Si avvicina la data per le elezioni anticipate in Giappone, che saranno celebrate domenica 27 ottobre. Volute dal nuovo primo ministro Shigeru Ishiba, vincitore a sorpresa delle primarie del Partito Liberaldemocratico dopo le dimissioni di Fumio Kishida, quasi certamente lo confermeranno alla guida del prossimo governo. Il centro-destra ha quasi sempre avuto il comando del Sol Levante dalla fine della Seconda Guerra Mondiale e i sondaggi non mostrerebbero dubbi neanche questa volta. Ma il cambio dello yen contro il dollaro è sceso ai minimi da fine luglio.
Borsa di Tokyo in ripresa
Adesso, per un dollaro occorrono più di 152 yen. A luglio si era arrivati al massimo di 161,61 yen. Nei giorni scorsi, un alto funzionario del Ministero delle Finanze aveva fatto intendere che la Banca del Giappone sarebbe pronta ad intervenire nuovamente sul mercato a sostegno del cambio dello yen. A Tokyo è il ministro delle Finanze ad ordinare all’istituto centrale eventuali interventi di questo genere.
L’indebolimento dello yen sostiene la Borsa di Tokyo, che resta in clima positivo e segna un recupero del 21% dai minimi toccati agli inizi di agosto. Allora, era riuscita a perdere il 25% in appena tre settimane. A provocare il tracollo era stato per gli analisti la fine del “carry trade“. Si tratta del fenomeno per cui gli investitori prendono a prestito denaro dove i tassi sono bassi per impiegarli dove i tassi sono elevati. Poiché la Federal Reserve segnalava che avrebbe tagliato i tassi e, al contrario, il governatore nipponico Kazuo Ueda li ha già alzati dal -0,10% allo 0,25%, molti investitori avevano chiuso tali posizioni. E nel frattempo lo yen si era rafforzato, rendendo pericoloso questo arbitraggio sui tassi.
Cambio yen giù con ripresa del carry trade
A quanto pare, il carry trade è stato riesumato.