Auto aziendali inquinanti, Italia prima nelle agevolazioni

L'Italia spende 16 miliardi in esenzioni per auto aziendali inquinanti. La riforma fiscale potrebbe incentivare i veicoli elettrici.
4 settimane fa
2 minuti di lettura
assicurazioni auto

È un vero e proprio paradosso considerando quando l’UE stia lottando per la sostenibilità, eppure è la realtà dei fatti. L’Italia è uno dei Paesi che maggiormente sovvenziona le auto aziendali inquinanti, con agevolazioni fiscali pari a 16 miliardi di euro all’anno, una cifra superiore rispetto a quella di Germania, Francia e Polonia. Queste sovvenzioni si concentrano principalmente su esenzioni fiscali legate alla concessione di veicoli aziendali ai dipendenti come parte dei benefit aziendali. Lo studio condotto da Transport & Environment, in collaborazione con ERM, analizza l’impatto delle agevolazioni fiscali applicate alle auto aziendali in quattro principali aree: tassazione dei benefit in kind, ammortamento del costo dei veicoli, detrazioni IVA e carte carburante.

Le esenzioni per le auto aziendali e il loro impatto sui bilanci statali

Le esenzioni fiscali riservate alle auto aziendali rappresentano un notevole peso per i bilanci degli stati europei, con l’Italia che rinuncia a circa 16 miliardi di euro all’anno. A livello europeo, le agevolazioni fiscali per i veicoli aziendali a benzina e diesel nei cinque maggiori mercati (Italia, Germania, Francia, Polonia e Spagna) costano ai contribuenti 42 miliardi di euro all’anno. A differenza delle auto private, quelle aziendali rappresentano circa il 60% di tutte le nuove immatricolazioni in Europa, un dato che sottolinea l’importanza di questo settore nel mercato automobilistico.

Nonostante gli sforzi dell’Unione europea per incentivare la transizione verso veicoli a emissioni zero, le flotte aziendali continuano a beneficiare di vantaggi fiscali per veicoli inquinanti. In particolare, i SUV aziendali ricevono esenzioni significative: in Italia, il risparmio fiscale medio per un SUV aziendale può arrivare fino a 16.400 euro l’anno. Questo spiega perché le aziende immatricolano il doppio dei SUV endotermici rispetto ai consumatori privati.

Sebbene ci sia una crescita nel numero di auto elettriche immatricolate in Europa, l’Italia rimane indietro.

Nella prima metà del 2024, solo il 3,9% delle immatricolazioni private riguardava veicoli elettrici, una percentuale leggermente più alta per le flotte aziendali (4%), ma comunque lontana dai numeri europei.

Auto aziendali inquinanti, verso una riforma fiscale più verde

Paesi come Regno Unito e Belgio stanno già attuando misure fiscali green per eliminare gradualmente le agevolazioni per i veicoli inquinanti. Il governo italiano, secondo gli esperti di Transport & Environment, dovrebbe seguire l’esempio di questi Paesi e introdurre una riforma fiscale che premi le auto a zero emissioni, modificando le regole sui benefit in kind, l’ammortamento e le detrazioni IVA in funzione delle emissioni di CO2. Questo permetterebbe di ridurre le distorsioni attuali e incentivare una mobilità più sostenibile.

In sintesi, l’Italia deve affrontare la sfida di ridurre le esenzioni fiscali per i veicoli inquinanti e accelerare il passaggio verso tecnologie più pulite. Con l’approvazione della prossima legge di bilancio, ci si aspetta un cambiamento sostanziale nella fiscalità applicata alle auto aziendali, con l’obiettivo di sostenere la decarbonizzazione delle flotte.

I punti più importanti…

  • L’Italia è il Paese europeo che sovvenziona maggiormente le auto aziendali inquinanti, con esenzioni fiscali pari a 16 miliardi di euro all’anno, un peso notevole per i bilanci statali.
  • Le esenzioni fiscali favoriscono soprattutto i SUV aziendali, con un risparmio medio annuo di 16.400 euro in Italia, contribuendo all’alto tasso di immatricolazioni di veicoli inquinanti da parte delle aziende.
  • Il governo italiano dovrebbe seguire l’esempio di Paesi come Regno Unito e Belgio, introducendo misure fiscali verdi per incentivare l’adozione di auto elettriche e ridurre le esenzioni per i veicoli inquinanti.

Daniele Magliuolo

Redattore di InvestireOggi.it dal 2017 nella sezione News, si occupa di redazione articoli per il web sin dal 2010.
Tra le sue passioni si annoverano cinema, filosofia, musica, letteratura, fumetti e altro ancora. La scrittura è una di queste, e si dichiara felice di averla trasformata in un vero e proprio lavoro.
Nell'era degli algoritmi che archiviano il nostro sentire al fine di rinchiuderci in un enorme echo chamber, pone al centro di ogni suo articolo la riflessione umana, elemento distintivo che nessuna tecnologia, si spera, potrà mai replicare.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Bonus Nuove Nascite 2025: a chi spettano 1.000 euro di bonus per i figli
Articolo precedente

Bonus Nuove Nascite 2025: a chi spettano 1.000 euro di bonus per i figli

buoni fruttiferi
Articolo seguente

I migliori buoni fruttiferi postali da scegliere a ottobre 2024