Kim Jong-Un e la lucida follia della corsa al nucleare

Il leader della Corea del Nord, Kim Jong-Un, ha testato un nuovo missile balistico intercontinentale. Dietro vi è un preciso piano.
4 ore fa
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La strategia nucleare di Kim Jong-Un
La strategia nucleare di Kim Jong-Un © Licenza Creative Commons

Un altro lancio di un missile balistico intercontinentale, stavolta segnando il record di 1.000 km percorsi e in 86 minuti. Ennesima condanna nei confronti della Corea del Nord è arrivata da Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud. Questi paesi hanno imposto nuove sanzioni contro i materiali per la produzione del propellente solido utilizzato per i missili. Il leader Kim Jong-Un ha definito il nuovo missile appena testato “l’arma più potente al mondo”, mentre prosegue la corsa al nucleare di Pyongyang, che preoccupa da anni il mondo.

Nucleare con povertà diffusa

Viene da chiedersi come sia possibile che un piccolo stato di 25 milioni di abitanti scorsi e con un’economia insignificante, stimata in 35 miliardi di dollari, possa incutere così tanto timore. E, soprattutto, come possa permettersi esperimenti da anni per giungere alla costruzione dell’arma nucleare. Il popolo nordcoreano è tra quelli che più patisce ciclicamente la fame, oltre ad essere considerato il meno libero in assoluto al mondo. I bambini in età scolare sono decisamente più bassi e magri di quelli sudcoreani, in conseguenza dei forti problemi di alimentazione diffusi.

I precedenti dei nemici dell’America

Malgrado condizioni di vita spaventose – non fatevi ingannare da alcuni video girati nella capitale da turisti stranieri – Kim Jong-Un riesce a tenere la regione sotto scacco con la sua minaccia nucleare. Alla spesa militare destinerebbe almeno il 15% del Pil, anche se la Corea del Nord non rende noti i suoi dati. Un’economia di guerra costante, che mantiene in povertà gran parte della popolazione. L’oscurantismo più assoluto serve al regime per mantenere un livello di propaganda efficace contro l’Occidente, il capitalismo, la Corea del Sud, il Giappone, ecc. Tanto per avere un’idea, qui internet non esiste. Soltanto gli alti funzionari del governo hanno accesso a una rete domestica rigidamente controllata.

Ma perché Kim Jong-Un persevera con la corsa al nucleare? Che i dittatori siano generalmente folli e spietati, è un dato di fatto.

E il Maresciallo non fa eccezione. Tuttavia, dietro a questa militarizzazione incessante si cela una strategia niente affatto irrazionale. Anzi, c’è un ragionamento molto lucido. Pyongyang ha notato da tempo come molti nemici dell’America siano prima o poi finiti in disgrazia. L’impiccagione di Saddam Hussein prima e la barbara uccisione per strada del leader libico Muhammar Gheddafi sono state seguite con allarme dal regime nordcoreano, che teme di fare prima o poi la stessa fine.

Polizza di assicurazione per Kim Jong-Un

Ma non per tutti i nemici dell’America l’epilogo è stato lo stesso. Il caso più eclatante è forse l’Iran, che da 45 anni tiene sotto scacco il Medio Oriente. Qual è la differenza tra Iraq e Libia da un lato e paesi come l’Iran dall’altro? I primi due non avevano il nucleare. Dotarsi dell’arma realmente più potente al mondo rappresenta per Kim Jong-Un una garanzia di sopravvivenza. Nessuno attaccherebbe un paese che ne è dotato, perché le conseguenze sarebbero devastanti per tutti. Schiacciando un bottone, Pyongyang arriverebbe a cancellare dalla cartina geografica Seul. E questo gli americani non possono neanche prenderlo in considerazione.

Attenzione, perché il nucleare non è soltanto un’arma ambita contro gli Stati Uniti. Kim Jong-Un teme anche la Cina, con cui la Corea del Nord condivide il confine settentrionale per 1.420 km. I due paesi sono accumunati dall’ideologia comunista, oltre che da una visione anti-occidentale. Ma non vanno così d’accordo come pensiamo. Per dirla in maniera semplice, i nordcoreani sono per i cinesi i parenti minori impresentabili. E il regime di Pyongyang non è sotto il diretto controllo di Pechino, anzi non è controllato da nessuno. Questo prima o poi può portare il governo cinese ad ipotizzare un “regime change” in favore di una leadership più malleabile e manovrabile.

Corsa al nucleare minaccia vera

Ecco spiegata la corsa al nucleare di Kim Jong-Un, tutt’altro che irrazionale. Ovviamente, essa contrasta con le condizioni di estrema povertà vissute da ampi strati della popolazione. E’ compito della propaganda far sì che i nordcoreani pensino sia una conseguenza della “guerra” portata avanti dagli Stati Uniti nei loro confronti. Aggiungiamo anche che, all’infuori dell’Occidente, la sfera economica non è preminente negli obiettivi pubblici e l’opinione pubblica, se così possiamo dire, assegna maggiore valore a concetti come la sovranità, l’orgoglio nazionale, la difesa della patria, ecc. Questo rende la minaccia nordcoreana molto seria.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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