Chi lo ha detto che per guadagnare tanto è obbligatorio investire solo sulle scadenze lunghe. Il bond di San Marino è una delle piacevoli eccezioni alla regola. La sua emissione risale alla primavera dello scorso anno e si rese necessaria per rimborsare agli inizi di quest’anno il primo bond internazionale emesso dalla piccola repubblica sita nel cuore dell’Italia. L’operazione andò in porto, ma a caro prezzo. La cedola fu fissata al 6,50%, il doppio della precedente. Tanto per una scadenza medio-breve.
Spread più che dimezzato dall’emissione
Il minimo la quotazione l’avrebbe toccato esattamente un anno fa a 90 centesimi. Il rendimento lordo esplodeva al 10% e lo spread con il BTp di pari durata saliva a 600 punti base o 6%. Ieri, lo stesso bond di San Marino si acquistava a 102,40, nettamente sopra la pari. Tuttavia, a fine settembre sfiorava la quotazione di 104. A differenza, quindi, del trend generale sul mercato obbligazionario, il rendimento è salito nelle ultime settimane. Ieri, era al 5,30%, gli stessi livelli di fine luglio. Allora, il bond del Tesoro italiano sfiorava il 3% di rendimento, mentre adesso offre meno del 2,45%.
Guadagno consistente dai minimi
In altre parole, lo spread tra il bond di San Marino e l’omologo titolo di stato italiano si è nuovamente allargato in area 285 punti o 2,85%. Era sceso al 2,30% nel luglio scorso. Ma tornando alla quotazione, possiamo notare come in un anno abbia messo a segno un rialzo del 13,8%. E nel frattempo la cedola annuale effettiva è stata del 7,20%. Nel complesso, un guadagno del 21%.
Come si spiega tanta abbondanza? I bond di San Marino sono classificati “junk” dall’unica agenzia di rating che li giudica. Fitch assegna loro il giudizio BB+ con outlook “stabile”. Questo è importante che lo si sappia prima di ipotizzare un eventuale investimento. Il rischio di credito risulta teoricamente alto.
Bond San Marino ai prezzi di luglio
Va detto che l’andamento degli ultimi mesi si mostra deludente. Il bond di San Marino ripropone la stessa quotazione di luglio, cancellando i guadagni intercorsi tra quel mese e settembre. Probabile che il mercato abbia voluto monetizzare i guadagni dei mesi precedenti. Infine, il rischio di liquidità resta in agguato, trattandosi di un’emissione relativamente scarna e unica in circolazione per la piccola repubblica indipendente.