Quanti contributi servono per andare in pensione a 67 anni 2025?

Quanti contributi servono per lasciare il lavoro a 67 anni 2025? La risposta dovrebbe essere 20 anni, ma i dubbi sono tanti sulle pensioni.
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Quanti contributi servono per lasciare il lavoro a 67 anni 2025?
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Per andare in pensione nel 2025, una delle vie che sicuramente sarà tra le più gettonate è, senza dubbio, quella della pensione di vecchiaia ordinaria. La misura, in effetti, è strutturale del sistema. E quindi non prevede, almeno allo stato attuale delle cose, l’arrivo di correttivi o di nuovi requisiti da completare per gli interessati.

Tuttavia, una cosa che va detta è che, dopo tutte le voci che si sentono sull’ipotetica riforma delle pensioni, ci sono numerosi dubbi che stanno venendo in mente ai nati nel 1958.

Soggetti che magari da anni programmavano di poter andare in pensione nel 2025. E che adesso hanno più di qualche dubbio sulla reale possibilità di farlo.

Oggi, estrapolando solo due dei tanti quesiti che ci arrivano in redazione, cerchiamo di fare il punto della situazione per spiegare come effettivamente si potrà andare in pensione nel 2025 con la classica pensione di vecchiaia ordinaria.

Le domande giunte in redazione

“Buonasera, in relazione al fatto che pare che il governo sia intenzionato a spostare in avanti i requisiti di accesso alla pensione, premiando chi rimane al lavoro più a lungo, volevo dei chiarimenti. Io sono nato il primo agosto del 1958 e ho paura che l’anno prossimo qualcosa cambi. Cioè che, nonostante da tempo pensassi ai 67 anni di età come quelli del mio pensionamento con 25 anni di contributi, qualcosa possa cambiare quando ormai ero in vista del traguardo.”

“Salve, tempo fa ho letto un vostro articolo sulla presunta risalita dei contributi da centrare per andare in pensione con la vecchiaia ordinaria, che da 20 anni dovrebbe passare a 25 anni. Non sono sicuro di questo però. Per esperienza credo che quando si inizia a parlare di qualcosa che vada ad inasprire i requisiti di accesso alle pensioni qualche fondo di verità ci sia. Voi sapete darmi una spiegazione, visto che sono nato nel ’58 e quindi l’anno prossimo dovrei andare in pensione, ma ho soltanto 21 anni di contributi versati?”

Quanti contributi servono per andare in pensione a 67 anni 2025?

In genere, quando si avvicina la data in cui deve uscire la legge di Bilancio, i lavoratori vivono in una specie di limbo per quanto concerne le pensioni e le loro possibilità di andare in pensione.

Per esempio, gli interessati alla pensione di vecchiaia hanno sempre una sensazione di paura e di timore. Ovvero che qualcosa possa cambiare dal punto di vista delle regole per andare in pensione. Col rischio di perdere il treno del pensionamento che fino a pochi mesi prima sembrava certo e inattaccabile.

Effettivamente, sulla legge di Bilancio si stanno facendo tanti discorsi e tante ipotesi, anche se nessuna al momento ha la conferma dell’ufficialità.

Le varie ipotesi, i dubbi e perché molti sono preoccupati anche per la pensione di vecchiaia 2025

Per esempio, tempo fa era giunta la proposta di rendere le pensioni flessibili, con una misura che poteva mandare in pensione i lavoratori a partire dai 64 anni di età e fino ai 72 anni. Una misura facoltativa da utilizzare da parte dei lavoratori in base alle loro esigenze. Purché con almeno 25 anni di contributi versati ed un trattamento non più basso di 1,5 volte l’assegno sociale.

La misura però non è ancora attiva. Anzi, per il momento non ci sono conferme riguardo alla possibilità che si vada in porto con una misura di questo genere. Fermo restando questo, possiamo già dire che difficilmente le pensioni di vecchiaia verranno ritoccate dai legislatori.

Difficile che si arrivi a un incremento dei requisiti che di colpo passerebbero dai 20 anni di oggi ai 25 anni di domani. Per il momento, quindi, sono soltanto voci. E quindi anche nel 2025 la pensione di vecchiaia ordinaria si dovrebbe centrare sempre con 67 anni di età.

E sempre con i soliti 20 anni di contributi.

La flessibilità e la scelta di restare al lavoro o andare in pensione prima

Anche l’ultima ipotesi che proviene dalle parole del Ministro Giorgetti, che ha aperto alla possibilità di inserire dei premi per chi lascia il lavoro in ritardo, fa discutere. E lascia dubbi, come ci dimostrano i quesiti di sopra.

Un premio a chi rinvia la pensione nonostante abbia raggiunto i requisiti per uscire dal lavoro potrebbe riguardare anche la pensione di vecchiaia. Ma resta soltanto un’opzione che ogni lavoratore può scegliere di adottare o meno.

Infatti, pare che si voglia inserire un premio a chi rinvia la pensione. Che godrà poi di uno stipendio più alto negli ultimi anni di carriera per via di alcuni sgravi contributivi.

Ripetiamo: si tratta di una facoltà. Perché il lavoratore che raggiunge 67 anni di età con almeno 20 anni di contributi versati potrà considerarsi libero di lasciare il lavoro. E andare in pensione come prassi e come si fa ormai da tanti anni a questa parte. Oppure, in alternativa, potrà decidere di restare al lavoro chiedendo l’applicazione di un bonus.

A dire il vero, un bonus con cui alcuni lavoratori hanno già iniziato ad avere a che fare, per esempio quest’anno con la quota 103. Ripetiamo che si tratta comunque di una facoltà, perché non verrà imposto al lavoratore di restare al lavoro più a lungo.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

1 Comment

  1. Buon giorno, volevo gentilmente chiedere se, maturando i requisiti pensionistici durante il periodo di cassa integrazione, si è obbligati ad andare in pensione, oppure si può sfruttare il periodo di cigs rimasto.
    Grazie
    Cordiali saluti

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