Poco più di un mese fa il Tesoro emetteva il nuovo BTp a 30 anni con un apposito collocamento sindacato. Raccoglieva 8 miliardi di euro, attirando ordini per quasi 131 miliardi. Un record per il mercato sovrano tricolore. La scadenza 1 ottobre 2054 e cedola 4,30% (ISIN: IT0005611741) è diventata il nuovo “benchmark” per questo tratto della curva. Rimpiazza il BTp 1 ottobre 2053 con cedola 4,50%.
Guadagni sostanziosi dall’emissione
Noi sappiamo che i titoli di stato, italiani e non, hanno corso parecchio nelle ultime settimane. Essi hanno beneficiato del taglio dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve a settembre (e per ben lo 0,50%) e del terzo taglio da parte della Banca Centrale Europea (BCE), inatteso fino alla fine del mese scorso.
Grazie a queste sorprese, i rendimenti obbligazionari sono diminuiti lungo la curva dei tassi. Il nuovo BTp a 30 anni si è apprezzato in misura notevole. Venne emesso cinque settimane fa appena sotto la pari, a 99,789 centesimi. Ieri, quotava in area 104. Il rialzo supera il 4% lordo, che si traduce in un guadagno in conto capitale per l’investitore. E ci sarebbe da aggiungere anche il rateo della cedola maturata dal 17 settembre, data di godimento: 0,36%.
Scambi sostenuti sul MoT
Ieri, il BTp a 30 anni offriva un rendimento in area 4,15%. A conti fatti, non è stata una discesa così vigorosa, anche se ha avuto grossi riflessi sule quotazioni per via dell’alta “duration”. Questa è di 16,63 anni. In pratica, bastano variazioni del rendimento di scarsa entità per far muovere nettamente i prezzi nell’una o nell’altra direzione.
Dall’emissione all’altro ieri risultavano scambiati sul Mercato obbligazionario Telematico di Borsa Italiana 1,108 miliardi del BTp a 30 anni. Nello specifico, ci sono stati più di 25.000 contratti per un controvalore cadauno superiore ai 44.000 euro. La BCE non ha smesso di tagliare i tassi. Ci si attende che lo faccia anche a dicembre.
BTp 30 anni, benefici da sorpresa su tassi
La condizione perché ciò accadesse è che dalla BCE arrivasse una qualche sorpresa nel senso di un ulteriore taglio dei tassi dello 0,25% oltre quelli già scontati dal mercato per i prossimi mesi. Accadrebbe nel caso di deterioramento delle condizioni macro nell’Eurozona. A parità di tassi, poi, occhio allo spread con i Bund. Se da stasera le agenzie di rating mutassero in senso positivo le loro prospettive sui nostri titoli di stato, assisteremmo a un ulteriore avvicinamento dei rendimenti italiani ai livelli tedeschi. E ciò andrebbe a beneficio di tutta la curva, incluso il tratto presidiato dal BTp a 30 anni.