Un’altra emissione di bond per Barclays assistita da Intermonte. La banca britannica ha collocato sul mercato un’obbligazione in due tranche, entrambe della durata massima di diciotto anni e con scadenza in data 16 ottobre 2042. Tuttavia, la prima è denominata in euro (ISIN: XS2861438815) e la seconda in dollari (ISIN: XS28611438732). Molto interessanti in entrambi i casi le cedole: 5,3% e 8,3%. Ma vediamo di preciso qual è il loro funzionamento e perché il solo tasso annuo lordo ci dice poco dei nuovi titoli.
Possibile rimborso anticipato e cedole in unica soluzione
Iniziamo dal bond Barclays in euro. Qui, il rischio di cambio non esiste per l’investitore italiano, essendo l’emissione denominata nella nostra valuta. Il titolo è “callable”, in quanto l’emittente si riserva la facoltà di procedere al rimborso anticipato del capitale ogni anno dopo il primo e fino al penultimo. E la cedola non è pagata annualmente, bensì tutta alla scadenza o alla previa data di rimborso.
Questo significa che l’obbligazionista accumulerà la cedola fino alla scadenza, nel caso in cui non ci fosse alcun rimborso anticipato. In quel caso, il 16 ottobre del 2042 riceverebbe il capitale al 100% del suo valore nominale e tutti gli interessi pari al 95,4% (5,3% x 18 anni). Capite da voi che una cosa sarebbe ricevere le cedole in pagamento anno dopo anno e un’altra tutte alla scadenza. In questo secondo caso, il tasso annuo effettivo si abbassa al 3,79%. Sarebbe del 5,3% solamente se tra un anno Barclays rimborsasse il bond. Se lo facesse, ad esempio, tra cinque anni, il tasso effettivo scenderebbe al 4,99%; tra dieci anni, al 4,41%.
Cedola alta, ma rischio di cambio
Il valore del denaro tende a decrescere con il tempo, in quanto non può essere reinvestito a differenza del caso in cui la cedola venisse pagata annualmente. E vediamo la tranche in dollari. Qui, la cedola è dell’8,3% per la medesima durata e alle medesime condizioni, a parte la valuta di emissione.
Facendo lo stesso ragionamento di cui sopra, troviamo che il bond Barclays in dollari sarà pagato alla scadenza per il 100% del suo valore nominale più il monte interessi del 149,4%. Anche in questo caso, il tasso effettivo su base annua scenderebbe e per la precisione al 5,21%. Sarebbe dell’8,3% solamente con l’esercizio della call dopo il primo anno. Dopo cinque anni, ad esempio, scenderebbe già al 7,9% e dopo dieci anni al 6,23%.
Bond Barclays esposti al rischio di tassi
Con il taglio dei tassi in corso – proprio poco fa la Banca Centrale Europea ha annunciato una terza riduzione dello 0,25% – all’investitore conviene puntare sulle lunghe scadenze, specie se emesse con alte cedole come i bond Barclays in euro e dollari. Tuttavia, esso si assume un rischio derivante dal fatto che il capitale può essergli rimborsato prima della scadenza. Se così, perderebbe le cedole per il periodo residuo atteso. L’emittente può avere la convenienza ad esercitare la call, rifinanziandosi sul mercato a costi più bassi. Per la tranche in dollari esiste anche il rischio di cambio, che si avrebbe qualora il dollaro perdesse valore contro l’euro. Capitale e cedole varrebbero di meno, riducendo il rendimento nominale atteso e finanche azzerandolo o portandolo in negativo se il deprezzamento valutario fosse consistente negli anni.