Pensione a 70 anni: docenti declassati solo a tutoraggio?

La manovra 2025 permette la pensione a 70 anni con incentivi. Per i docenti, tuttavia, la scelta potrebbe portare a declassamento
1 mese fa
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pensione 70 anni docenti
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La nuova manovra di bilancio del 2025, approvata dal Consiglio dei Ministri il 15 ottobre 2024 e in attesa di discussione in parlamento dal 21 ottobre, introduce qualche importante novità in ambito pensionistico, specialmente per i dipendenti pubblici. Una delle modifiche più significative riguarda l’opportunità di prolungare la propria carriera lavorativa fino ai 70 anni, con incentivi economici a supporto di questa scelta. Insomma, possibilità di pensione a 70 anni per gli statali.

Tale misura rappresenterebbe un cambiamento rilevante rispetto alle attuali normative, che prevedono il pensionamento obbligatorio a 65 anni, qualora si raggiungano i requisiti per la pensione anticipata, o a 67 anni per la pensione di vecchiaia.

Ci esprimiamo al condizionale in quanto la misura che ci apprestiamo ad esaminare dovrà, comunque, trovare posto nel testo definitivo della manovra che sarà approvata da Camera e Senato.

Pensione a 70 anni: una scelta volontaria

La possibilità di andare in pensione a 70 anni non sarà un obbligo, bensì una scelta volontaria. Questo aspetto è fondamentale per comprendere il cuore della riforma: i lavoratori statali potranno decidere se continuare a lavorare fino a quest’età, a condizione che la pubblica amministrazione confermi la necessità di mantenere il dipendente in servizio.

Ciò implica un meccanismo di reciproco accordo tra dipendente e amministrazione, che potrebbe trovare applicazione più marcata in alcuni settori rispetto ad altri.

Ricordiamo che la manovra 2025 conferma anche la proroga di Quota 103 e la proroga di Opzione donna. Prevista anche la proroga triennale di Ape sociale.

Come si applicherà il prolungamento nella scuola ed enti locali?

La misura è destinata ad avere un impatto diversificato a seconda del settore lavorativo. Ad esempio, in ambito scolastico, si prevederebbe che i docenti possano rimanere in servizio fino ai 70 anni, ma con mansioni specifiche, come quelle di tutoraggio e affiancamento dei nuovi insegnanti.

Questo approccio favorirebbe il trasferimento delle competenze tra generazioni di docenti, garantendo un passaggio di consegne più strutturato e un utilizzo delle esperienze maturate nel corso della carriera lavorativa.

Negli enti locali, dove spesso la carenza di personale qualificato rappresenta un problema, la possibilità di estendere la pensione a 70 anni potrebbe essere accolta con favore. In questi ambiti, la decisione di mantenere in servizio dipendenti esperti potrebbe risultare vantaggiosa per il buon funzionamento degli enti stessi. Tuttavia, sarà essenziale che tale prolungamento avvenga non solo sulla base della volontà del lavoratore, ma anche in risposta a un’esigenza organizzativa reale e confermata dall’amministrazione di riferimento.

Incentivi per rimanere al lavoro oltre i 67 anni

Uno degli elementi centrali della proposta contenuta nella manovra è la previsione di incentivi economici per i lavoratori che decidono di prolungare il proprio servizio oltre i 67 anni. Età attualmente fissata per il pensionamento di vecchiaia. Questi incentivi per indurre ad andare in pensione a 70 anni si concretizzerebbero in un aumento della retribuzione (mediante decontribuzione). Con l’obiettivo di rendere più appetibile l’idea di posticipare il ritiro dal mondo del lavoro.

Si tratta di un’opzione che potrebbe attrarre coloro che, in buona salute e con una forte motivazione, desiderano continuare a lavorare e percepire un salario maggiore.

È evidente che l’aspetto economico è centrale in questa nuova misura. Poiché l’allungamento dell’età lavorativa viene presentato non solo come un’opportunità per chi vuole rimanere attivo. Ma anche come una soluzione potenzialmente vantaggiosa per il bilancio personale del dipendente. L’aumento in busta paga rappresenterebbe un incentivo concreto, che potrebbe compensare il sacrificio di rinviare il momento della pensione.

Pensione a 70 anni: il ruolo del trasferimento delle competenze

Particolarmente significativo, nel quadro della misura della pensione a 70 anni, è il ruolo che l’esperienza acquisita dai lavoratori anziani potrebbe giocare nel trasferimento delle competenze.

Questo tema emerge con particolare rilievo nel settore dell’istruzione.

Poiché i docenti che sceglieranno di restare al lavoro oltre i 67 anni non verranno impiegati nelle normali attività didattiche. Ma avranno il compito di tutoraggio dei nuovi assunti. In questo modo, il prolungamento del servizio non sarà solo uno strumento per mantenere attivi i dipendenti più anziani. Ma diventerà anche un’occasione per trasmettere il proprio know-how alle nuove generazioni di lavoratori.

La logica di questa scelta è quella di capitalizzare l’esperienza dei dipendenti senior. Trasformandola poi in un valore aggiunto per le organizzazioni pubbliche. Senza però incidere sulla dinamica occupazionale. In altre parole, il prolungamento del servizio non dovrebbe rappresentare un ostacolo per le nuove assunzioni. Ma anzi un ponte tra diverse generazioni di lavoratori, attraverso un passaggio di competenze progressivo e controllato.

Riassumendo…

  • La legge bilancio 2025 introduce la possibilità di pensionamento volontario a 70 anni per dipendenti pubblici.
  • Il prolungamento a 70 anni richiede accordo tra lavoratore e amministrazione pubblica.
  • Docenti potrebbero restare in servizio fino ai 70 anni, svolgendo attività di tutoraggio.
  • Incentivi economici previsti per chi sceglie di lavorare oltre i 67 anni.
  • Obiettivo della misura: trasferire competenze tra generazioni senza ostacolare nuove assunzioni.
  • La proposta potrebbe diventare cruciale per la sostenibilità del sistema pensionistico italiano.
  • La misura deve, comunque, trovare posto nel testo definitivo della manovra che sarà licenziata da Camera e Senato.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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