La legge di Bilancio che è stata varata dal governo Meloni adesso tutto ha fatto tranne che inserire grandi novità nel sistema pensioni nostrano. Nessuna nuova misura è stata introdotta dal governo Meloni con la legge di Bilancio che da qualche giorno è stata approvata dal Consiglio dei Ministri. E nessuna novità a livello previdenziale permette ai lavoratori di uscire prima dal mondo del lavoro. Le uniche cose nuove introdotte dalla manovra sono le proroghe delle misure di pensionamento che sarebbero dovute scadere alla fine del 2024.
Ecco come anticipare di 16 mesi l’età pensionabile per andare in pensione nel 2025 prima dei 66 anni
Due diverse novità dicevamo in premessa. E parliamo della possibilità delle mamme di accorciare di ulteriori 4 mesi rispetto al solito l’età di uscita per la pensione di vecchiaia ordinaria. Ma anche della possibilità di arrivare con maggiore facilità alla pensione di vecchiaia in regime contributivo. Perché le due novità riguardano la pensione di vecchiaia, ma solo quella relativa ai contribuenti che hanno l’iscrizione alla previdenza obbligatoria, con il loro primo controbuto a qualsiasi titolo versato successivo al 31 dicembre 1995.
Pensioni di vecchiaia dicevamo. E come tutti sanno per andare in pensione con la quiescenza di vecchiaia bisogna raggiungere prima di tutto i 67 anni di età. E poi maturare i 20 anni di contributi versati. Questi requisiti però valgono soltanto per chi ha iniziato a versare prima 1996. Perché anche se i requisiti anagrafici e contributivi sono gli stessi per quanti hanno iniziato a versare dopo il 1995, per questi ultimi c’è un ulteriore requisito da raggiungere. Si tratta del requisito dell’importo minimo della pensione.
Importo minimo della pensione? Dal 2025 si arriva più facilmente alla soglia prevista
Ed è proprio sull’importo minimo della pensione che possiamo parlare della prima grande novità introdotta sulle pensioni di vecchiaia dell’attuale esecutivo Meloni. Il governo infatti ha deciso di rendere più facile l’accesso alla pensione di vecchiaia ordinaria per chi ha cominciato a versare contributi dopo il 1995. Nella manovra è stato deciso che per raggiungere l’importo soglia della prestazione e completare il requisiti aggiuntivo per i contributivi puri, si potrà utilizzare anche la rendita dalla pensione complementare. In pratica, per raggiungere una pensione almeno pari all’assegno sociale, che è il requisito aggiuntivo da completare, si potranno usare anche i versamenti effettuati ai fondi pensione integrativi. In questo modo un contributivo puro che rischia di non arrivare a 540 euro al mese di pensione (più o meno questo sarà l’importo dell’assegno sociale 2025), potrà sfruttare la rendita ottenuta dallo stesso fondo integrativo a cui ha provveduto a versare.
I figli continuano ad essere un fattore per andare in pensione prima dei 66 anni di età
Sempre sulle pensioni di vecchiaia un’altra grande novità è quella per le lavoratrici che hanno avuto dei figli alle quali aumenta di 4 mesi il taglio dell’età pensionabile da richiedere in determinati casi all’INPS. Uno sconto aggiuntivo in moda tale da uscire dal lavoro nel 2025 e andare in pensione anche prima dei 66 anni di età.
E così se fino ad oggi le lavoratrici che hanno avuto dei figli potevano sfruttare uno sconto di quattro mesi al figlio fino a massimo 12 mesi e quindi anticipare anche di un anno l’uscita rispetto ai 67 anni di età della pensione di vecchiaia, nel 2025 potranno godere di ulteriori quattro mesi di bonus. Infatti restando fissi i parametri dei quattro mesi di sconto a figlio avuto, adesso si passa ad uno sconto massimo di 16 mesi per chi ha avuto quattro o più figli.
Per le pensioni anticipate a 64 anni cosa cambia? Importo minimo e figli, le novità
Questa novità che prolunga di quattro mesi lo sconto per i figli avuti vale per andare in pensione prima dei 66 anni con le pensioni di vecchiaia. Ma non vale per la pensione anticipata contributiva. Infatti per questa misura destinata sempre alle contributive pure e che si centra con 64 anni di età e con 20 anni di versamenti, lo sconto resta quello di prima, ovvero 12 mesi al massimo per donne con 3 o più figli avuti. Ed uscita che così può passare dai 64 anni di età ai 63 anni.
Invece il vantaggio della rendita integrativa che si somma alla pensione calcolata dall’INPS vale anche per le pensioni anticipate contributive. E forse in questo caso è ancora più gradevole la novità. Perché per andare in pensione con le anticipate contributive i lavoratori devono raggiungere una pensione pari ad almeno 3 volte l’assegno sociale. Quindi, circa 1.620 euro al mese nel 2025. Per le donne con un solo figlio avuto la soglia scende a 2,8 volte l’assegno sociale. E per due o più figli avuti la lavoratrice può andare in pensione con un trattamento anche pari a 2,6 volte l’assegno sociale. CIfre e importi minimi che dal 2025, usando anche la previdenza complementare, possono essere più facilmente raggiungibili.