Ieri sera, il Tesoro annunciava la vendita del 7% di Monte Paschi di Siena con l’offerta di 88 milioni di azioni attraverso una terza procedura di “accelerated bookbuilding” in meno di un anno. Visti gli ordini elevati, al termine dell’operazione rendeva noto che il capitale ceduto fosse stato del 15%. La sua quota è scesa così dal 26,7% all’11,7%. E la vera notizia di queste ore è che gran parte della domanda è arrivata dal Gruppo Bpm. Per la precisione, l’istituto guidato da Giuseppe Castagna ha rilevato il 5% per 530 milioni di euro.
Non solo Gruppo Bpm in Mps
In parole povere, il Gruppo Bpm si trova adesso con il 9% di Monte Paschi, secondo più grande azionista dopo il Tesoro. Sappiamo anche che Delfin, la holding della famiglia Del Vecchio, ha rilevato a sua volta il 3,5%. Pertanto, contrariamente alle precedenti due operazioni, quando si erano presentati solamente istituti stranieri a comprare, questa volta in fila si sono messi gli investitori istituzionali italiani.
Prove tecniche di terzo polo bancario?
Sebbene Piazza Meda smentisca di voler creare il famoso terzo polo bancario, confermi la posizione “stand-alone” e abbia già fatto sapere che non intenderà richiedere alla Banca Centrale Europea l’autorizzazione per salire sopra la quota del 10%, le ipotesi circolano lo stesso. Nella mattinata di ieri, Anima aveva avvertito il suo controllante della volontà di acquisire un altro 3% in Mps, al fine di evitare la violazione della “passivity rule”. E si sarebbe svolto, a tale proposito, un consiglio di amministrazione straordinario di Bpm.
Con l’operazione il Tesoro ha incassato altri 1,1 miliardi, avendo venduto le azioni Mps a premio del 5% (5,792 euro) rispetto al loro prezzo di borsa di 5,52 euro.
Boom in borsa per azioni Mps
La quota residua in capo al Tesoro sfiora i 900 milioni di valore ai prezzi di borsa di ieri. E il titolo stamane sale apre in deciso rialzo di quasi il 10% a 6,05 euro. Nei primi nove mesi dell’anno, Mps ha maturato un utile netto di quasi 1,6 miliardi. In borsa capitalizzava ieri 7,64 miliardi e già oggi risulta superare gli 8 miliardi.
Tornando al terzo polo, vero o presunto, il Gruppo Bpm ha speso 750 milioni per acquisire l’8%. A che pro? Anima ha una partnership con Siena per la distribuzione tramite le sue filiali delle polizze assicurative. Ed è verosimile che questo sia l’obiettivo, finanche esclusivo, di Castagna: usare Mps per rafforzare la compagnia controllata. L’esito dell’operazione spiazza Unipol, che con il suo amministratore delegato Carlo Cimbri sembrava aprire ad una possibile intesa per le nozze.
Gruppo Bpm controllante o azionista stabile?
Da valutare la posizione della famiglia Del Vecchio, che detiene una partecipazione di poco inferiore al 20% in Mediobanca e del 9,93% in Generali. L’unica certezza è che ieri lo stesso Tesoro è rimasto positivamente sorpreso dell’appeal di Mps, tant’è che ha più che raddoppiato l’offerta iniziale, avendo registrato ordini più che doppi.