Non è stato e né sarà Donald Trump a segnare il declino dell’Unione Europea. Ci sta pensando la diretta interessata ad inabissarsi da sola. Sono passati cinque mesi abbondanti dalle elezioni per il rinnovo dell’Europarlamento e ancora la Commissione europea non si è insediata. E c’è il serio rischio che non riesca a debuttare neanche nei prossimi mesi. Colpa dei veti politici, che si stanno concentrando a sinistra su due nomine: Raffaele Fitto come vicepresidente esecutivo e l’ungherese Oliver Varhelyi come commissario designato alla Salute e al Benessere degli animali.
Veti e contro-veti
Il gruppo dei socialisti (S&D), dei liberali (Renew) e dei Verdi non cede sui due nomi, in quanto espressione di gruppi al di fuori della maggioranza che a luglio ha votato per il bis di Ursula von der Leyen come presidente. Fitto, in particolare, indispone le formazioni di sinistra per il suo peso come numero due della Commissione europea, insieme ad altri cinque nomi, tutti in rappresentanza dei grandi stati comunitari. Tra questi c’è la discussa Teresa Ribera, ministro spagnolo alla Transizione ecologica e designata al Clima ed Energia. A Madrid è finita nell’occhio del ciclone per le sue presunte responsabilità in merito alla mancata prevenzione e successiva gestione dell’alluvione a Valencia.
Il Partito Popolare (PPE) potrebbe non votarla. Per ritorsione scatta il veto su Fitto da parte dei socialisti. Chiedono espressamente che gli venga tolta la vicepresidenza, ma è evidente che l’Italia non accetterebbe mai una simile ipotesi e potenzialmente paralizzerebbe la Commissione europea con la mancata indicazione di un suo uomo alternativo. Insomma, siamo all’impasse. Tutto questo, mentre si combatte una guerra ai nostri confini, un’altra a pochi passi e tutti i grandi protagonisti del pianeta si accingono a ridiscutere gli equilibri geopolitici ed economici con la prossima amministrazione americana.
Commissione europea, declino di un continente
Piccinerie degne da pollaio stanno rendendo ancora più marginale un continente che per storia, cultura e ricchezza avrebbe le potenzialità per dire la sua alla pari di Stati Uniti e Cina. Invece, siamo il vuoto pneumatico. Verrebbe da dire che il mondo ci guarda sgomenti, ma la triste realtà è che nel resto del pianeta neppure sanno dell’esistenza della Commissione europea. Fortuna loro. Noi la conosciamo. E non certo per la lungimiranza con cui ha gestito le nostre vite negli ultimi trenta anni.