Pensioni 2025, dalla manovra buone notizie per i nati fino al 1963: tutti in pensione prima, ma come?

Pensioni 2025 con nuove uscite confermate dalla manovra e per i nati fino al 1963, tutti in pensione prima con quota 103 e Ape sociale.
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Pensioni anticipate 2025, ecco le 3 misure che la manovra ha confermato, requisiti e beneficiari
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Come sembrava probabile, la manovra di Bilancio non ha prodotto nessuna grande novità a livello previdenziale. Non ci sono state riforme delle pensioni, non è nata la quota 41 per tutti e non è stata certo superata la riforma Fornero. Per finanziare le altre urgenze e priorità (la manovra è di 30 miliardi di euro per il 2025), come la conferma definitiva del taglio del cuneo fiscale e delle nuove aliquote IRPEF, le pensioni sono passate in secondo piano.

Questo non vuol dire, però, che non siano sopraggiunte buone notizie per le pensioni 2025, perché non era affatto scontato che per i nati fino al 1963 ci fossero le conferme di alcune misure di pensionamento anticipato che rischiavano seriamente di scomparire del tutto.

Abbiamo da tempo parlato di pensioni a 62 anni o a 63 anni nel 2025, usando il condizionale, perché non era sicuro che il governo andasse a confermare le misure che scadevano nel 2024, cioè quota 103 e l’Ape sociale. Oggi abbiamo la conferma definitiva, perché è uscita dalla legge di Bilancio che ieri notte è stata licenziata positivamente dal Consiglio dei Ministri.

È chiaro che adesso ci sono i vari passaggi parlamentari (la manovra entro il 20 ottobre dovrà arrivare alla Camera dei Deputati per il via al ping-pong parlamentare), ma pare scontato che anche nel 2025 ci saranno alcuni lavoratori che potranno andare in pensione con queste misure.

Pensioni 2025, dalla manovra buone notizie per i nati fino al 1963: tutti in pensione prima, ma come?

Salvo clamorosi colpi di scena improvvisi, ovvero cambi di rotta durante le operazioni di conversione in legge e di approvazione della manovra, nel 2025 i nati fino al 1963 potranno godere di un canale di pensionamento anticipato che rischiava di essere cestinato il 31 dicembre 2024: parliamo della quota 103.

La misura, nata nel 2023, modificata ma confermata nel 2024, proseguirà per un altro anno la sua sperimentazione. In pratica, la quota 103 raggiunge come durata la quota 100, che è stata in attività dal 2019 al 2021.

La quota 103 quindi funzionerà dal 2023 al 2025.

Potrà piacere o no, ma sicuramente è una buona notizia per quanti compiono 62 anni di età nel 2025 e scelgono la via della pensione con questa misura. Le regole per andare in pensione con questo strumento dovrebbero rimanere inalterate: quindi, minimo 62 anni come età anagrafica e minimo 41 anni di contributi da versare.

L’Ape sociale e la quota 103 nel 2025, conferma delle uscite ma anche delle limitazioni

Resteranno sicuramente intatte tutte le contraddizioni di questa misura, ovvero tutte le penalizzazioni che hanno prodotto notevoli critiche alle variazioni introdotte nel 2024. La quota 103 nel 2023 era stata introdotta come misura a calcolo misto, cioè retributivo e contributivo, in base alla situazione contributiva del richiedente.

Quindi, calcolo retributivo per i periodi fino al 31 dicembre 1995 o fino al 31 dicembre 2011 per i lavoratori che già al 31 dicembre 1995 avevano maturato 18 anni di versamenti, e calcolo contributivo per i periodi successivi.

E la pensione nella versione 2023 di quota 103 non doveva essere più alta di 5 volte il trattamento minimo INPS.

Nel 2024, invece, è stato introdotto, come una sorta di sacrificio da spendere sull’altare della pensione a 62 anni, il calcolo tutto contributivo della prestazione. E la pensione nel frattempo è stata portata fino a un massimo di 4 volte il trattamento minimo INPS. Probabilmente, a legge di Bilancio approvata, sarà la versione del 2024 a essere prolungata nel 2025.

A prescindere da tagli e penalizzazioni, si tratta di un canale di pensionamento in più per chi è nato fino al 1963, con il solito divieto di cumulo dei redditi da pensione con altri redditi da lavoro. Chi va in pensione con quota 103 nel 2025 non potrà cumulare redditi da lavoro, sia autonomo che subordinato, con l’unica eccezione prevista per il lavoro autonomo occasionale fino a 5.000 euro di reddito per anno solare.

