Nel 2025, il panorama previdenziale italiano offrirà ancora opportunità di andare in pensione anticipata a partire dai 62 anni. Si permetterà ancora, quindi, a molti lavoratori di concludere la propria carriera fino a cinque anni prima rispetto all’età prevista dalla riforma Fornero (67 anni della pensione vecchiaia ordinaria).
La Legge di Bilancio 2025, in fase di approvazione definitiva parlamentare, conferma tre modalità di uscita anticipata pensate per diverse categorie di lavoratori, ognuna con criteri specifici di età e contributi, ideali per chi desidera pianificare la propria uscita dal mondo del lavoro senza attendere il raggiungimento dell’età ordinaria.
Quota 103: pensione anticipata con sacrificio
Quota 103 è il primo degli strumenti confermati per il 2025, permettendo di andare in pensione a 62 anni se si è raggiunta una soglia contributiva minima di 41 anni. Introdotta nel 2023, poi estesa anche al 2024 ora è prorogata al 2025. Questa misura è destinata a tutti i lavoratori che soddisfano questi requisiti, anche se richiede qualche sacrificio sull’assegno previdenziale. Infatti, chi opta per Quota 103 vedrà il proprio assegno calcolato interamente con il metodo contributivo, che generalmente comporta una riduzione rispetto al calcolo misto.
Quota 103 offre quindi un’opportunità per chi desidera ritirarsi anticipatamente, con la consapevolezza che la pensione sarà calcolata sulla base dei contributi versati piuttosto che con il sistema retributivo. Questa misura può risultare particolarmente vantaggiosa per chi ha iniziato a lavorare molto presto, accumulando gli anni necessari di contributi già a 62 anni. A questa forma di pensionamento anticipato è legato un incentivo per restare al lavoro. Il c.d. bonus Maroni, ossia una decontribuzione in busta paga che aumenterebbe lo stipendio mensile.
Pensione Contributiva a 64 anni che può scendere a 62
Per chi ha cominciato a lavorare a partire dal 1996 e quindi ha versato contributi solo nel regime contributivo, è prevista un’ulteriore possibilità di pensionamento anticipato a 64 anni con soli 20 anni di contributi. Questa opzione, confermata anche al 2025, è mirata ai lavoratori esclusi dal sistema retributivo, quindi senza alcun contributo versato prima del 1996, e rappresenta un’alternativa interessante rispetto alla pensione ordinaria che richiederebbe altri tre anni di lavoro per essere raggiunta.
In aggiunta, questa misura prevede una specifica agevolazione per le lavoratrici madri: le donne con figli possono usufruire di una riduzione dell’età pensionabile di quattro mesi per ogni figlio, fino a un massimo di sedici mesi. Così, una madre di quattro figli, ad esempio, potrebbe andare in pensione a 62 anni e 8 mesi, rispettando sempre il requisito dei 20 anni di contributi. Tuttavia, per beneficiare di questa riduzione, l’importo della pensione deve raggiungere almeno 2,6 volte l’assegno sociale, che nel 2025 è stimato intorno ai 542 euro mensili.
Questa flessibilità nell’età di pensionamento, confermata anche dalla legge bilancio 2025, rappresenta un supporto importante per le lavoratrici madri, spesso svantaggiate a causa delle interruzioni di carriera legate alla maternità. La misura vuole valorizzare il contributo delle donne al sistema pensionistico, riconoscendo l’impegno familiare e alleggerendo la strada verso la pensione.
Quota 97,6: il pensionamento anticipato per chi svolge lavori usuranti
L’ultima possibilità di pensionamento anticipato prevista dalla Legge di Bilancio 2025 è Quota 97,6, che rappresenta un’eccezione importante per chi ha svolto lavori particolarmente gravosi. In base a questa misura, si potrà lasciare il lavoro anche prima dei 62 anni, a partire dai 61 anni e 7 mesi, se si sono maturati almeno 35 anni di contributi.
Quota 97,6 è rivolta esclusivamente a lavoratori che hanno svolto mansioni usuranti, quindi a chi ha trascorso anni in attività faticose e logoranti per la salute. Questa forma di pensionamento anticipato è pensata proprio per agevolare chi ha dedicato la propria vita professionale a lavori fisicamente impegnativi e difficili da mantenere fino ai 67 anni.
Pensione a 62 anni: un’opportunità strategica dal valutare
Le tre modalità di pensionamento anticipato offrono opzioni strategiche per lavoratori con profili diversi, consentendo di valutare l’uscita dal lavoro in base alla propria situazione contributiva e lavorativa.
- Quota 103 premia coloro che hanno iniziato a lavorare giovani e possono vantare un lungo percorso contributivo.
- La pensione contributiva a 64 anni è vantaggiosa per chi ha iniziato a lavorare dopo il 1996 e permette, con soli 20 anni di contributi, di evitare altri anni di lavoro.
- Quota 97,6 tutela chi ha svolto lavori usuranti, permettendo loro di ritirarsi prima grazie a requisiti più flessibili.
La possibilità di uscire dal mondo del lavoro anticipatamente rappresenta un’importante novità del sistema previdenziale italiano e potrebbe incidere positivamente sulla qualità di vita di molti lavoratori, permettendo loro di dedicare più tempo a sé stessi e alle proprie famiglie. Tuttavia, è fondamentale considerare anche i dettagli legati al calcolo dell’assegno pensionistico, specialmente quando si opta per un calcolo interamente contributivo che può portare a una pensione inferiore rispetto a quella calcolata con il sistema retributivo.
Riassumendo
- La legge di bilancio 2025 conferma tre strade per la pensione a 62 anni
- Quota 103: pensione a 62 anni con 41 anni di contributi, assegno contributivo ridotto.
- Pensione contributiva a 64 anni: per lavoratori dal 1996, accessibile con 20 anni di contributi.
- Sconto per madri: riduzione di 4 mesi per figlio (fino a 16 mesi) per le donne.
- Quota 97,6: pensione anticipata a 61 anni e 7 mesi per lavori usuranti, 35 anni contributivi.
- Tre strade per la pensione anticipata: opzioni differenti per diversi profili lavorativi.
- Valutazione pensionistica: calcolo contributivo può ridurre l’assegno rispetto al sistema retributivo.