Pensioni un anno e 4 mesi prima, sia per la pensione di vecchiaia che per l’anticipata?

Nel 2025 per le pensioni un anno e 4 mesi di sconto, ma vale solo per la pensione di vecchiaia contributiva o anche per l'anticipata?
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2 settimane fa
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pensione anticipata
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Come sempre, ogni anno, quando il governo vara delle novità – a prescindere che riguardino le pensioni o altri capitoli di intervento – i dubbi e le perplessità dei cittadini sono sempre elevati. Anche perché spesso i provvedimenti emanati, soprattutto quando si tratta di una legge di Bilancio, lasciano spazio a diverse interpretazioni. Oggi, per esempio, parliamo della grande novità introdotta che riguarda la pensione di vecchiaia anticipata in regime contributivo per le lavoratrici che hanno avuto dei figli.

Stando a quanto si evince dalla legge di Bilancio, quindi, ora il governo avrebbe deciso di concedere uno sconto ulteriore rispetto al solito alle lavoratrici che hanno avuto più figli.

Permettendo loro di anticipare fino a 16 mesi la loro pensione di vecchiaia. Questa modifica vale solo per la pensione di vecchiaia o anche per la pensione anticipata contributiva?

Pensioni un anno e 4 mesi prima, sia per la pensione di vecchiaia che per l’anticipata?

La pensione di vecchiaia contributiva e la pensione anticipata contributiva sono due misure su cui le lavoratrici possono scontare, in base al numero di figli avuti, determinati mesi sull’età pensionabile. Una domanda che ci pone una nostra lettrice, che nel 2025 entra nel perimetro della pensione anticipata contributiva, ci permette di affrontare proprio questi dubbi di interpretazione.

“Buonasera, mi chiamo Stefania e sono una lavoratrice che nel 2025 compirà 63 anni di età. Il mio compleanno è ad agosto. E, a conti fatti, avendo 28 anni di contributi versati tutti in epoca retributiva, dovrei poter andare in pensione con la pensione anticipata contributiva. E posso farlo a 63 anni, dal momento che ho avuto cinque figli durante la mia vita. Oggi però vi chiedo se avete delle conferme riguardo al fatto che il governo ha deciso di concedere non più dodici mesi di sconto alle lavoratrici che hanno avuto tre o più figli sull’età della pensione anticipata contributiva, bensì sedici mesi per chi ne ha avuti quattro o più.

Almeno questo è quanto sto capendo da ciò che leggo in giro su vari siti e varie testate giornalistiche. Il problema è che c’è qualcuno che dice che questo sconto valga soltanto per le pensioni di vecchiaia in regime contributivo. E non per le pensioni anticipate contributive. In effetti, ho letto il testo della legge di Bilancio per quanto riguarda questa novità ed effettivamente c’è scritto pensioni di vecchiaia. Cosa significa? Che per chi va con la pensione anticipata contributiva i mesi di taglio restano al massimo dodici come oggi e non sedici? Ve lo chiedo perché, come avrete capito, anticipare di altri quattro mesi la pensione potrebbe essere un vantaggio che vorrei poter sfruttare.”

Cosa si legge nel testo della legge di Bilancio all’articolo numero 26

In base all’articolo numero 26 del testo della legge di Bilancio, che titola proprio “Accesso alla pensione di vecchiaia per le lavoratrici con quattro o più figli”, c’è la correzione di un vecchio articolo della legge Dini. Il vantaggio dei 12 mesi diventa di 16, con il limite che passa da 3 o più figli a 4 o più figli.

Ecco quindi comparire una grande novità di cui non si parlava alla vigilia della stesura del testo della manovra finanziaria. Parliamo del vantaggio che la nuova legge di Bilancio offre alle lavoratrici che hanno avuto quattro o più figli. Ovvero di poter andare nettamente in anticipo come età pensionabile rispetto ai requisiti ordinari per le pensioni contributive.

Un articolo che lascia un dubbio di interpretazione. Ed è proprio quello che solleva la nostra lettrice.

Accesso alla pensione di vecchiaia per le lavoratrici con quattro o più figli, ecco cosa cambia nel 2025

Su questa novità esistono due correnti di pensiero. Una sostiene che lo sconto di 16 mesi per chi ha avuto quattro o più figli valga solo per le pensioni di vecchiaia in regime contributivo.

