L’errore che fanno 3 pensionati su 4 e che fa perdere fino a 295 euro al mese

La mancanza di previdenza integrativa è un errore che molti pensionati pagano caro, rinunciando a una rendita mensile aggiuntiva preziosa
1 settimana fa
3 minuti di lettura
pensionati
Foto © Pixabay

In Italia, la previdenza integrativa è ancora una scelta poco diffusa. È un’opportunità spesso sottovalutata, ma che rappresenta una forma di tutela importante per il futuro, specialmente in un contesto di costante incertezza economica e di variazioni delle pensioni pubbliche. Secondo gli ultimi dati forniti da Moneyfarm, la situazione attuale vede circa tre pensionati su quattro privarsi volontariamente di un’integrazione mensile che potrebbe migliorare la loro condizione economica nella terza età.

L’analisi è stata ampiamente argomentata anche da altri quotidiani della stampa specializzata e mette il luce un dato preoccupante.

Preoccupazione dettata anche dal fatto che il sistema previdenziale italiano è ancora lontano dalla soluzione volta a garantire una vecchiaia serena alle nuove generazioni di lavoratori.

Errore pensionati: alcun dati sulla pensione integrativa

Lo studio sottolinea come la mancanza di previdenza integrativa sia una “svista” rilevante per molti pensionati italiani, un vero e proprio “errore pensionati” che potrebbe essere evitato con un piano pensionistico aggiuntivo. Avere una pensione integrativa significa poter contare su una somma extra che va ad aggiungersi alla pensione pubblica, rendendo il bilancio mensile meno gravoso e garantendo una maggiore serenità economica.

Secondo l’analisi di Moneyfarm, chi ha aderito alla previdenza integrativa ha accumulato un importo medio annuo di circa 2.004 euro. Questa cifra varia in base all’età, con versamenti medi di circa 1.700 euro annui per i lavoratori sulla trentina, mentre chi ha superato i 50 anni tende a versare mediamente circa 2.700 euro all’anno. Questi dati indicano chiaramente che, prima si inizia a versare contributi per la pensione integrativa, più si può ottenere un beneficio significativo al momento del ritiro.

A quanto si rinuncia senza la pensione integrativa

Chi sottoscrive una pensione complementare può costruire, negli anni, un reddito mensile aggiuntivo che può essere decisivo per mantenere un tenore di vita soddisfacente. La simulazione di Moneyfarm mostra come l’errore pensionati sulla non costruzione di una previdenza complementare porta a perde oltre 200 euro al mese.

In particolare si stima che, mantenendo il ritmo di contribuzione medio stimato di 2.004 euro annui fino all’età pensionabile di 67 anni (ossia l’età per la pensione di vecchiaia ordinaria), si potrebbe arrivare a percepire una rendita mensile di circa 295 euro. Questo importo varia leggermente a seconda dell’età: chi ha iniziato più tardi potrebbe percepire circa 231 euro al mese, mentre i più giovani possono arrivare a circa 350 euro al mese.

Detta rendita, pur non essendo elevata, potrebbe fare una notevole differenza nella gestione delle spese quotidiane. In molti casi, questa somma potrebbe coprire le spese necessarie per utenze, generi alimentari o altre spese mensili, liberando risorse dal reddito principale per altri bisogni o attività.

Il peso della tempestività nei versamenti

Uno degli aspetti cruciali nel costruire una pensione integrativa è l’età in cui si inizia a versare. La tempestività è una dei principali errori pensionati nel costruirsi l’integrativa. Nel contribuire a un fondo pensione, la tempestività incide fortemente sulla somma che si riesce a maturare. Prima si inizia, maggiori saranno gli interessi composti che aiuteranno a far crescere l’importo finale.

Il confronto tra chi inizia a 30 anni e chi avvia i versamenti oltre i 50 anni rende evidente il vantaggio di chi ha adottato un approccio previdenziale tempestivo. Chi parte presto non solo riesce a risparmiare gradualmente e senza eccessivi sforzi, ma può beneficiare di un periodo di investimento più lungo, che si riflette in una rendita più alta rispetto a chi ha avviato i versamenti a un’età più avanzata.

Un altro fattore che rende interessante la pensione integrativa è il beneficio fiscale. Altro errore pensionati è non considerare questo aspetto. I contributi versati ai fondi pensione possono essere dedotti dal reddito imponibile fino a un certo limite, che si traduce in un risparmio sulle tasse dovute (IRPEF).

Questo vantaggio fiscale rende più conveniente accantonare somme da destinare alla previdenza complementare, contribuendo a ridurre l’impatto finanziario dei versamenti.

Errore pensionati: perché tanti rinunciano alla pensione integrativa?

Nonostante i vantaggi evidenti, una larga maggioranza di lavoratori italiani non sceglie la pensione complementare. Le cause di questo errore dei futuri pensionati possono essere molteplici. In primis, c’è una diffusa mancanza di informazione e consapevolezza sull’importanza della previdenza integrativa. Molte persone vedono il versamento per la pensione integrativa come una spesa evitabile o rimandabile, non rendendosi conto delle ripercussioni sul loro reddito futuro.

Inoltre, la mentalità “focalizzata sul presente” porta molti a sottovalutare le difficoltà finanziarie che potrebbero presentarsi negli anni della pensione. A questa tendenza si sommano le preoccupazioni economiche immediate, che spingono molte persone a preferire risparmiare per bisogni più immediati anziché destinare una parte del loro reddito a un fondo pensionistico.

Riassumendo

  • La previdenza integrativa è sottovalutata e potrebbe migliorare la situazione economica dei pensionati italiani.
  • Un errore sui futuri pensionati di non poco conto.
  • Un versamento medio annuo di 2.004 euro può generare circa 295 euro mensili in pensione.
  • La tempestività dei versamenti è fondamentale per ottenere una rendita integrativa più alta.
  • La pensione integrativa offre vantaggi fiscali e linee di investimento personalizzabili.
  • La scarsa informazione porta molti a non considerare la previdenza complementare necessaria.
  • Pianificare presto la pensione integrativa aiuta a evitare un futuro incerto e limitato.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Tutte le vie di uscita per la pensione di vecchiaia o anticipata con 20 anni di versamenti
Articolo precedente

Tutte le vie di uscita per la pensione di vecchiaia o anticipata con 20 anni di versamenti

Cambio euro-dollaro verso la parità
Articolo seguente

Il cambio euro-dollaro sta collassando verso la parità