Esiste una misura che consente ai lavoratori di andare in pensione senza limiti di età anagrafica, purché vengano raggiunti i requisiti previsti. Si tratta di una misura strutturale, in vigore dal 2012, chiamata pensione anticipata ordinaria. Questa ha sostituito la pensione di anzianità con l’avvento della riforma Fornero.
Secondo i dati dell’ultimo rapporto dell’INPS, questa misura ha contribuito notevolmente a fissare l’età media del pensionamento a 64,2 anni, un dato che mette a rischio la sostenibilità del sistema previdenziale.
Ma è possibile intervenire sulla pensione anticipata ordinaria per ridurre l’impatto delle uscite dal mondo del lavoro? Nel sistema previdenziale tutto è possibile, e il governo potrebbe decidere di utilizzare uno stratagemma: l’allungamento delle finestre mobili. In questo modo, si potrebbe inasprire la misura senza modificare direttamente i requisiti.
Pensioni anticipate senza limiti di età nel 2025: tutti i dubbi dei lavoratori
Attualmente, è possibile accedere alla pensione anticipata ordinaria con 42 anni e 10 mesi di contributi versati, dei quali almeno 35 anni devono essere effettivi, senza considerare i contributi figurativi da disoccupazione indennizzata o malattia. Le donne possono accedere con 41 anni e 10 mesi di contributi. Questa misura ha sostituito la pensione di anzianità, che permetteva di andare in pensione con 40 anni di contributi, anch’essa senza limiti di età.
Oggi, tra la maturazione dei requisiti e la decorrenza della pensione, devono trascorrere tre mesi di “finestra mobile”. Ciò significa che il lavoratore può lasciare il lavoro al raggiungimento dei requisiti, ma riceverà il primo rateo pensionistico solo dopo tre mesi. Oppure può scegliere di continuare a lavorare fino a 43 anni e un mese.
Finestre più lunghe? Ecco cosa potrebbe cambiare
Le finestre mobili hanno già rappresentato un inasprimento per la pensione anticipata, e c’è la possibilità che vengano ulteriormente allungate.
In questo modo, molti lavoratori potrebbero essere incentivati a continuare a versare contributi, rimandando l’uscita e lavorando fino a 42 anni e 4 o 5 mesi. Se, come indicato dall’INPS, la pensione anticipata è la principale causa della bassa età media di uscita dal lavoro, l’allungamento delle finestre potrebbe contribuire a un aumento di questa media.
Cosa accade durante il periodo della finestra mobile?
Con finestre così lunghe, è difficile immaginare che molti lavoratori accetterebbero di lasciare il lavoro dopo 42 anni e 10 mesi di contributi, sapendo di dover aspettare una finestra 6 o 7 mesi senza alcun reddito pensionistico. Questa condizione potrebbe spingere molti a rimanere in servizio per tutto il periodo della finestra. Continuando a lavorare fino a quando non riceveranno il primo rateo pensionistico.
Al momento, queste restano solo ipotesi, poiché il governo non ha ancora ufficializzato le novità che intende introdurre nella legge di Bilancio. Per ora, dunque, tutto è ancora in attesa di conferma.
In riferimento ai 66 e 7 mesi , credo che al momento riconoscimento per chi ha svolto dei lavori usuranti , sia stato dimenticato . Sono nato il 27/8/1958 ho 34 anni contributivi , di cui gli ultimi 15 lavoro usurante ! Ma, lo sconto di 5 mesi mi è stato negato ! Andrò a 67 anni in tutti i casi , meni male che ho un po’ di salute !!
Buongiorno mi chiamo Antonella a gennaio compio 59 anni ho 35 anni di contributi…sto facendo domanda di 104 xche sto assistendo mia mamma invalida al 100 x 100.
Potrò fare domanda di Opzione donna fra 6 mesi ? Grazie