Mentre c’è un’altra corrente di pensiero che estende questo vantaggio anche alle pensioni anticipate contributive. Questo perché, fino al 31 dicembre 2024, sia per l’una che per l’altra misura lo sconto massimo che possono sfruttare le lavoratrici madri che hanno avuto tre o più figli è pari a 12 mesi.

In pratica, sia per la pensione di vecchiaia che per la pensione anticipata contributiva c’è la stessa facoltà di sfruttare questo vantaggio in termini di età pensionabile. Tant’è vero che possono andare in pensione le lavoratrici che compiono 63 anni di età e hanno avuto tre o più figli. Anziché aspettare 64 anni di età come previsto dalla pensione anticipata contributiva. Allo stesso tempo, possono andare in pensione a 66 anni di età. E non a 67 anni di età le lavoratrici madri di tre o più figli per la pensione di vecchiaia.

Le misure contributive secondo i dettami della legge Dini, della riforma Fornero e dell’INPS

Come evidenziato, parliamo di pensioni contributive e quindi sono regole valide solo per chi ha iniziato a versare i contributi dopo il 1995. Alla luce dei dubbi di interpretazione citati precedentemente, si attendono chiarimenti da parte del governo in sede di presentazione definitiva della legge di Bilancio. Infatti, ad avvalorare sia l’una che l’altra tesi, ci sono diversi fattori.

Per esempio, chi sostiene che lo sconto debba andare di pari passo per entrambe le misure lo fa perché effettivamente già oggi sia la pensione anticipata contributiva che la pensione di vecchiaia contributiva concedono lo stesso diritto a queste lavoratrici, e in egual misura. Quindi, lo sconto massimo per chi ha avuto quattro o più figli per la pensione di vecchiaia si dovrebbe automaticamente interpretare come un’apertura anche alla pensione anticipata contributiva. Anche perché la legge Dini, che ha introdotto il sistema contributivo, chiama pensione di vecchiaia qualsiasi misura di pensionamento.

Sia di vecchiaia anticipata che di anzianità.

Pensioni di vecchiaia contributive e pensioni anticipate contributive

Ci sono però quelli che reputano diverse le due misure, proprio come fa l’INPS. Infatti, l’Istituto non inserisce la pensione anticipata contributiva nella scheda delle pensioni di vecchiaia sul suo portale istituzionale. Ma la inserisce nella scheda delle pensioni anticipate ordinarie. Oltretutto, la misura non è nata con la riforma Dini bensì con la riforma Fornero.

Di conseguenza, essendo misure completamente diverse almeno dal punto di vista di interpretazione dell’INPS, per le pensioni anticipate contributive dovrebbe restare di 12 mesi il taglio massimo per chi ha avuto almeno 3 figli. Mentre lo sconto di 16 mesi sarebbe appannaggio solo di chi rientra nella pensione di vecchiaia contributiva. In attesa che il governo faccia il suo, chiarendo questi aspetti, i dubbi restano tutti.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

4 Comments

  1. Mi chiamo Giovanna io lavoro da 38 anni io per andare in pensione devo lavorare ancora 3 anni e 10 mesi per la pensione contributiva . Volevo chiedere come mai noi che non abbiamo figli non c’è mai uno sconto di lavoro per andare in pensione?E invece ogni volta che apro le pagine riguardanti alla pensione parlano solo per le persone che hanno figli,io non c’è lo con loro è una loro scelta.Quando loro sono in maternità noi lavoratrici andiamo a lavorare non ci viene riconosciuto nessuno sconto ,non trovo giusto questa cosa il governo dovrebbe anche pensare a noi lavoratrici che non abbiamo figli?Mi scusi per lo sfogo,la ringrazio e buona giornata

  2. Buongiorno sono dipende privata di 57 anni, ho due figli maggiorenni entrambi di cui uno invalido al 100 % , ho 34 anni di contributi, volevo sapere se mi spetta questo tipo di uscita. Grazie Alesaandra

  3. Non capisco queste discriminazioni tra chi ha avuto figli e chi no!!!!! Nella maggior parte dei casi, quando una donna sta a casa in maternità, quelle che rimangono al lavoro purtroppo lavorano anche di più (non in tutte le aziende si assumono sostitute). E poi comunque tante donne non hanno avuto figli, magari per problemi di salute…. è giusto discriminarle?

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