L’Anticipo pensionistico sociale, ecco la pensione 2025 a 63 anni e 5 mesi

Molta attesa riguardava anche la destinazione dell’Ape sociale, ovvero la sua proroga o la sua cessazione.

Anzi, forse c’era un’attesa ancora maggiore per l’Anticipo pensionistico sociale. Il reddito ponte che accompagna il lavoratore alla pensione a 67 anni sarà confermato pure l’anno prossimo.

E potranno andare in pensione quanti compiono nel 2025 almeno 63 anni e 5 mesi di età.

Una salvaguardia autentica per chi anche per pochi mesi ha rischiato seriamente di perdere il treno dell’Anticipo pensionistico sociale.

Basti pensare a chi oggi ha compiuto 63 anni, ma i 5 mesi in più introdotti nel 2024 lo facevano arrivare a maturare la giusta età anagrafica nel 2025. Se non ci fosse stata una proroga della misura, questo soggetto poteva benissimo essere considerato un vero sfortunato.

Adesso, però, sempre in base alla legge di Bilancio licenziata dal Consiglio dei Ministri, anche l’Ape dovrebbe essere confermata nel 2025.

Chi andrà in pensione nel 2025?

Potranno andare in pensione nel 2025 con l’Ape sociale quanti compiono almeno 63 anni e 5 mesi, purché rientrino nelle solite quattro categorie a cui la misura si applica. I caregiver, per esempio, cioè soggetti che da almeno sei mesi convivono con un parente stretto disabile da assistere. Il parente deve essere il coniuge, un genitore o un parente o affine entro il secondo grado (ma solo se questi parenti o affini sono privi di genitori o se i genitori e i coniugi hanno più di 70 anni o sono invalidi).

I disoccupati che hanno perso involontariamente il lavoro e che hanno finito di percepire interamente la Naspi. Gli invalidi con almeno il 74% di disabilità certificata dalla Commissione medica per gli invalidi civili ASL/INPS. E, infine, gli addetti ai lavori gravosi che da 7 degli ultimi 10 anni (o 6 degli ultimi 7 anni) svolgono un lavoro logorante tra i 15 previsti che saranno anche per il 2025:

  • Conciatori di pelli e pellicce;
  • Addetti non qualificati ai servizi di pulizia;
  • Facchini e addetti allo spostamento di merci;
  • Camionisti e conducenti di mezzi pesanti in genere;
  • Macchinisti ferroviari, conducenti di treni e personale ferroviario viaggiante in genere;
  • Gruisti e conduttori di macchinari per la perforazione nelle costruzioni;
  • Infermieri e ostetriche che operano su turni nelle sale operatorie e nelle sale parto;
  • Maestre ed educatori di asilo nido e scuola dell’infanzia;
  • Operai edili o addetti alla manutenzione degli edifici;
  • Operatori ecologici e netturbini addetti a separare o raccogliere rifiuti;
  • Addetti all’assistenza di persone non autosufficienti;
  • Lavoratori marittimi;
  • Pescatori;
  • Agricoli;
  • Operai siderurgici.

I contributi necessari e le regole stringenti dell’Ape sociale

Per invalidi, caregiver e disoccupati, anche nel 2025 serviranno 30 anni di contributi versati, insieme ad almeno 63 anni e 5 mesi di età.

Per i lavori gravosi, invece, serviranno come sempre almeno 36 anni di versamenti.

La pensione con l’Ape sociale continuerà ad avere tutte le limitazioni che abbiamo imparato a conoscere in questi anni.

Infatti, si tratta di una prestazione pagata mensilmente dall’INPS ma su 12 mensilità: con l’Ape sociale non si percepisce la tredicesima. Oltretutto, con l’Ape sociale non si godono eventuali maggiorazioni, assegni per il nucleo familiare e integrazioni. La prestazione non prevede adeguamenti annuali al tasso di inflazione e non è reversibile in caso di prematuro decesso del beneficiario.

Infine, non può superare 1.500 euro al mese come importo e prevede il divieto di cumulo dei redditi da pensione con altri redditi da lavoro, sia autonomo che subordinato, con l’unica eccezione data dal lavoro autonomo occasionale fino a 5.000 euro di reddito per anno solare.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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