In Monte Paschi entra il gruppo Bpm-Anima, prove di terzo polo?

Il Gruppo Bpm acquisisce l'8% del capitale di Monte Paschi, facendo intravedere la nascita del terzo polo bancario.
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Gruppo Bpm in Mps al 9% complessivo
Gruppo Bpm in Mps al 9% complessivo © Licenza Creative Commons

Ieri sera, il Tesoro annunciava la vendita del 7% di Monte Paschi di Siena con l’offerta di 88 milioni di azioni attraverso una terza procedura di “accelerated bookbuilding” in meno di un anno. Visti gli ordini elevati, al termine dell’operazione rendeva noto che il capitale ceduto fosse stato del 15%. La sua quota è scesa così dal 26,7% all’11,7%. E la vera notizia di queste ore è che gran parte della domanda è arrivata dal Gruppo Bpm. Per la precisione, l’istituto guidato da Giuseppe Castagna ha rilevato il 5% per 530 milioni di euro.

E Anima ha speso altri 219 milioni per il 3%. La compagnia assicurativa deteneva già l’1%, per cui porta la sua quota complessiva al 4%. Essa è controllata al 22,5% proprio da Piazza Meda, che ha da poco lanciato un’Offerta Pubblica di Acquisto per salire fino al 100%.

Non solo Gruppo Bpm in Mps

In parole povere, il Gruppo Bpm si trova adesso con il 9% di Monte Paschi, secondo più grande azionista dopo il Tesoro. Sappiamo anche che Delfin, la holding della famiglia Del Vecchio, ha rilevato a sua volta il 3,5%. Pertanto, contrariamente alle precedenti due operazioni, quando si erano presentati solamente istituti stranieri a comprare, questa volta in fila si sono messi gli investitori istituzionali italiani.

Prove tecniche di terzo polo bancario?

Sebbene Piazza Meda smentisca di voler creare il famoso terzo polo bancario, confermi la posizione “stand-alone” e abbia già fatto sapere che non intenderà richiedere alla Banca Centrale Europea l’autorizzazione per salire sopra la quota del 10%, le ipotesi circolano lo stesso. Nella mattinata di ieri, Anima aveva avvertito il suo controllante della volontà di acquisire un altro 3% in Mps, al fine di evitare la violazione della “passivity rule”. E si sarebbe svolto, a tale proposito, un consiglio di amministrazione straordinario di Bpm.

Con l’operazione il Tesoro ha incassato altri 1,1 miliardi, avendo venduto le azioni Mps a premio del 5% (5,792 euro) rispetto al loro prezzo di borsa di 5,52 euro.

Nelle precedenti due operazioni, al contrario, la cessione era avvenuta a sconto: prima tranche del 25% collocata nel novembre 2023 a 2,92 euro per un incasso di 920 milioni; seconda tranche del 12,5% a fine marzo scorso a 4,50 euro per altri 650 milioni. Il mercato ha, quindi, riconosciuto un extra, trattandosi di una quota possibilmente decisiva ai fini del controllo societario. In tutto, gli incassi per lo stato sfiorano i 2,7 miliardi. Superano nettamente gli 1,6 miliardi spesi due anni fa per partecipare all’ultimo aumento di capitale da 2,5 miliardi complessivi. Tuttavia, considerato il costo del salvataggio nel 2017, il conto per i contribuenti è stato di 7 miliardi. La privatizzazione lo ha solo parzialmente coperto.

Boom in borsa per azioni Mps

La quota residua in capo al Tesoro sfiora i 900 milioni di valore ai prezzi di borsa di ieri. E il titolo stamane sale apre in deciso rialzo di quasi il 10% a 6,05 euro. Nei primi nove mesi dell’anno, Mps ha maturato un utile netto di quasi 1,6 miliardi. In borsa capitalizzava ieri 7,64 miliardi e già oggi risulta superare gli 8 miliardi.

Tornando al terzo polo, vero o presunto, il Gruppo Bpm ha speso 750 milioni per acquisire l’8%. A che pro? Anima ha una partnership con Siena per la distribuzione tramite le sue filiali delle polizze assicurative. Ed è verosimile che questo sia l’obiettivo, finanche esclusivo, di Castagna: usare Mps per rafforzare la compagnia controllata. L’esito dell’operazione spiazza Unipol, che con il suo amministratore delegato Carlo Cimbri sembrava aprire ad una possibile intesa per le nozze.

Gruppo Bpm controllante o azionista stabile?

Da valutare la posizione della famiglia Del Vecchio, che detiene una partecipazione di poco inferiore al 20% in Mediobanca e del 9,93% in Generali. L’unica certezza è che ieri lo stesso Tesoro è rimasto positivamente sorpreso dell’appeal di Mps, tant’è che ha più che raddoppiato l’offerta iniziale, avendo registrato ordini più che doppi.

L’ingresso del Gruppo Bpm in Mps non pone fine alla presenza dello stato. La privatizzazione è stata di fatto completata con la discesa in un anno dal 64,2% all’11,7% del capitale e Roma ha così ottemperato al proprio impegno di uscire dalla banca controllata entro la fine dell’anno. Può rimanere in possesso di una quota di minoranza, inferiore al 20%. Accade all’estero con altri istituti, tra cui la stessa Commerzbank scalata di recente da Unicredit, il cui principale azionista resta lo stato tedesco.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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