Dichiarazione fiscale tardiva? Con 75 euro in regola tre su tre

Il termine per presentare le dichiarazioni fiscali 2024 è scaduto, ma con la dichiarazione tardiva è possibile regolarizzare la posizione
3 settimane fa
2 minuti di lettura
dichiarazione redditi
Foto © Licenza Creative Commons

Il 31 ottobre 2024 rappresentava una data chiave per contribuenti e aziende italiane, segnando la scadenza per la presentazione di tre dichiarazioni fiscali fondamentali relative al periodo d’imposta 2023. Ossia, il Modello Redditi 2024, il Modello 770/2024 e il Modello IRAP 2024.

Tuttavia, per coloro che non hanno rispettato questa scadenza, esistono ancora possibilità per regolarizzare la propria posizione senza incorrere in sanzioni gravi. Entro il termine di 90 giorni, che scadrà il 29 gennaio 2025, è ancora possibile inviare i modelli richiesti, seppure con alcune penalità.

In questo articolo esploreremo in dettaglio la procedura per la dichiarazione tardiva, i costi associati e i passaggi da seguire per evitare ulteriori complicazioni.

Comprendere questi aspetti è essenziale per chi vuole mettersi in regola con il Fisco italiano in modo efficace e tempestivo.

Dichiarazione tardiva: come funziona

Non tutti riescono a rispettare le scadenze fiscali annuali. Tuttavia, chi ha mancato il termine del 31 ottobre, come detto, ha l’opportunità di rimediare attraverso la cosiddetta “dichiarazione tardiva”. Tale possibilità permette di inviare i modelli dichiarativi richiesti, anche dopo la scadenza ordinaria, entro un periodo di 90 giorni. Superato questo arco di tempo, il contribuente rischia di incorrere in sanzioni decisamente più onerose, in quanto la dichiarazione viene considerata omessa.

In altre parole, con la dichiarazione tardiva, il termine finale per inviare la documentazione fiscale slitta al 29 gennaio 2025, garantendo ai ritardatari un’ultima chance per mettersi in regola con l’Agenzia delle Entrate.

Quanto costa la dichiarazione tardiva

Sebbene la dichiarazione tardiva consenta di evitare sanzioni severe, questa non è priva di un costo. Chi presenta le dichiarazioni dopo il 31 ottobre ma entro i successivi 90 giorni dovrà pagare una sanzione fissata a 25 euro per ciascun modello inviato in ritardo. Tale cifra rappresenta un decimo della sanzione piena prevista (pari a 250 euro).

È fondamentale tenere a mente che l’importo si applica a ogni singolo modello dichiarativo. Chi invia tardivamente solo uno dei modelli richiesti pagherà 25 euro.

Mentre chi ha ritardato la presentazione di più dichiarazioni dovrà corrispondere la sanzione per ogni modello modelli inviato in ritardo.

Quindi, qualora il contribuente si trovasse nella necessità di inviare tutti e tre i modelli tardivamente, l’importo complessivo della sanzione sarà di 75 euro. Il versamento di questa somma è un passo obbligato per poter usufruire della dichiarazione tardiva. Per versare è necessario compilare il Modello F24 dove nel campo relativo al codice tributo, si deve inserire il codice “8911”. Come anno di riferimento si deve indicare quello in cui è stata commessa la violazione. Quindi, ad esempio, “2024”, con riferimento al Modello Redditi 2024 “tardivo”. Stessa cosa se l’invio tardivo interessa il Modello 770/2024 o il Modello IRAP/2024.

Perché è importante rispettare i termini di 90 giorni?

È essenziale comprendere che il periodo di 90 giorni rappresenta l’ultimo margine temporale concesso per effettuare la dichiarazione tardiva. Superato questo limite, l’invio della documentazione verrà considerato “omesso” e comporterà sanzioni molto più elevate, che possono arrivare a cifre particolarmente onerose e persino a compromettere la posizione fiscale del contribuente.

Per chi si trovi a dover ricorrere alla dichiarazione tardiva, seguire questi passaggi per minimizzare i rischi di errori e garantire una procedura regolare può essere di primari importanza:

  • controllare attentamente i modelli da inviare – assicurarsi di compilare correttamente ciascun modulo (Redditi, 770, IRAP) con le informazioni richieste.
  • compilare con attenzione il Modello F24 – inserire correttamente il codice tributo “8911” nel Modello F24 per assicurarsi che il pagamento della sanzione venga attribuito alla dichiarazione tardiva.
  • rispettare il termine del 29 gennaio 2025 – trascorsi i 90 giorni dalla scadenza originaria, la procedura di dichiarazione tardiva non sarà più accessibile, e l’Agenzia delle Entrate è legittimata a notificare sanzione piena.

Per evitare complicazioni o errori nella compilazione, considerare di affidarsi a un esperto fiscale o a un commercialista può rivelarsi utile.

Soprattutto se si devono gestire più dichiarazioni o se si hanno situazioni reddituali complesse.

Riassumendo…

  • La dichiarazione tardiva consente l’invio fiscale post-scadenza entro 90 giorni dal 31 ottobre.
  • I modelli coinvolti sono Redditi 2024, 770/2024 e IRAP 2024.
  • La sanzione ridotta è di 25 euro per ogni modello inviato in ritardo.
  • Per il pagamento della sanzione, utilizzare il codice tributo 8911 sul Modello F24.
  • Superati i 90 giorni, la dichiarazione è omessa e comporta sanzioni elevate.
  • Consigliabile affidarsi a un consulente fiscale per una gestione corretta delle dichiarazioni.

 

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

La nuova pensione di vecchiaia nel 2025, ecco le tre variabili da considerare
Articolo precedente

La nuova pensione di vecchiaia nel 2025, ecco le tre variabili da considerare

imu
Articolo seguente

IMU comodato in vista del saldo 2024: come risparmiare per la casa ai figli