2025 non saranno vere e proprie novità, ma si tratterà piuttosto della conferma delle misure in scadenza il 31 dicembre di quest’anno.

Anche se si fa riferimento alla previdenza complementare, questo tema guarda più al futuro che al 2025. Ma alla luce degli scenari ipotizzati, come si andrà in pensione nel 2025?

Le pensioni anticipate 2025: come si potrà uscire dal lavoro e con quali misure

Dal 2027 l’età pensionabile dovrebbe aumentare di 2 o 3 mesi, ma non dal 2025. Anche l’anno prossimo, chi ha compiuto 67 anni e ha maturato 20 anni di contributi potrà andare in pensione. Se il lavoratore ha il primo accredito contributivo successivo al 1995, dovrà anche raggiungere una pensione minima non inferiore all’importo dell’assegno sociale. Le donne potranno uscire a 66 anni se hanno avuto figli, con uno sconto di 4 mesi per figlio fino a un massimo di 12 mesi per tre o più figli.

Chi ha il primo accredito contributivo dopo il 1995 potrà continuare ad andare in pensione a 71 anni con soli 5 anni di contributi. Inoltre, questi contributivi puri potranno pensionarsi a 64 anni con 20 anni di contributi, purché il trattamento non sia inferiore a 3 volte l’assegno sociale (con riduzioni a 2,8 o 2,6 volte l’assegno sociale per le donne con uno o più figli).

Le donne continueranno a beneficiare degli sconti: potranno andare in pensione a 63 anni con una riduzione di 4 mesi per ogni figlio, fino a un massimo di 12 mesi.

Quota 41 per i precoci e pensioni anticipate ordinarie nel 2025

Anche nel 2025 si potrà andare in pensione senza alcun limite di età, purché si raggiunga una carriera contributiva sufficiente. Rimarrà invariato il requisito di 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Non ci sarà alcun vincolo anagrafico per la pensione anticipata ordinaria, né per la Quota 41 per i precoci.

Nel 2025, chi avrà maturato 41 anni di contributi, con almeno 12 mesi versati prima dei 19 anni e 35 anni effettivi di lavoro (senza contributi figurativi da disoccupazione o malattia), potrà andare in pensione indipendentemente dall’età anagrafica.

Quota 103 contributiva anche nel 2025: ultime indiscrezioni

Sebbene manchi ancora l’ufficialità, sembra ormai certo che le misure attualmente in vigore verranno confermate anche per il 2025. Parliamo di Quota 103, dell’Ape sociale e di Opzione Donna. Si potrà quindi contare ancora su queste soluzioni per le pensioni anticipate nel 2025.

Ad esempio, chi compirà 62 anni da gennaio 2025 e avrà maturato 41 anni di contributi entro lo stesso anno, potrà accedere alla Quota 103. Il trattamento sarà calcolato con il metodo contributivo e non potrà superare 4 volte l’importo del trattamento minimo, con il divieto di cumulo con redditi da lavoro autonomo occasionale superiori a 5.000 euro l’anno.

Ape sociale nel 2025: l’anticipo pensionistico

Le categorie che potranno accedere all’Ape sociale nel 2025 rimarranno le stesse: caregiver, invalidi, lavoratori addetti a mansioni gravose e disoccupati. Per gli invalidi, i disoccupati e chi assiste un parente invalido saranno sufficienti 30 anni di contributi, mentre per i lavoratori gravosi ne serviranno 36.

Per tutti, l’età minima da raggiungere nel 2025 sarà di 63 anni e 5 mesi, come nel 2024. Il disoccupato dovrà aver perso il lavoro involontariamente e aver terminato di percepire la Naspi. L’invalido dovrà essere riconosciuto con una disabilità pari o superiore al 74%, e il caregiver dovrà convivere con il parente invalido da almeno 6 mesi.

Per i lavoratori gravosi sarà necessario aver svolto tali mansioni per almeno 6 degli ultimi 7 anni, o in alternativa per 7 degli ultimi 10 anni di carriera. Questi requisiti valgono anche per la Quota 41 per i precoci.

Canali agevolati per le donne

Anche Opzione Donna dovrebbe essere confermata per il 2025, permettendo l’uscita anticipata alle donne che hanno maturato i requisiti entro il 31 dicembre 2024. Opzione Donna richiede che entrambi i requisiti, anagrafici e contributivi, siano soddisfatti entro l’anno precedente rispetto alla data di pensionamento.

Pertanto, nel 2025, potranno andare in pensione le donne che avranno compiuto 59 anni entro il 2024 e che siano caregiver, invalide o licenziate da grandi aziende in crisi. Per le invalide e le caregiver senza figli, o con un solo figlio, l’età richiesta sarà rispettivamente di 60 e 61 anni. In ogni caso, saranno necessari almeno 35 anni di contributi, e la pensione sarà calcolata con il sistema contributivo.

Scivolo per i lavori usuranti anche nel 2025

Anche nel 2025 resterà attivo lo scivolo per i lavori usuranti, che consente di andare in pensione a 61 anni e 7 mesi con 35 anni di contributi. Chi ha già presentato la domanda di certificazione del diritto entro il 1° maggio 2024 potrà accedere alla pensione nel 2025, purché, oltre ai requisiti di età e contribuzione, abbia raggiunto la Quota 97,6.

Chi presenterà la domanda in ritardo o non l’ha ancora presentata dovrà attendere i calcoli dell’INPS sulla disponibilità delle risorse per lo scivolo. Rischiando così una penalità per il ritardo fino a 3 mesi di prestazione. Potranno accedere alla misura i lavoratori che svolgono attività usuranti o lavori notturni, nonché gli autisti di mezzi di trasporto pubblico.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

2 Comments

  1. Buongiorno, non capisco come fanno a Dialogare (vedi articolo all inzio)Pensione Obbligatoria e Pensione Integrativa,quando di base i stipendi non ,sono adeguati appunto per far” dialogare “, i due discorsi,concludo con mio Pensiero, ‘Hanno stravolto i famosi 40 anni di versamenti(cosa che, così si diceva “DIRITTO AQUISITO ,INTOCCABILE……per il Lavoratore”,ritrattando il tutto e modificandolo ,in peggio ,Mi chiedo come si può pensare di ,oltre tutto, affidarsi anche ad una
    Gestione Integrativa,SE PERMETTETE IL MIO TFR MEGLIO AVERLO NELLE MIE TASCHE
    Buina giornata

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