L’interesse crescente verso le criptovalute ha spinto i governi di diversi paesi a regolamentare il settore in modo più rigoroso, e l’Italia non fa eccezione. Con il Disegno di Legge di Bilancio 2025, si prevede una modifica significativa nella tassazione delle criptovalute, mirata a incrementare le entrate fiscali derivanti da questo settore in espansione.
Il cambiamento riguarda un notevole aumento dell’aliquota fiscale sulle plusvalenze, che passerà dal 26% al 42% a partire dal 2025. L’obiettivo dichiarato dal governo è allineare la tassazione delle criptovalute a quella delle altre plusvalenze finanziarie, assicurando una maggiore equità nel trattamento fiscale.
Quali attività rientrano nella nuova normativa
La normativa, che si rifà all’articolo 67 del TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi), estende la tassazione a tutte le operazioni che generano plusvalenze da criptovalute. Ciò comprende la vendita, il rimborso, la permuta o anche il semplice possesso di asset digitali. Qualsiasi guadagno realizzato attraverso queste operazioni sarà soggetto alla nuova aliquota, a condizione che l’importo complessivo superi i 2.000 euro.
Questa soglia minima è un punto importante per gli investitori di piccola scala, i quali non saranno tenuti a versare alcuna imposta se le plusvalenze non raggiungono il tetto previsto. Tuttavia, superata questa soglia, tutte le plusvalenze, secondo quando prevede la manovra di bilancio 2025, saranno tassate al 42%, indipendentemente dal tipo di transazione o dal valore dell’asset digitale coinvolto.
Tassazione criptovalute: obiettivo della riforma
Dietro questo incremento della tassazione si cela la volontà di generare nuove entrate fiscali da un settore che, fino ad ora, ha goduto di una certa libertà. Con l’aumento della popolarità delle criptovalute, il governo intende sfruttare questa nuova fonte di reddito imponendo un regime fiscale più strutturato. Inoltre, questa misura potrebbe favorire una maggiore tracciabilità dei capitali investiti in criptovalute, rendendo più difficile l’evasione fiscale.
Il contesto economico attuale, caratterizzato dalla necessità di finanziare investimenti pubblici e riforme strutturali, ha spinto il legislatore a considerare le criptovalute come una fonte importante per incrementare le risorse dello Stato.
Riassumendo
- Nuova aliquota al 42% per plusvalenze da criptovalute in Italia dal 2025.
- Tassazione applicata su vendita, rimborso, permuta e possesso con guadagni sopra 2.000 euro.
- Obiettivo della riforma: aumentare entrate fiscali e regolamentare le cripto-attività.
- Possibili ripercussioni sul mercato italiano con ridotto interesse per criptovalute.